Pentecoste (C)




Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Antonio Savone, presbitero della diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Vita Pastorale (n. 6/2022)


ANNO C – 5 giugno 2022
Pentecoste

Atti 2,1-11 • Salmo 103 • Romani 8,8-17 • Giovanni 14,15-16.23b-26
(Visualizza i brani delle Letture)


IL DONO DELLO SPIRITO EFFUSO SU TUTTI

Mentre il giorno di Pentecoste stava per terminare... Un vero e proprio trattato di teologia, quasi una chiave di lettura questa annotazione cronologica, un criterio da ritenere per apprendere il modo in cui Dio opera. Quando tutto sembrerebbe portare i segni della fine, allora Dio interviene. Quando il giorno volge al termine, allora Dio si rende presente immettendo un nuovo soffio di vita e facendo partire le cose secondo un ordine nuovo.
Pagine e pagine dell'antica alleanza avevano già narrato di come egli aveva aperto una strada nel deserto, aveva diviso il mare, aveva donato fecondità a chi non aveva gioito di una discendenza. E poi aveva reso madre una vergine. Sempre imprevedibile la sua azione, impensabile la sua grazia, inimmaginabile il suo amore. Quando l'uomo confessa che è "impossibile", allora Dio ha libertà d'azione: Abramo parte a settantacinque anni, Mosè a ottanta nonostante la sua balbuzie, Davide quand'era solo un ragazzo.
Dio predilige i tempi morti e intercetta i momenti in cui più evidenti sono i limiti. Entra là dove confessiamo la nostra impotenza senza cambiarla ma facendola diventare il tramite della sua azione;entra nel nostro peccato e ne fa un'occasione per una più abbondante rivelazione d'amore.
Dio porta a compimento la nuova alleanza non più attraverso il dono di una legge impressa su tavole di pietra, ma mediante il suo Spirito che viene effuso su tutti donando a ciascuno la capacità di intendere la lingua dell'altro.
L'azione dello Spirito è mirabilmente significata mediante i suoi sette doni:
la sapienza, ossia la capacità di gustare le cose così come le guarda Dio così da illuminare non solo le proprie scelte;
l'intelletto, ossia la capacità di non fermarsi alla superficie ma di scrutare la profondità di ogni cosa e scoprire la verità che può guidare l'uomo;
il consiglio che indica la via giusta per orientarsi verso il Signore e discerne ogni cosa pur di non smarrire quella strada;
la fortezza che ci rende certi che nessuno è in balìa delle difficoltà: Dio dona sempre la forza per camminare fino in fondo così da superare ostacoli,
tentazioni e persino le persecuzioni; - la scienza che aiuta a scoprire il perché delle cose così da non confondere le creature con il Creatore;
lo spirito di pietà che nasce là dove si è certi dell'amore del Padre e si esprime con gesti di tenerezza, di rasserenamento, di rispetto verso chi è nel bisogno.
il timore di Dio che rende preziosa la presenza del Signore nella vita e per nessuna cosa al mondo si è disposti a mercanteggiarla.
Se a Babele, pur parlando la stessa lingua, si era giunti a non comprendersi più, a Pentecoste ci si comprende pur parlando lingue diverse. A Babele, infatti, tutti sono presi da un bisogno di autoaffermazione (farsi un nome); a Pentecoste, invece, tutti sono preoccupati di annunziare le grandi opere di Dio (santificare il nome di Dio).
Si tratta di due cantieri sempre aperti. Sta a noi scegliere in quale operare, se in quello della propria affermazione a tutti i costi o in quello di chi è lieto di cooperare all'avvento del regno di Dio. La prima scelta è fonte di incomprensione e divisione, la seconda è artefice di unità. Cosa scelgo?


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