XIX Domenica del Tempo ordinario (C)




Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Antonio Savone, presbitero della diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Vita Pastorale (n. 8/2022)


ANNO C – 7 agosto 2022
XIX Domenica del Tempo ordinario

Sapienza 18,6-9 • Salmo 32 • Ebrei 11,1-2.8-19 • Luca 12,32-48
(Visualizza i brani delle Letture)


«NON TEMERE, PICCOLO GREGGE»

Nessuno di quanti avevano seguito Gesù aveva una formazione specifica: sapevano di reti, di qualche altro mestiere, ma non di più. L'insignificanza può mai far breccia in un sistema ben consolidato? È a domande come queste che Gesù risponde con parole rassicuranti mentre invita a non aver timore dell'esiguità delle forze o della irrilevanza dei numeri. La piccolezza non è mai stata un impedimento per Dio e per la sua azione. Da sempre, infatti, «Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti» (1Cor 1,26). Dio si rivela e si consegna compiaciuto solo a chi non si ritiene grande, a chi non rivendica con orgoglio diritti o precedenze ma con umiltà segue il suo pastore là dove egli vorrà condurlo, facendosi umile servitore della vita altrui.
Piccolo gregge... Un piccolo gregge cosa potrà mai? Non è meglio organizzarsi con mezzi, strategie, avamposti, presidi? D'altronde, siamo stati tutti tirati su nella convinzione che il raggiungimento degli obiettivi è proporzionale al dispiegamento dei mezzi. Non abbiamo mai imparato dal Signore la lezione secondo la quale basta un po' di lievito per fermentare la pasta, un po' di sale per dare sapore.
Piccolo gregge... quello che si fida ancora di Dio proprio quando tutto sembrerebbe addirittura insensato, come attesta la vicenda di Abramo. Quando continui a fidarti di Dio, la lampada non si spegne e sei pronto per nuovi viaggi, quelli che il Signore ispira continuamente. Dire fede non vuol dire meta raggiunta, sistemazione, ma segnale di partenza. Quando uno arriva alla fede, arriva... a partire. Credere vuol dire essere disposti e preparati a sempre nuove partenze. L'avventura non si conclude quando si raggiunge la fede, anzi l'avventura comincia con la fede ed è un'avventura nel segno della precarietà, della provvisorietà. La Lettera agli Ebrei ci dice che i credenti del passato «abitavano sotto le tende» e la tenda è per eccellenza il simbolo del viandante, di chi sa che la patria è altrove.
Piccolo gregge... capace di resistere alla notte del mondo fidandosi del fatto che Dio continua a stare sveglio e chiede di attendere e preparare il suo ritorno. Mentre incombe la notte sul mondo, il piccolo gregge non ripiega verso ripari sicuri, ma prova a tenere desta la speranza che ha il suo fondamento nel fatto che «per Dio la notte è chiara come il giorno».
Dio non cessa di affidarsi a un piccolo gregge. Cos'era Francesco d'Assisi in una Chiesa tanto corrotta come quella del suo tempo? Cos'era Caterina da Siena, donna illetterata che ebbe il coraggio di affrontare il Papa in persona? Cos'era Filippo Neri nella Roma del '500 se non un povero prete? Cos'era Teresa di Calcutta a fronte delle migliaia e migliaia di poveri che affollavano la sua città? E potremmo continuare fino a noi...
Nella logica di Dio il cambiamento avviene laddove c'è qualcuno disposto a cambiare, a svolgere il suo compito con fedeltà e responsabilità.
È ben strana, se ci pensiamo, la selezione fatta da Dio. Punta gli occhi su uno scarto che non ha smesso di far sua la legge della condivisione («Vendete i vostri beni e dateli in elemosina») e quella della fedeltà al proprio compito. Ci sono anch'io tra questi?


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