Maria Santissima Madre di Dio




Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Antonio Savone, presbitero della diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Vita Pastorale (n. 1/2023)


ANNO A – 1° gennaio 2023
Maria Santissima Madre di Dio

Numeri 6, 22-27 • Salmo 66 • Galati 4,4-7 • Luca 2,16-21
(Visualizza i brani delle Letture)


ANCHE DIO HA UNA MADRE

I nostri passi nel nuovo anno sono senz'altro passi accompagnati. Ad accompagnarci, infatti, è il volto di un Dio benedicente e colmo di fiducia rinnovata, poi un atteggiamento, quello di Maria donna attenta e capace di custodia e discernimento e, ancora, degli uomini stupiti, i pastori.
Dopo aver contemplato il discendere di Dio nella nostra condizione umana, accogliendo il grido entusiasta dei pastori, anche noi ci ripetiamo gli uni gli altri: andiamo fino a Betlemme. Portandoci come hanno fatto i pastori a Betlemme, accostiamo il mistero di Dio secondo una prospettiva tutta singolare: anche Dio ha una madre.
Col Natale ha inizio uno dei tratti più inediti circa il nostro immaginario su Dio: Dio si fa mendicante. E non chiede cose. Anzi, si fa mendicante di un grembo. Che Dio abbia bisogno di un grembo vuol dire che l'umanità è ancora in grado di creare una speciale sintonia con lui, se è vero che Dio la ritiene degna di accoglierlo.
Ha bisogno di una madre Dio, di qualcuno che si prenda cura di lui assumendosi una responsabilità tutta particolare nel voler mettere al mondo l'umano/divino. Certo, il compito di Maria fu singolare ma Dio non ha mai smesso di cercare donne e uomini in grado di concepire e partorire la novità di vita che può ancora abitare la storia.
Da allora non ha mai cessato di entrare nel mondo se non per questa strada. «A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio», così narra Giovanni nel prologo. Avrà preso da qui Dante quella bellissima espressione che applica a Maria: figlia del tuo figlio. Mentre gli offri uno spazio ti accorgi di essere introdotto nella vita stessa di Dio. Le parti si rovesciano: da mendicante si fa donatore. Accadrà così con la donna di Samaria, con il ragazzo dei cinque pani e i due pesci e ancora sulla croce quando griderà: «Ho sete», lui che stava per donare lo Spirito come sorgente di acqua viva.
Madri dell'impossibile:ecco il nostro compito. Madri si diventa attraverso le doglie del parto. La novità di vita non è mai indolore. Quando qualcuno si rende disponibile a osare l'impossibile è la pienezza del tempo; un tempo colmo, poco importa se breve. Tempo pieno per aver dato fiducia a ciò che neppure sembrava immaginabile.
L'aprirsi di un nuovo anno nel segno della maternità di Maria sta a dire che i nostri giorni possono essere vissuti solo mettendo a disposizione uno spazio per accogliere quanto Dio vuol mettere ancora alla luce, non senza di noi. E qui non c'è età o sesso che tenga. San Francesco dirà che «diveniamo madri del Signore quando accogliamo la parola e la generiamo mediante le opere».
A Maria verrà chiesto continuamente di farsi grembo dell'impossibile, addirittura dell'inospitabile. Sotto la croce, infatti, il figlio morente le chiederà di divenire madre dell'uomo Giovanni che impersonava l'umanità intera, quella che aveva messo a morte il fratello. Grembo di ospitalità anche per il nemico, caparra di una umanità nuova grazie all'esperienza di una maternità offerta e mai venuta meno persino nei confronti di Caino.
Come risuonano vere, allora, le parole che il Signore ripeté a sant'Angela da Foligno: «Fatti capacità (fatti grembo) e io mi farò torrente».


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