Quaresima (C) - 2022



Parola che si fa vita


Commenti e Testimonianze sulla Parola (da Camminare insieme)



"Parola-sintesi" proposta per ogni domenica,
corredata da un commento e da una testimonianza.


1a domenica di Quaresima (C) (6 marzo 2022)
Per quaranta giorni, tentato da diavolo (Lc 4,1)

2a domenica di Quaresima (C) (13 marzo 2022)
Salì sul monte a pregare ( Lc 9,28)

3a domenica di Quaresima (C) (20 marzo 2022)
Ma se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo (Lc 12,3)

4a domenica di Quaresima (C) (27 marzo 2022)
Si alzò e tornò da suo padre (Lc 15,20)

5a domenica di Quaresima (C) (3 aprile 2022)
Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più (Gv 8,11)

Domenica delle Palme (C) (10 aprile 2022)
Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione (Lc 22,14)



_______________





1a domenica di Quaresima (C) (6 marzo 2022)
Per quaranta giorni, tentato da diavolo (Lc 4,1)

È iniziata la Quaresima e la Parola di Dio ci mette davanti una verità: il male esiste, anche se nel nostro mondo, malato di buonismo, tante volte viene negato o vezzeggiato. Il vangelo di questa domenica ci presenta Gesù che, condotto dallo Spirito Santo, arriva nel deserto dove per quaranta giorni è tentato dal diavolo.
Questo racconto, posto all'inizio della missione pubblica di Gesù, è la prova che conferma la sua identità: è il Figlio del Padre celeste. La sua obbedienza alla volontà di Dio nasce dal fatto che in Lui abita lo Spirito di Dio e si rende manifesta nella prova. Secondo la tradizione della Bibbia infatti la fedeltà a Dio emerge nella "prova", perché "l'oro si prova con il fuoco". Per questo le tentazioni rappresentano la prova che Gesù è il Figlio di Dio.
Guidato e abitato dallo Spirito, Gesù non lotta da solo: è Figlio di Dio per nascita e perché agisce in obbedienza a Lui. Gesù combatte le tentazioni a colpi di Parola di Dio, non dicendo nulla di suo, ma citando la Bibbia. Questa è la strada di Gesù e questa è la strada per ogni battezzato.
Non possiamo usare Dio per avere più cose, per avere più potere, per avere quello che vogliamo noi. Dio vale più di tutto e la comunione con Lui è il cibo desiderabile. Dio va cercato per se stesso, non per quello che può darci in seguito alle nostre richieste; va amato come Signore della vita più di qualsiasi altro antagonista. Proviamo in questa settimana ripetere spesso il versetto del salmo che dice: "Il mio Signore sei tu, solo in te è il mio bene". Sei tu, Signore, l'unico mio bene.

Testimonianza di Parola vissuta

DOLORE E RISURREZIONE

Siamo due giovani sposi, diventati genitori nel giorno del nostro primo anniversario di matrimonio, ad un anno esatto dal nostro Sì, il 21 dicembre 2020: giorno in cui era visibile la stella cometa di Betlemme, è nata la nostra stella.
La nostra piccola è nata con la Sindrome di Down; ha subìto due operazioni nei primissimi giorni di vita. La gravidanza è stata traumatica per via del terrorismo psicologico dei medici che, ad ogni controllo, giudicavano il nostro portare avanti la vita, come da poveri stupidi cattolici egoisti... La pressione, da parte dei medici, per indurci ad abortire era tanta.
Ci siamo aggrappati a Cristo, alla sua croce... Da mamma mi chiedevo se pregare per la sua guarigione fosse una preghiera egoistica: volevo io una vita più "facile"?
Dopo giorni di combattimento abbiamo capito che l'unica preghiera che potesse farci fare un passo in avanti, era una preghiera di abbandono totale a Lui, alla sua volontà, supplicavamo, sem-pre, il dono della gioia e del coraggio, utili per affrontare questo viaggio...
Gesù risorge con i segni dei chiodi del suo Venerdì Santo. Anche noi siamo risorti con Lui, perché anche nella sofferenza che indubbiamente c'è, siamo felici... Ecco cosa è la vita eterna! Il dolore sarà sempre nei nostri cuori, ma accanto ci sarà sempre la luce che solo Lui sa...
Non siamo caduti nella tentazione di chiedere il perché di tutto questo... Solo grazie, perché come diciamo sempre, "chi ama combatte"; abbiamo visto l'Amore vincere.

Due giovani sposi - Verona

Clicca qui per Foglio stampabile (pdf), formato A4, stampa f/r per A5

torna su



2a domenica di Quaresima (C) (13 marzo 2022)
Salì sul monte a pregare ( Lc 9,28)

Oggi il vangelo ci racconta la trasfigurazione di Gesù. Questo episodio occupa un posto centrale nei vangeli sinottici. Come al battesimo, anche qui la voce celeste rivela Gesù come Figlio; ma ora questo suo essere Figlio diventa per così dire visibile anche nella sua umanità. E noi pure abbiamo la possibilità di vedere le cose in modo diverso e nuovo, di percepire un "altro volto" di Gesù.
Nella Bibbia la visione di Dio e la sua conoscenza spesso si acquistano sul monte. Per i discepoli l'invito a salire sul monte è la chiamata a cambiare prospettiva, abbandonando il modo di vedere della "valle" e accogliendo un modo di vedere diverso. È nella preghiera che si percepisce questo volto "altro", che Gesù assume cambiando d'aspetto. Coinvolgendo i suoi discepoli nella preghiera, mostra loro la sua gloria.
Certamente a ciascuno di noi è capitato, dopo un tempo di preghiera intensa, di essere tornato alla vita con un cuore diverso, soprattutto quando ci sono tragedie della vita capaci di spezzare gli animi più forti, le volontà più tenaci, i caratteri più decisi. Sono certo che molti di noi hanno provato momenti simili e hanno scoperto che solo nell'abbandono a Dio nella preghiera è il segreto per superare ogni sciagura e difficoltà.
È successo così anche a Gesù: si è trasfigurato "mentre pregava". Molte volte Luca sottolinea questo atteggiamento confidente di Gesù. È questo il grande segreto per conservare e accrescere la fede, il grande segreto per affrontare le battaglie quotidiane della vita: la preghiera che ci permette di entrare nel cuore di Dio.

Testimonianza di Parola vissuta

MESSA FERIALE

La mia esperienza è iniziata due anni fa. Anche a distanza di tempo, ne ricordo chiaramente le circostanze. Era la Messa di mercoledì delle Ceneri delle ore 16. La nostra chiesa era colma di genitori e figli e io ero lì "liberamente costretta" por accompagnare mia figlia che all'epoca frequentava la prima media. Nella sua omelia il sacerdote suggeriva ai fedeli vari modi per vivere meglio il tempo quaresimale. Ed io, con una ferma risoluzione che tuttora mi stupisce, ho accolto una di quelle proposte: la santa Messa nei giorni feriali. Ricordo di aver vissuto intensamente quella quaresima ma quando è arrivata la Pasqua, quell'appuntamento quotidiano con il Signore mi era diventato così caro, desiderato e atteso che mi sono ritrovata a rinviare di settimana in settimana la sua scadenza.
Eccomi quindi dopo due anni a fare i conti con una specie di "dipendenza", una dipendenza da Dio. Perché ho scoperto di essere, spiritualmente parlando, simile a quelle batterie da cellulare un po' debolucce, che non tengono a lungo la carica e che hanno bisogno di essere ricaricate molto spesso. Oppure a quelle piante che necessitano di annaffiature quotidiane per mantenersi rigogliose. Ogni giorno la santa Messa mi ricarica, mi rinvigorisce. Il Signore mi rigenera con la Sua misericordia e il Suo perdono, mi nutre e mi fortifica con l'Eucarestia, mi istruisce e mi guida con la sua parola. La Messa è come una quotidiana "iniezione" di Dio.
Ringrazio il Signore per il dono di questo incontro quotidiano con Lui che mi sta aiutando a crescere nella fede e che fortunatamente, nel nostro paese, non mi espone a nessun rischio tranne forse quello di essere derisa. Non me la sento di dire che continuerò a frequentare la s. Messa ogni giorno per tutta la vita. Ma il "per sempre" è fatto di tanti "oggi" e mi basta decidere giorno per giorno con la certezza che il Signore, in ogni caso, mi ama e mi attende.

N.N. - Verona

Clicca qui per Foglio stampabile (pdf), formato A4, stampa f/r per A5

torna su



3a domenica di Quaresima (C) (20 marzo 2022)
Ma se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo (Lc 12,3)

Dio non è un "oggetto sacro" costruito dall'uomo o adeguato alle immagini che l'uomo si fa di Lui. Dio è il "Santo" che si rende misteriosamente presente all'uomo per renderlo santo, per renderci possibile una vita piena. Accogliendo il Dio presente, possiamo cambiare mentalità e sguardo di fronte alla vita. Ed è nel presente della storia, quella nostra e del mondo intero, che ci sono opportunità di conversione, perché ognuno possa imparare a pensare secondo Dio.
L'invito di Gesù è sempre un invito alla conversione. Oggi lo dimostra evocando un episodio di cronaca: il cedimento improvviso di una torre, che ha sepolto diciotto persone. In questo caso si tratta di una sciagura in cui non si possono rintracciare responsabili. Per un verso Gesù vuole smentire il pregiudizio che lega la sventura terrena a colpe personali o collettive, per altro verso dichiara che la vera disgrazia è il rifiuto a convertirsi.
I fatti della vita sono il linguaggio da interpretare, un appello a rinnovare l'esistenza. Si tratta di cambiare mentalità e sguardo di fronte alla vita. Convertirsi è accogliere l'opportunità di assumere un modo nuovo di pensare, che va oltre l'immediatezza delle cose. In altre parole, conversione è "riempire di parola di Dio la nostra vita". È la Parola accolta e messa in pratica che ci dà una visione diversa della vita quotidiana e fa crescere in noi un modo nuovo di pensare.
Anche gli antichi usavano due termini per indicare il tempo: come un succedersi delle cose quotidiane per l'intera vita (così suggerisce il detto "niente di nuovo sotto il sole") o come "un'occasione" unica, un'opportunità, un momento straordinario che interpella. Se tu l'accogli così allora vedrai la tua vita fatta di infiniti momenti unici. Tu rifiorirai e porterai frutti di vita evangelica.

Testimonianza di Parola vissuta

"AMARSI SECONDO SAN PAOLO": RIFLESSIONI DI UNA INSEGNANTE

Come posso vivere concretamente l'amore nella quotidianità dell'esperienza scolastica?
L'amore è paziente: è capacità di attendere i tempi di crescita, di incoraggiare e stimolare, anche quando sembra che niente cambi e che regni la demotivazione.
L'amore desidera il bene dell'altro: di ciascun ragazzo/a e di ciascun/a collega, nel tempo che mi è concesso di condividere con lui/lei, soprattutto dei "bastonati nell'affettività".
Amare è donare, ma anche chiedere ("L'amore è sempre un appello ad essere riamato"): come insegnante a volte mi dico che dovrei mantenere un "profilo più asettico", non troppo "affettivo"; ma constato ogni giorno come i ragazzi percepiscano i miei sentimenti (anche quando sono trattenuti) e se ne sentano coinvolti. Penso quindi che possa essere un'occasione di crescita dire quello che provo, manifestare le mie soddisfazioni ed insoddisfazioni nei confronti dell'esperienza scolastica e non solo, esprimere (da adulta e da insegnante) la mia sensibilità e umanità.
L'amore non invidia... il/la collega che ottiene più riconoscimenti o che ha più coraggio di sperimentare nuove metodologie, che ha più carisma o capacità. L'invidia porta alla competizione, al bisogno di dimostrare all'altro che "io sono meglio", rovina la relazione e la possibilità di collaborare e di crescere insieme. Anche andare oltre l'invidia altrui (che si manifesta come "sospettosità"), cercando di mantenersi umile, non è facile.... è più semplice non condividere quello che si fa e mantenere le distanze.
L'amore, quindi, dona senso ad ogni cosa, anche al mio lavoro.

Anna

Clicca qui per Foglio stampabile (pdf), formato A4, stampa f/r per A5

torna su



4a domenica di Quaresima (CB) (27 marzo 2022)
Si alzò e tornò da suo padre (Lc 15,20)

La parabola del figlio perduto e ritrovato, al centro dell'annuncio di questa domenica, fa riflettere sulla relazione fondamentale tra credente e Dio. Anzitutto c'è un padre che perde il figlio minore, che taglia i legami paterni. Chiedendo l'eredità è come se facesse morire il padre anzitempo, affermando coi fatti che da lui vuole il suo denaro non la sua sapienza e il suo affetto. Il padre non rifiuta la richiesta del figlio e rispetta la sua scelta di libertà.
Andandosene, il figlio ha rifiutato il padre come origine della vita ed è precipitato nella miseria abbruttendosi peggio dei porci - animali impuri per un israelita -, che egli è ridotto a pascolare. Venuta la carestia è più affamato di loro e giunge al fondo. In quel momento rientra in se stesso e decide di tornare a casa, perché lì anche i servi stanno meglio di lui. Scopertosi nel peccato, vorrebbe infliggersi da solo la pena: ancora non è capace di entrare in un'autentica relazione d'amore col padre: "non sono più degno di essere chiamato tuo figlio", pensa il giovane.
Eppure il padre si accontenta anche di questo ritorno determinato dall'interesse personale. Lo vede di lontano, gli corre incontro, lo abbraccia e lo bacia e gli ridà la dignità di figlio rivestendolo del vestito più bello, mettendogli al dito l'anello con il sigillo di famiglia e i calzari ai piedi, perché in casa non è un servo.
Ecco: in quel Padre c'è la nuova immagine di Dio, che Gesù vuole comunicarci: è un Padre misericordioso, pronto ad accoglierci, a perdonarci, a restituirci la nostra dignità di donne e uomini. In questa settimana proviamo a fermarci e a chiederci: chi è Dio per me, quale immagine di Dio mi porto e coltivo in cuore?

Testimonianza di Parola vissuta

DIO È AMORE

Quello che mi ha folgorato è stato scoprire che Dio è amore. Prima per me era un Dio padre, sì, ma severo. Questo ha cambiato i parametri della mia vita: tendere a fare ogni cosa per lui ("per te Gesù"); tendere a voler bene a tutti.
Venivo da un'esperienza di distacco dalla Chiesa e dai sacramenti. Mi ha salvato capire che Dio è amore e che quello che mi era capitato non era per il mio male.
Per la prima volta mi sono reso conto che l'amore di Dio nella nostra vita si può cogliere anche dalle piccole cose, dai gesti di un amico, dal sorriso di un estraneo, dalla gioia che si prova quando si sta con un gruppo di persone… Non è necessario aspettare i grandi avvenimenti e proprio in questi giorni ho capito cosa vuol dire amare il prossimo, scorgere il volto di Gesù in ogni uomo.

P. N.

Clicca qui per Foglio stampabile (pdf), formato A4, stampa f/r per A5

torna su




5a domenica di Quaresima (C) (3 aprile 2022)
Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più (Gv 8,11)

Gesù non condanna l'adultera a lui presentata perché venisse giudicata secondo la Legge. Gesù non condanna perché Dio, il Padre, non condanna, ma vuole la salvezza del peccatore. Questa misericordia non è "grazia a buon mercato", ma è una nuova creazione, un'opportunità perché quella donna possa cam-biare la sua vita. In fondo: noi non siamo i nostri peccati. Dio non ci identifica con le nostre colpe, ma apre la strada ad un rinnovamento di noi stessi, possibile con la sua grazia.
Troviamo nel vangelo di Giovanni questo episodio della peccatrice perdonata. Il testo dice che gli avversari di Gesù fanno questo per "metterlo alla prova". Essi lo insidiano per cercare di porlo in contraddizione con la Legge. Avevano portato davanti a lui quella donna sorpresa in flagrante adulterio: "Secondo la legge di Mosè, bisognerebbe lapidarla", insinuavano. "E tu che ne dici?". Gesù risponde: "Chi non ha mai peccato le getti la prima pietra". E di colpo se ne erano andati tutti in punta di piedi, cominciando dai più vecchi.
Gesù, rimasto da solo di fronte alla donna, le aveva chiesto: "Donna, dove sono tutti? Nessuno ti ha condannato?". "Nessuno, Signore". E aveva concluso: "Non ti condanno neppure io. Vattene in pace e non peccare più". Gesù le restituisce la sua dignità e la sua libertà: il valore della sua vita sta nel "cambiare vita". Gesù guarda al futuro, non distrugge le regole e invita a viverle come valori. Egli con il suo sguardo e con la sua parola ci fa nuovi. Anche noi possiamo lasciarci incontrare da Cristo.

Testimonianza di Parola vissuta

PROGRAMMA DI VITA SOSTITUITO

Avevo 23 anni, una vita da libertino, quando ho scoperto il Vangelo. Mi colpì all'inizio l'invito amorevole: "Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò". Ma, dopo, la minaccia della parabola del fico infecondo: "Vedremo se porterà frutto; se no, lo taglierai", sono state parole che ebbero su di me un tale impatto che le ricopiai su un foglio e lo attaccai alla porta della camera. Per appendere quel foglio, ne staccai un altro: un poster con un'auto di lusso, con un giovane lui che apriva la portiera a una bella lei e la scritta "Saranno felici".
Eccomi così a staccare quell'annuncio di un programma di vita per sostituirlo con l'altro ben diverso. Avvertii subito che la misericordia infinita, in Gesù, conviveva con la giustizia altrettanto infinita. La vita e la morte, e l'aldilà cui questa dà accesso, sono le cose più serie: non si può essere superficiali e spensierati.
Avevo un taccuino, per me il più prezioso e invidiato dagli amici, con l'indirizzo di donne pronte ad incontrarmi: è finito in mille pezzi nel cestino. Mai avrei pensato a un gesto simile: avevo scoperto qualcosa di più attraente!

V.M.

Clicca qui per Foglio stampabile (pdf), formato A4, stampa f/r per A5

torna su




Domenica delle Palme (C) (10 aprile 2022)
Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione (Lc 22,14)

Il racconto della passione, che oggi sta al centro della Parola, è fatto secondo il vangelo di Luca. Egli intende evidenziare l'innocenza del Cristo in modo che tutti possano riconoscerla e comprendere come attraverso l'evento della croce viene rivelata la misericordia divina.
Inizia l'ultimo giorno di Gesù. È il sesto della settimana, quello in cui il Signore completa l'opera sua, per cessare, alla fine, dalla sua fatica. Luca ci presenta un dittico, che offre il compiersi della pasqua ebraica nella cena cristiana. All'agnello succede il pane spezzato, al calice della benedizione il sangue della nuova alleanza. È l'Eucaristia: essa riassume tutto quello che Gesù ha detto e fatto e in essa ci fa il dono dei doni: ci dona sé stesso. Qui il suo amore per noi raggiunge il suo fine: si unisce a noi e si fa nostra vita. Qui vediamo e gustiamo tutto l'amore e l'umiltà di Dio, che per essere desiderato da chi ama, si fa bisogno fondamentale: pane. Nell'Eucaristia Dio riposa nell'uomo e l'uomo in Dio, in comunione di vita e di amore.
Luca introduce tutto questo messaggio con alcune espressioni significative. Gesù manda Pietro e Giovanni per preparare la Pasqua e quando prende posto a tavola le prime parole che pronuncia esprimono gioia e dolore assieme: "Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi", "e ricevuto un calice, rese grazie e disse: "prendetelo e fatelo passare tra voi": prendetelo e condividetelo. L'eucaristia, nata da un grande desiderio di Gesù, non è solo ricevere il pane spezzato e il sangue versato, ma anche imparare a condividere. L'Eucaristia è amore per diventare amore. Chiediamo questo dono, in particolare per questa settimana.

Testimonianza di Parola vissuta

IL SUPERFLUO

Durante una gita ad un santuario, un frate francescano, spiegandomi la povertà, aveva osservato che spesso conserviamo cose superflue che potrebbero essere necessarie ad altri.
A casa, ho fatto la cernita dei capi di vestiario che non usavo. E siccome conosco un tale che ha le mie stesse misure, gli ho chiesto se avesse bisogno di qualcosa, elencando quello che potevo offrirgli. Piangendo, l'altro mi ha confidato che da quando s'era diviso dalla moglie riservava per sé soltanto il necessario per sopravvivere e dava tutto ai figli.
Proprio quel giorno aveva pregato per poter risolvere il problema del vestiario dato che non ne aveva di adatto per l'inverno.

Mario – Italia

Clicca qui per Foglio stampabile (pdf), formato A4, stampa f/r per A5


----------
torna su
torna all'indice
home