XIII Domenica del Tempo ordinario (C)




Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Antonio Savone, presbitero della diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Vita Pastorale (n. 6/2022)


ANNO C – 26 giugno 2022
XIII Domenica del Tempo ordinario

1 Re 19,16.19-21 • Salmo 15 • Galati 5,1.13-18 • Luca 9,51-62
(Visualizza i brani delle Letture)


LE CONDIZIONI PER SEGUIRE GESÙ

Un giorno, quando i suoi lo avevano ritrovato a disputare con i dottori della legge appena dodicenne, Gesù aveva detto di dover «essere nelle cose del Padre». Ora, da adulto, la decisione di perseguire fino in fondo la missione che il Padre gli aveva affidato è affermata con fermezza, unitamente alla consapevolezza del percorso che lo attende. Per essere nelle cose del Padre è necessario imparare a mettersi nelle mani del Padre. Luca dice addirittura «rese dura la sua faccia», come se Gesù abbia avuto bisogno di raccogliere tutte le energie e palesare cosa animasse il suo cuore e i suoi desideri.
Gesù è consapevole di essere il figlio di Dio e la sua vocazione è quella di manifestare a ogni uomo l'amore del Padre attraverso una fedeltà che non viene meno al primo villaggio di samaritani che gli oppone resistenza. Non diversa la mia identità e la mia vocazione: questo, infatti, è il senso del mio essere al mondo, fare della mia vita un dono d'amore. Quanto diverso, però, l'atteggiamento! Non mi ritrovo, forse, come Israele che, alle prese con la sfida dell'esodo, continuava a sognare con nostalgia e rimpianto la pentola della carne lasciata in Egitto? Eppure il compimento di una esistenza non è il rimpianto, ma la fiducia che ciò che mi attende è molto più promettente di quanto lasciato.
È per questo che Gesù non esita a mettere subito in chiaro le condizioni del viaggio:
La prima condizione per essere discepoli di un Maestro che non ha dove posare il capo, è essere come lui, senza tane di sicurezza e nidi di gratificazione. Seguire Gesù è seguire una persona sempre in cammino in una vita non programmata che rispetta la libertà e mette in conto perfino il rifiuto.
Essere come lui, questo è seguirlo! La sconfitta, perciò, non ci arresta e più che il castigo per chi rifiuta deve contare sempre il desiderio di un altro villaggio, di un'ulteriore semina, di una nuova casa a cui bussare.
I cristiani appartengono alla categoria di chi va incontro, di chi si muove per primo. Gente di incontri: la loro patria è il fratello, la loro casa una relazione.
Disponibilità, dunque, a lasciare fidandosi di ciò che Dio riserva, imparando a dilatare il proprio cuore sulla misura del cuore di Dio.
La seconda condizione è essere promotori di vita. Quando tu non segui Cristo tu diventi un morto che seppellisce morti. Tu sei chiamato a essere scopritore di cose vive. Il discepolo è uno che risveglia le sorgenti della vita dentro le persone. Impara, quindi, a essere vivo! Non trascorrere l'esistenza con l'unica preoccupazione di corrispondere alle aspettative altrui, alle convenzioni, smettila di continuare a voler sistemare un passato attraverso l'unico mestiere che a volte finisce di assorbirci: riempire di fiori la morte.
La terza condizione: guardare avanti verso quella porzione di campo che attende ancora il tuo lavoro, evitando di entrare nel futuro con la testa girata all'indietro. Guardare avanti, vale a dire guardare a ciò che ancora non c'è e che per mio mezzo può cominciare a esistere: in casa, in famiglia, nella comunità cristiana, lì dove vivi. Guardare avanti senza mollare l'aratro perché nei momenti difficili sarà lo stesso aratro a reggerti.


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