Santissima Trinità (C)




Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Antonio Savone, presbitero della diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Vita Pastorale (n. 6/2022)


ANNO C – 12 giugno 2022
Santissima Trinità

Proverbi 8,22-31 • Salmo 8 • Romani 5,1-5 • Giovanni 16,12-15
(Visualizza i brani delle Letture)


L'ESPERIENZA DELL'AMORE VERO

Se pretendessimo trovare nella Scrittura definizioni circa l'identità stessa di Dio, probabilmente resteremmo delusi. La Scrittura, infatti, più che restituirci in modo puntuale la sua identità, ci narra di cosa e di come Dio opera così da entrare noi stessi nella medesima esperienza narrata e poter dire da noi chi egli è.
Nella notte in cui avrebbe preso congedo dai suoi, Gesù era ben consapevole della statura reale dei suoi. Sapeva che non erano in grado di seguirlo fino in fondo e, tuttavia, questo non aveva condizionato il suo continuare a sceglierli e ad amarli come aveva sempre fatto. Per questo sulle sue labbra né parole di accusa né di rimprovero.
Certo, il suo desiderio sarebbe stato quello di esplicitare di più il senso della sua vita e della sua missione ma conosceva altresì l'incapacità di reggere una tale rivelazione da parte loro. Avrebbe voluto pure un maggiore coinvolgimento, ma sapeva che non poteva pretenderlo: in quel momento non erano in grado di assicurarglielo.
Emerge così uno dei tratti più veri dell'amore: non pretendere che l'altro soddisfi un mio bisogno ma accogliere quanto può dare. Questo è ciò che fa Dio con noi con infinita pazienza.
Al baldanzoso Pietro che sull'onda dell'entusiasmo aveva proferito parole che non avrebbero retto alla prova dei fatti, Gesù aveva preannunciato: «Dove io vado, tu non mi puoi seguire ora, mi seguirai più tardi» (Gv 13,36). L'amore si esprime proprio come attenzione ai tempi dell'altro.
Ci sono momenti e momenti, e Gesù ha attenzione per i tempi di ciascuno di noi. Sebbene attraversato dal desiderio di una loro maturità, sa che questa non si improvvisa e non avviene in modo repentino e automatico.
Questa situazione, però, al dire di Gesù è solo momentanea: verrà lo Spirito della verità. Cosa significa? Solo quando faranno esperienza dell'amore vero, pieno, totale, i discepoli saranno capaci di lasciarsi alle spalle solitudine e incredulità, la fatica della non conoscenza e l'incapacità di reggere il peso. Il di più dell'amore dischiuderà orizzonti insperati.
L'indisponibilità di un momento non deve indurre a chiuderci nel silenzio dell'incomprensione; l'incapacità a vibrare secondo lo stesso ritmo chiede a noi di esercitare il di più della pazienza che sa favorire e attendere la maturità dell'altro.
Per ora non siete capaci...
Di solito intendiamo capacità come essere in grado. Tuttavia, per essere in grado è necessario un passaggio previo: essere capienti. La capacità, infatti, prima ancora che abilità è disponibilità ad accogliere. Dio vorrebbe donarci ogni cosa, ma perché questo possa accadere è necessario dilatare lo spazio della nostra capacità.
Verrà lo Spirito...
Quando nella nostra vita diventiamo capaci di vivere secondo lo stile del Signore Gesù, quello è il momento in cui il suo stesso Spirito viene dentro di noi. Ma questo momento è possibile quando smettiamo di ospitare solo i nostri schemi di pensiero e ci apriamo al di più dell'azione stessa di Dio in noi.
Lo Spirito non cessa di introdurci nelle cose di Dio Padre secondo lo stile del Figlio Gesù, ma senza la disponibilità a fare spazio, il rischio è quello di estinguere la sua azione e di ritrovarci a corto di speranza.


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