Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Goffredo Boselli
Vita Pastorale (n. 11/2025)
ANNO A – 7 dicembre 2025
II Domenica di Avvento
Isaia 11,1-10 • Salmo 71 • Romani 15,4-9 • Matteo 3,1-12
(Visualizza i brani delle Letture)
II Domenica di Avvento
Isaia 11,1-10 • Salmo 71 • Romani 15,4-9 • Matteo 3,1-12
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LA VOCE GRIDA
C'è l'etica della vita quotidiana, fatta di regole, impegno, responsabilità. E c'è l'esigenza radicale dettata dalla prospettiva della rivelazione, quella di cui Giovanni Battista è portatore e che siamo invitati a rivivere nel tempo di Avvento. Entrambe sono necessarie; si completano, si arricchiscono e si temprano a vicenda. «Una voce grida nel deserto: preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri». Una voce si ode. Ci parla di condivisione, giustizia e nonviolenza. È la voce di un profeta radicale e libero, che viene a risvegliare e sconvolgere. Viene anche a incoraggiare, perché annuncia qualcuno che verrà, qualcuno da attendere come il compimento di una promessa.
Giovanni il profeta, una figura inquietante e risvegliante, che viene a scuoterci dalle nostre abitudini e dalla nostra indifferenza. E se lasciassimo che la sua voce ci toccasse da qualche parte, lì dove i nostri cuori sono freddi e le nostre teste confuse, lì dove siamo intorpiditi? Noi che oggi facciamo parte di questa lunga stirpe, come credenti che hanno Abramo come padre, e anche come cittadini di una cultura il cui patrimonio non è fatto solo di pietre e documenti, ma di convinzioni sulla dignità della vita umana, di un'apertura a qualcosa di più grande di noi e di un'attesa del futuro.
L'uomo del deserto non è un costruttore di comunità o un saggio della legge, ma un profeta. Non ci dice come vivere, ma piuttosto come non morire. Il pentimento che predica non ha uno scopo educativo a lungo termine, ma significa un profondo sconvolgimento di tutto ciò che è noto, concordato, stabilito. Attraverso il suo stile di vita ascetico, il Battista incarna questa libertà di poter mettere tutto in discussione, per ritrovare un punto d'appoggio nell'essenziale, che è la venuta del Regno, l'amore creativo di Dio. Per questo ci offre il battesimo in acqua come una meravigliosa opportunità di purificazione e rinnovamento. Ma come dobbiamo comprendere il battesimo di fuoco e di Spirito che egli annuncia per il futuro? Non è difficile riconoscere nelle parole di condanna di Giovanni l'amore di Cristo Gesù che perdona e che salva.
Gridando nel deserto il Battista grida alla nostra coscienza desertificata, addormentata sotto una quantità di idoli inanimati. Questo grido ci risveglia e ci propone di liberarci da tutto questo disordine, immergendoci nell'acqua del fiume, acqua corrente che porta via ciò che è morto. Così facendo, egli prepara la via, spiana il cammino nella nostra coscienza affinché colui che viene, che è vita e verità, possa attraversarla e operare.
Grazie, Giovanni Battista, per aver osato gridare nel deserto. Lontano da Gerusalemme, in un luogo che sembra così arido e privo di vita! Sì, abbiamo bisogno che qualcuno osi ancora e ancora scendere nelle profondità del nostro cuore arido e invitarci ad appianare i nostri sentieri. Non per compiacere o rientrare in alcun sistema di regole. Ma piuttosto essere liberati da queste catene, da tutti i falsi idoli che ci imprigionano e ci impediscono di riconoscere e abbracciare il Signore, ben presente, qui, oggi, in ogni essere vivente. Nel cuore della nostra vita.
Sì, grazie per questa umiltà, che ci invita, seguendoci, a osare avvicinarci e penetrare nei deserti più aridi, per condividere questa speranza.
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