XXI Domenica del Tempo ordinario (A)




Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Antonio Savone, presbitero della diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Vita Pastorale (n. 8/2023)


ANNO A – 27 agosto 2023
XXI Domenica del Tempo ordinario

Isaia 22,19-23 • Salmo 137 • Romani 11,33-36 • Matteo 16,13-20
(Visualizza i brani delle Letture)


OLTRE L'OPINIONE

Quando gli incontri diventano relazioni viene per tutti il momento in cui dirsi se la presenza dell'altro fa la differenza o meno nella tua vita.
Qualcosa del genere quel giorno a Cesarea. Finché si era trattato di riportare le opinioni della gente, non ci voleva poi molto a farlo. Discettare su luoghi comuni è mestiere alquanto praticato, soprattutto quando il presente è misurato con categorie del passato.
Che fatica provare a conferire diritto di parola a ciò che accade senza necessariamente doverlo rapportare a schemi interpretativi obsoleti!
A Cesarea come nella vita di tanti, emerge come la chiacchiera sia un vero e proprio meccanismo di difesa: piuttosto che lasciarsi interpellare è più facile interpretare, invece che provare a leggere dentro, oltre ciò che accade, è preferibile fermarsi alla superficie della cronaca secondo schemi precostituiti. Ecco perché Gesù non tarda a incalzare gli apostoli e lo fa non già per conoscere qualche aspetto nuovo sulla sua identità quanto, piuttosto, per rileggere cosa significa la sua presenza nella vita di coloro che un giorno aveva chiamato a seguirlo.
Ma io chi sono per te? Cos'è cambiato nella tua vita da quando mi hai incontrato? Tu cos'hai capito di me? Cos'hai colto? È davvero la stessa cosa avermi incontrato o meno?
Pietro non è migliore di nessun altro, non è più bravo, non è più capace, anzi. Egli, però, pur trovandosi di fronte agli stessi eventi, lasciandosi illuminare dallo Spirito santo, dalla luce che viene da Dio, ha permesso che essi gli parlassero in un modo nuovo. Quei segni non possono che essere i segni del Messia atteso.
«Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Tu non sei un personaggio del passato. Tu sei ragione di vita per me.
Ecco il compito di Pietro, ecco il compito della Chiesa: riconoscere e annunciare l'opera stessa di Dio, introdurre altri nella lettura di ciò che Dio stesso ha disseminato nelle pieghe della storia, nella trama a volte contraddittoria della vicenda umana.
Compito della Chiesa è attestare quale capacità ha il Vangelo, a cosa è chiamata l'umana esistenza, dove è possibile attingere la gioia vera, come è possibile vincere la paura, quale capacità di rinnovamento ha il perdono, che cosa accade quando l'uomo assolutizza ciò che è solo un mezzo.
A questo tipo di conoscenza non si arriva mediante la carne e il sangue. La carne e il sangue possono avere delle informazioni sulla vita ma il senso di essa è dischiuso solo a chi non oppone resistenza allo Spirito. La carne e il sangue possono fare raffronti, possono intuire qualcosa, ma cosa rappresenta Gesù per te, solo il Padre può rivelartelo.
Le chiavi della conoscenza dei misteri del Regno sono affidate alla Chiesa a patto che essa si lasci plasmare continuamente dall'opera di Dio. Quando la Chiesa non resta fedele al suo mandato, l'umanità sperimenta ancora una forma di schiavitù propria di chi ignora ciò a cui è chiamato.
Penso a questo momento storico in cui come i due di Emmaus registriamo fatti ma manchiamo del codice interpretativo. Questo è il momento in cui i cristiani possono marcare la differenza se permettono alla grazia di lambire le loro storie perché tanti possano ritrovare la luce del senso.


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