Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Antonio Savone, presbitero della diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Vita Pastorale (n. 10/2023)
ANNO A – 1 novembre 2023
Tutti i Santi
Apocalisse 7,2-4.9-14 • Salmo 23 • 1 Giovanni 3,1-3 • Matteo 5,l-12
(Visualizza i brani delle Letture)
Tutti i Santi
Apocalisse 7,2-4.9-14 • Salmo 23 • 1 Giovanni 3,1-3 • Matteo 5,l-12
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IL PARADISO NON È PER POCHI ELETTI
Attendo sempre con gioia questa festa perché ci riconcilia con la convinzione che da una parte vale la pena vivere del Vangelo e per il Vangelo e, dall'altra, che non è possibile conoscere la verità del Vangelo e fare esperienza di Dio, di Gesù Cristo senza la testimonianza della vita dei suoi discepoli. Il paradiso non è per pochi, perché non per pochi è la possibilità di realizzare appieno e fino in fondo la propria umanità.
L'Apocalisse riporta un'immagine di rara bellezza: tutti stavano in piedi. I santi sono uomini e donne che si sono lasciati mettere in piedi dal sangue di Gesù Cristo, dal suo amore senza limiti; si sono lasciati liberare da una condizione servile e si sono lasciati restituire la propria dignità.
In piedi! E noi abbiamo ridotto la vita cristiana a un essere crucciati, tristi, ripiegati, rinunciatari.
In piedi! Uomini e donne che si sono lasciati coinvolgere dal sogno di Dio sulla storia e sul mondo e hanno imparato a essere uomini e donne da Gesù Cristo. Uomini e donne che hanno fatto loro i sentimenti che furono in Cristo Gesù. Per questo il curato d'Ars amava ripetere: nel nostro cimitero riposano molti santi. Molti santi! Quanti!
Avvolti in vesti candide... continua ancora l'Apocalisse. Uomini e donne che, pur avendo attraversato grandi tribolazioni, non si sono lasciati scoraggiare dall'esperienza di male che pure non è stata loro risparmiata. La prova più terribile non ha mai tolto in loro la consapevolezza di essere incamminati verso la felicità, quella che risiede nel fare esperienza dell'amore di Dio.
Uomini e donne che hanno permesso alla parola di Dio di continuare a prendere forma in mezzo a noi; uomini e donne che quando Dio sembra tacere e non avere parole umane attraverso le quali esprimersi, essi diventano gesti e volti attraverso i quali egli si rende visibile. Perché mai Gesù avrebbe associato alla sua opera tanti suoi fratelli se non perché ogni uomo potesse avere accesso alla vita stessa di Dio? Non poche volte la fede di tanti suoi fratelli sorprese persino Gesù.
Perché mai Gesù avrebbe proclamato il brano delle beatitudini? Ciò che Gesù mette in luce è una situazione di vita assunta senza mai maledire. Vite vissute così hanno un futuro: questo attesta il Signore Gesù.
Davanti ai suoi occhi Gesù vede che i poveri prestano attenti il loro orecchio a quello che egli dice e risuonano positivamente. Ai loro occhi la verità del Vangelo appare evidente, per questo non faticano a credere alle parole di Gesù e a rallegrarsene.
Uomini e donne molto diversi tra loro che dicono l'insondabile ricchezza del volto di Dio. Ciascuno incarna un tratto particolare di quel volto e lo traduce nel suo tempo, nella sua storia, nella sua situazione. E così mi ritrovo a pensare che questo è vero anche per me se, come dice Paolo, a ciascuno di noi è data una particolare manifestazione dello Spirito. A ciascuno..., dunque nessuno escluso. Anche a me, anche a te. Quale pagina del Vangelo io sono chiamato a incarnare ed esprimere qui e ora?
Dunque, non è per pochi eletti la santità: è per tutti. E se qualcosa di Dio non si conosce, non è forse perché io non sono stato in grado di manifestarlo?
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