SS. Corpo e Sangue di Cristo (C)




Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Antonio Savone, presbitero della diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Vita Pastorale (n. 6/2022)


ANNO C – 19 giugno 2022
SS. Corpo e Sangue di Cristo

Genesi 14,18-20 • Salmo 109 • 1 Corinzi 11,23-26 • Luca 9,11b-17
(Visualizza i brani delle Letture)


FARSI PANE DI ACCOGLIENZA

La storia dell'umanità era iniziata con l'incerta promessa di un pane a prezzo di sudore. E, tuttavia, essa assumerà un nuovo corso con l'offerta di un pane spezzato: prendete, questo è il mio corpo (Mc 14,22). Al sudore dell'uomo subentra il sudore di Dio perché l'uomo possa accedere alla fragranza indispensabile del pane. Il pane è segno di tutto ciò che è essenziale per una vita buona, ma esso è sempre un bene a rischio: talvolta può costare persino il baratto con la libertà, come ricorda l'Esodo. E non poche volte non è mai abbastanza.
Non bastava, infatti, il pane per la folla alla ricerca di Gesù. A essa Gesù aveva offerto anzitutto il pane dell'accoglienza, il pane del non mandar mai via alcuno. Quanto fa bene il pane dell'accoglienza e quanto nutre!
Li aveva accolti... così annota Luca prima del nostro brano. La folla che cercava Gesù aveva incontrato la sua immediata disponibilità. A quella folla aveva annunciato parole di speranza accompagnate da segni di cura per le proprie infermità.
Quella sera, in quel luogo deserto, l'unica soluzione era prendere le distanze dalla folla: la fame si può dimenticare per il tempo di una predica ma poi i problemi sono altri.
La sera nel Vangelo non è mai il luogo dell'evidenza, è piuttosto il luogo della fede o dell'incredulità, del riconoscimento o della disapprovazione. La sera è il momento in cui fa capolino il dubbio, è il momento della nostalgia e, tuttavia, essa è sempre il luogo della manifestazione di Gesù. Non a caso è di sera che Gesù prenderà pane e vino per affermare che il buio si attraversa nella misura in cui la vita è vissuta come spendibile.
L'eucaristia è il sacramento della sera: è il dono lasciato da Gesù perché il buio non abbia il sopravvento.
Congeda la folla: il pane vero è altrove - protestano i discepoli – e va acquistato senza sconti. L'esperienza cristiana per quanto bella è sempre parziale, è limitata nello spazio (siamo in una zona deserta) e nel tempo (il giorno cominciava a declinare). La sera, per gli apostoli, è l'ora dell'adesione al reale: torniamo alla normalità. Arrendersi è la parola d'ordine: per quanto bello, tutto ha una fine.
Congeda la folla: ognuno pensi a sé stesso. Ma quello che Gesù sta per fare è proprio il contrario di quanto proposto. Per lui le cose possono andare diversamente.
Voi stessi date loro da mangiare... cioè, siate padri di questa gente. Procurate loro il cibo. Prova a sporgerti oltre la tua fame perché qualcun altro possa essere saziato. Gesù non moltiplica del cibo bensì la disponibilità di alcuni a prendersi cura della fame di altri: quando questo accade è prodigio. Tutti mangiarono e furono saziati.
Non abbiamo che cinque pani e due pesci... Cinque pani e due pesci è quello che abbiamo e di cui, forse, ci vergogniamo quando addirittura non ci lamentiamo perché è troppo poco, ma è quanto basta. Vuole che mettiamo a sua disposizione quel piccolo canestro composto dalle nostre energie, dalla nostra intelligenza, dal nostro cuore, dai nostri sentimenti. Questa è la nostra vocazione: metterci a disposizione. Non puoi mai dire di non avere niente. In realtà, hai sempre molto nella tua povertà: hai a disposizione te stesso.


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