Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Antonio Savone, presbitero della diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Vita Pastorale (n. 1/2022)
ANNO C – 6 gennaio 2022
Epifania del Signore
Isaia 60,1-6 • Salmo 71 • Efesini 3,2-3a.5-6 • Matteo 2,1-12
(Visualizza i brani delle Letture)
Epifania del Signore
Isaia 60,1-6 • Salmo 71 • Efesini 3,2-3a.5-6 • Matteo 2,1-12
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IL NECESSARIO VIAGGIO
Un annuncio aveva percorso i giorni in cui era nato Gesù: «È apparsa la tenerezza di Dio». A quell'annuncio si erano mossi per primi i lontani per condizione morale e sociale, i pastori. Lo stesso annuncio aveva messo in cammino alcuni lontani per il cultura e per fede, i magi il cui viaggio dovrà misurarsi con la fatica del tempo, il tarlo del dubbio, l'esperienza dell'ostilità a confrontarsi con la parola di Dio. A essi era bastato un segno nel cielo per intraprendere un viaggio di cui non conoscevano affato la meta, un'intuizione accesa da Dio nel loro cuore. A metterci per strada è sempre la possibilità che qualcuno ci guardi con occhio di predilezione e ci faccia sentire voluti, benedetti.
Quanti i segni che Dio continua ad accendere nel cielo della mia vita! Quante le intuizioni che attraversano il mio cuore! Non basta, però, vedere un segno se esso non smuove il desiderio. È il desiderio che portiamo nel cuore a farci reggere all'usura del tempo e alla fatica del viaggio. È il desiderio ad accendere le domande. L'incontro con Gesù avviene sempre quando il cuore non teme di ospitare interrogativi forti.
I magi testimoniano che la vita non può essere ridotta a un gioco di potere o di interessi. Ben altro è ciò che la rende degna di essere vissuta: la disponibilità a domandarsi che cosa il Signore chieda agli uomini. C'è un necessario viaggio da compiere se vogliamo conoscere la nostra vera identità di figli amati. Viaggio non scontato, come attesta lo stesso Vangelo.
Infatti, l'annuncio della tenerezza di Dio trova la chiusura proprio dei primi destinatari. La sete del potere da parte di Erode e il desiderio di custodire, in maniera gelosa, le vie di Dio da parte dei maestri in Israele, fanno sì che essi si arrocchino sulle loro sicurezze, che si trasformeranno per l'uno in spietatezza e per gli altri in cecità.
I magi, con in cuore le loro domande, finiranno per trovare la risposta tanto ricercata; Erode e scribi, con in mano le loro risposte, finiranno per perdere un'occasione unica.
Tutto questo, pero, ancor prima che essere la narrazione di un evento di oltre duemila anni fa, è cronaca del nostro cuore. È in noi che avvertiamo il desiderio di un cammino di sequela e l'indisponibilità a muovere un passo, il bisogno di apertura e il clima del sospetto. Vorremmo lasciarci sospingere dallo Spirito santo e, tuttavia, non riusciamo a svincolarci dai nostri particolarismi, aneliamo alla luce e ci accontentiamo dell'incerta fiamma di un fiammifero.
A bloccarci in questa avventura non è già una frontiera geografica ma un cuore attestato sulla difensiva. In ciascuno di noi abita un Erode che tutto vede come un possibile concorrente e tutto maschera nella menzogna.
C'è una grande differenza tra chi guarda alla vita come un cammino e chi la pensa come sistemazione, tra chi si misura con essa come persona in ricerca e chi la vive da soddisfatto. Non a caso, infatti, il cammino dei magi non termina a Betlemme. Da lì riparte per un'altra strada. Finché dura quest'oggi, la vita non è fatta di mete raggiunte ma di continue partenze, lasciandoci interpellare da ciò che lo Spirito accende nei nostri cuori.
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