XX Domenica del Tempo ordinario (C)




Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Antonio Savone, presbitero della diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Vita Pastorale (n. 8/2022)


ANNO C – 14 agosto 2022
XX Domenica del Tempo ordinario

Geremia 38,4-6.8-10 • Salmo 39 • Ebrei 12,1-4 • Luca 12,49-53
(Visualizza i brani delle Letture)


LA DIFFERENZA CRISTIANA

Aveva appena detto: «Là dov'è il tuo tesoro sarà anche il tuo cuore». Ora Gesù ci dice che nel suo cuore c'è qualcosa che arde e che lo porta a compiere tutto ciò che egli fa. Il desiderio che lo anima non è il bene o l'utile per sé stesso ma il bene di ognuno di noi perché questo è ciò che il Padre desidera.
Quel fuoco è ciò che ne motiva le scelte e ne determina i passi ed esso non può essere contenuto o tenuto solo per sé.
Vorrebbe trasmettere a tutti la stessa passione che attraversa il cuore di Dio, vorrebbe vedere i nostri volti risplendere della certezza che ciascuno di noi è una passione per Dio, vorrebbe fare in modo che nessuno si smarrisca dietro ciò che non sazia, vorrebbe condividere le sue stesse motivazioni così che ognuno ritrovi il senso del suo essere al mondo.
Questo, però, ha un prezzo altissimo: quello di lasciarsi accendere e purificare dal suo stesso amore, quello di lasciarsi immergere (battezzare, appunto) nella stessa esperienza di morte. Ha davvero un tale prezzo l'amore? L'amore vero si declina sempre come capacità di perseverare, talvolta si manifesta addirittura come una lotta contro tutto ciò che vorrebbe deturparlo, altre volte va a braccetto con una faticosa solitudine. A ragione è stato scritto che l'amore ha nulla a che vedere con ciò che brilla ma con ciò che consuma.
La divisione di cui parla Gesù è quella che nasce dalla rottura con tutto ciò che impedisce la vita vera e nella vita di ognuno di noi questo momento arriva prima o poi.
Non poche volte siamo posti dinanzi alla prospettiva di dichiararci a favore o contro il Signore. E lo scegliere lui non è senza conseguenze. Ne sa qualcosa il profeta Geremia che, proprio perché portatore di una parola diversa, viene considerato un disfattista. La sua è una voce fuori coro proprio come la voce di ogni credente che guarda le cose da un'altra prospettiva, la cosiddetta differenza cristiana.
Stare dalla parte del Signore espone, compromette, destabilizza persino le relazioni familiari. Gesù non ha paura di metterci di fronte allo scandalo che l'accogliere la sua Parola può provocare. Non che egli sia venuto a portare scompiglio all'interno delle famiglie, ma la divisione può essere l'esito dell'essere "per lui". Il vecchio Simeone aveva profetato di lui: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione» (Lc 2,34). Misurarsi con lui non è senza conseguenze: l'incontro con lui, quando è vero, segna un prima e un poi.
È sotto gli occhi di tutti l'assottigliarsi delle nostre comunità e le cause sono molteplici. Tra queste, però, credo vada annoverato anche il fatto che spesso ci limitiamo a gestire l'ordinario senza infamia e senza lode, finendo per edulcorare ogni cosa, persino il Vangelo. Ma il Vangelo si diffonde per contagio (il contagio del fuoco!), non attraverso chissà quali sottili ragionamenti o corsi per addetti del mestiere a cui abbiamo ridotto la vita cristiana.
Quanti uomini e donne, anche ai nostri giorni, corrono con perseveranza addirittura nella disponibilità a consegnare la vita per i fratelli. Può avere una ragione per morire chi ne ha una per vivere. La mia qual è?


--------------------
torna su
torna all'indice
home