Assunzione della Beata Vergine Maria




Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Antonio Savone, presbitero della diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Vita Pastorale (n. 8/2022)


ANNO C – 15 agosto 2022
Assunzione della Beata Vergine Maria

Apocalisse 11,19; 12,1-6a.10ab • Salmo 44 • 1Corinzi 15,20-27a • Luca 1,39-56
(Visualizza i brani delle Letture – Messa del Giorno)


ABITARE SOTTO LA TENDA DELLA FEDE

Fedele è Dio e per questo porta a compimento l'opera che ha iniziato: ecco cosa celebriamo ricordando l'Assunzione di Maria. Dio è fedele alla promessa secondo la quale la morte non può avere l'ultima parola sulla vicenda umana, che invece è destinata a entrare per sempre nella vita stessa di Dio. Quello che noi celebriamo di Maria è una primizia, una caparra di quello che attende ciascuno di noi.
Sempre in cammino, Maria, sempre disposta a nuove partenze, senza la pretesa - tutta umana - di voler finalmente piantare la tenda. Tutto le avrebbe suggerito di sostare per assaporare qualcosa di ciò che portava in grembo. E invece no: Maria si alza e in fretta si appresta a compiere quel viaggio non imposto.
Ovunque la vita ci porti, noi avvertiamo forte il bisogno di affondare radici e di creare una rete di abitudini grazie alle quali poterci aggrappare alla terra trovata. Senza neppure esserne consapevoli andiamo alla ricerca di un angolo protetto dall'eventualità dell'incertezza e dell'imprevisto. Noi sviluppiamo radici così da sentirci attrezzati contro quel terribile nemico rappresentato dalla sensazione di non appartenere a nessuno.
E come per contrasto ci ritroviamo, oggi, a guardare a Maria che non s'appropria di nulla, neanche del figlio che porta in grembo. La fede non ti fa mai sentire arrivato e fa sì che si cerchi la propria casa e che si scoprano le proprie radici non nel presente abituale ma in Dio e nella sua Parola.
La fede nasce dall'affidamento a una parola pro-mettente (che pone davanti) di Dio che indica un altrove e invita a un cammino confortato solo dalla fedeltà di colui che ha promesso. In nome di quella pro-messa, tutto diviene provvisorio: la meta, infatti, è ancora e sempre da raggiungere, perché la meta è Dio e la vita con lui. È verso di lui che il credente cammina con passo deciso senza lasciarsi incantare o incatenare dal canto delle abitudini che invece inducono a fermarsi troppo spesso.
La fede di Maria conduce a riconoscere che davvero non abbiamo una stabile dimora nella vita ma soltanto tende provvisorie che montiamo e smontiamo e un bagaglio leggero, così da proseguire il cammino.
Imparare ad abitare sotto la tenda della fede: ecco la consegna di Maria. Questo fa sì che si impari ad amare e apprezzare la bellezza della vita nel suo versante feriale, senza mai dar nulla per scontato. Nulla diventa inutile, nulla viene subìto ma intensamente vissuto e assaporato, nella consapevolezza del suo valore irrinunciabile.
Vivere nella fede è come anticipare simbolicamente la propria morte quando, da soli, decideremo se affidarci alla stabile presenza di Dio che invita a smontare la tenda per l'ultima volta. Dev'essere stata ben esperta di affidamento, Maria, capace di entrare nei passaggi, attraversarli e vincere continuamente la morte se, alla fine, questa non ha potuto trattenere il suo corpo. È possibile risorgere, è possibile ricominciare, è possibile rialzarsi. Ci parla di questo l'Assunta in cielo: della possibilità di risorgere. Una forza di risurrezione già attraversa e percorre le nostre vicende quando accettiamo di non rimanere ripiegati su noi stessi.


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