IV Domenica di Avvento (A)




Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Antonio Savone, presbitero della diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Vita Pastorale (n. 11/2022)


ANNO A – 18 dicembre 2022
IV Domenica di Avvento

Isaia 7,10-14 • Salmo 23 • Romani 1,1-7 • Matteo 1,18-24
(Visualizza i brani delle Letture)


IL MOSAICO DELLA NOSTRA ESISTENZA

L'immagine che più esprime la vicenda di Giuseppe è quella in cui è raffigurato seduto e con la mano che regge la testa, mentre è intento a pensare. Maria portava il segno evidente di un'azione di Dio dentro di lei senza precedenti ed egli era chiamato a non impedirne gli sviluppi. Anzi, questi sarebbero giunti a maturazione proprio attraverso il suo non contrastare. E il suo buon nome? Che tormento!
Il rispetto o il sospetto, la fiducia o la paura, la disponibilità o l'ignavia, il possesso o l'amore, diventare padre (basta un istante) o essere padre (non basta una vita)?
Giuseppe non è attraversato da quella smania di giustizialismo con cui a volte pretendiamo affrontare ciò che è oltre le nostre aspettative. Egli vive quel momento tanto drammatico quanto delicato non abbandonandosi a giudizi sommari ma continuando a stare sotto lo sguardo del Signore. È giusto, Giuseppe, proprio perché suo desiderio è continuare a fare quello che piace a Dio, non ciò che il suo orgoglio ferito potrebbe suggerire: il suo orgoglio di uomo non ha più valore della vita di Maria. È la giustizia di chi accetta che sia Dio a indicare il da farsi. Giuseppe diventa così figura di un discernimento intriso di calma, di prudenza, di riflessione, di silenzio, di ascolto, di ricerca, di obbedienza.
L'angustia della visione finisce talvolta per farci partire in quarta secondo uno sguardo pregiudiziale che impedisce di misurarsi con la verità delle cose.
L'approccio superficiale ha come esito naturale il privarci della possibilità di scrutare l'oltre di ogni cosa.
Giuseppe si trova di fronte a una situazione la cui soluzione sarebbe quella di farsi da parte: tuttavia, se questa può risultare la scelta meno costosa è anche la meno vera. Ma è possibile trovare una strada che non ferisca chi è coinvolto e al contempo salvi la verità della posta in gioco? Giuseppe è chiamato a non fermarsi all'apparenza e a non ripiegare nel tentativo di credere che salvarsi equivalga a non voler avere più nulla da spartire con Maria. E invece! «Non temere di prendere con te Maria», ripete l'angelo, «Non temere».
Il suo ragionamento, infatti, se da una parte vuol mettere in salvo Maria, dall'altra lo farebbe recedere dal suo progetto di matrimonio. Non basta scegliere il silenzio omertoso: è necessario interrogarsi su cosa significhi per me quanto sto vivendo.
La via d'uscita non sempre è solo nelle nostre mani: ci sono momenti, infatti, che hanno bisogno di una luce che solo Dio può donare. Ciò che sta accadendo in Maria è frutto dello Spirito santo.
Giuseppe deve rivisitare tutto ciò che sa di Dio. Dio non percorre le strade che l'immaginario umano riterrebbe degne di lui. Strano ingresso per essere Dio. «Dio inventa il suo annientamento e lo realizza» (Cabasilas).
Ecco perché è Giuseppe l'apripista di questo Natale per riconoscere che Dio è oltre ogni immaginario su di lui e, se lo accetti, la vita difficilmente ti porta là dove tu avresti voluto andare. Compito di Giuseppe, compito di ogni uomo è quello di provare a mettere insieme le tante tessere scomposte di cui è fatto il mosaico della nostra esistenza, riconoscendovi il misterioso filo rosso che tutte le tiene insieme.


--------------------
torna su
torna all'indice
home