Assunzione della Beata Vergine Maria




Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Antonio Savone, presbitero della diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Vita Pastorale (n. 8/2023)


ANNO A – 15 agosto 2023
Assunzione della Beata Vergine Maria

Apocalisse 11,19; 12,1-6a.10ab • Salmo 44 • 1Corinzi 15,20-27a • Luca 1,39-56
(Visualizza i brani delle Letture)


GLORIFICARE DIO CON IL CORPO

Contrariamente a quanto la nostra fede professa e annuncia (che, cioè, per raggiungerci Dio ha scelto di assumere il nostro corpo facendolo suo), abbiamo a lungo frequentato e, forse, persino alimentato, filoni di spiritualità che propagandavano una presa di distanza dal corpo, quasi fosse un inutile involucro di cui bisognava arrivare a non sentire più gli appelli. Anzi, sembrava addirittura che il progredire nella vita spirituale fosse legato a un corpo da mortificare continuamente.
Oggi, invece, celebriamo proprio la glorificazione del corpo. L'Assunzione di Maria, infatti, annuncia che quanto è accaduto al suo corpo è primizia, caparra, anticipo della sorte che toccherà a ogni nostro corpo: una donna, Maria, (anche questo molto singolare in barba ai tanti discorsi che gridano alla misoginia cristiana), è accolta nella gloria in anima e corpo.
Proprio la celebrazione odierna ci restituisce la preziosità del nostro corpo: noi "siamo corpo" e non soltanto "abbiamo un corpo". È con il corpo che ci relazioniamo, manifestiamo attenzione, premura, vicinanza, comunione. È con il corpo che amiamo e riceviamo amore.
Quello che viviamo in questo frattempo terreno è una sorta di gestazione del corpo glorioso che per un atto di creazione nuova il Padre ci donerà.
Se per venire al mondo nessuno di noi ha fatto qualcosa per deciderlo, per nascere, invece, alla vita nuova, per sempre, tutto di noi è necessario, proprio tutto ciò che ha a che fare con il nostro corpo.
Il tempo che ci è donato, poco o tanto che sia, è il tempo in cui prepariamo ciò di cui saremo rivestiti alla fine della storia.
Paolo dirà ben a proposito: «Glorificate Dio con il vostro corpo» (1Cor 6,20).
Penso così al corpo di Maria. Ai suoi piedi, anzitutto, che oggi contempliamo mentre raggiungono l'anziana parente chiamata a fare i conti con una maternità sperata ma giunta fuori tempo. Piedi affrettati per il servizio e la condivisione dell'opera che Dio aveva compiuto in lei. Piedi che non prendono vie di fuga nella prova e per questo sono immobili al Calvario.
Penso, poi, al suo grembo capace di fare spazio così da intessere la carne del Figlio stesso di Dio.
Penso, ancora, al suo seno che nutre l'affacciarsi del Verbo di Dio in mezzo a noi. Il latte materno ci trasmette non solo l'alimento necessario ma un vero e proprio modo di stare nella vita.
Penso, inoltre, alle sue mani aperte nel gesto orante e alle sue braccia che accolgono la fatica di tutti noi suoi figli quando le consegniamo fatiche e solitudini.
Penso al suo cuore in grado di accogliere una parola che chiede di essere concepita a di spetto di ogni evidenza.
Penso alla sua mente che fa suoi i pensieri stessi di Dio, imperscrutabili, inaccessibili eppure condivisi con chi non fa del suo schema mentale l'unico metro di misura.
Penso ai suoi occhi in grado di cogliere le domande inespresse e di riconoscere quando viene a mancare il vino della gioia.
Penso, infine, alla sua bocca che si scioglie nel canto della riconoscenza e nella disponibilità a offrire il suo "eccomi".
Dio glorifica chi lo ha glorificato in vita mediante il suo corpo, cioè con una fede corporea come quella di Santa Maria.


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