Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Antonio Savone, presbitero della diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Vita Pastorale (n. 6/2023)
ANNO A – 18 giugno 2023
XI Domenica del Tempo ordinario
Esodo 19,2-6a • Salmo 99 • Romani 5,6-11 - Matteo 9,36-10,8
(Visualizza i brani delle Letture)
XI Domenica del Tempo ordinario
Esodo 19,2-6a • Salmo 99 • Romani 5,6-11 - Matteo 9,36-10,8
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QUESTIONE DI SGUARDI
Dovette captare lo smarrimento di quella folla che lo inseguiva, se Gesù senti il bisogno di coinvolgere i suoi discepoli in una missione che aveva come unico scopo quello di permettere a tutti di non essere folla ma uomini e donne capaci di accogliere l'amicizia offerta loro da Dio.
Misurando stanchezze e vuoti di chi ha davanti a sé, Gesù non si abbandona a sterili disamine o a recriminazioni accusatorie. Non dice come è Dio in sé, ma manifesta come agisce nei confronti di ogni essere umano.
Il suo, pur misurando limiti, fragilità, mancanze non diventa mai sguardo di disprezzo ma sempre sguardo disposto a mettere in luce ciò che preannuncia la possibilità di un raccolto abbondante.
Di fronte alla stanchezza della gente Gesù chiede agli uomini preghiera perché il Padre mandi operai adatti al compito. Una Chiesa pensata, voluta e inviata per essere segno dello sguardo di Dio per chi vive stremato e gettato a terra. Ecco il proprium di una Chiesa non distaccata dai problemi e dalle fatiche degli uomini e grata di ricevere dalle mani del suo Signore il necessario per vivere.
Gesù aveva intuito che ciascuno di noi rischia di essere grano maturo che nessuno raccoglie: la messe è abbondante. Il rischio è che la vita scorra lasciando cadere quel grano inutilmente, senza portare frutto. Se solo qualcuno pronunciasse la parola giusta al momento opportuno, se solo qualcuno ponesse un gesto di vicinanza, se solo qualcuno intercettasse ciò che di più vero c'è nel cuore di ogni uomo!
Gesù osserva che l'uomo è sempre pronto. E ancora "capace" del Vangelo. Lo è sempre, fino alla fine, anche quando tutto sembra irrimediabilmente o già definitivamente concluso, come insegna l'incontro col ladrone dell'ultima ora. Solo manca chi intercetti le occasioni di Dio, manca chi intravveda opportunità perché quel grano porti il frutto desiderato. Sono questi gli operai di cui abbiamo bisogno, allora come oggi. Questi - dice Gesù - mancano. Uomini e donne capaci di uno sguardo altro: quello di Dio e della disponibilità a mettersi in cammino sempre, di nuovo, senza attendere. Uomini e donne che non si fanno anzitutto maestri di nozioni religiose ma fratelli capaci di condividere con gli altri ciò che di più bello gli è capitato nella vita. E non è soltanto una questione di persone che scelgano una speciale consacrazione. Non è uno status che abilita a questo ma un'attitudine del cuore trasversale a ogni scelta di vita.
Mancano operai in grado di mettersi in cammino senza attardarsi a passare la vita a fare preparativi. Mancano operai capaci non di strutture o organizzazioni. Non necessitano uomini in grado di elaborare strategie.
Pregate...
Perché mai quest'ordine impartito da Gesù per far fronte a un'opera che, invece, sembrerebbe richiedere ben altro approccio? Perché la preghiera ci ricorda quanto siamo preziosi agli occhi di Dio e perciò non possiamo delegare ad altri il compito che, invece, Dio stesso affida a noi.
Pregate... ossia non smettete mai di fare vostro il desiderio di Dio. Il primo risultato della preghiera, infatti, prima ancora che un rovesciamento delle situazioni è cambiamento del modo di guardare le cose.
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