XXXI Domenica del Tempo ordinario (B)




Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Antonio Savone, presbitero della diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Vita Pastorale (n. 9/2021)


ANNO B – 31 ottobre 2021
XXXI Domenica del Tempo ordinario

Deuteronomio 6,2-6 • Salmo 17 • Ebrei 7,23-28 • Marco 12,28-34
(Visualizza i brani delle Letture)

QUESTIONE D'ASCOLTO

Per tre volte nella stessa giornata Gesù si era già confrontato con i capi dei sacerdoti, poi con i farisei e, infine, con i sadducei. Uno scriba aveva assistito alla scena ed è rimasto positivamente colpito da come se l'era cavata con chi aveva una sola intenzione, quella di attirarlo in una trappola così da avere di che accusarlo. Allo scriba non bastava osservare pedissequamente delle prescrizioni; la vita non può essere declinata solo a partire da un dovere da adempiere. Inoltre, in certi casi, con che criterio discernere ciò che viene prima?
Ci si sarebbe aspettato che Gesù individuasse nel sabato il cuore della legge. E, invece, no. Egli stesso, più volte, aveva violato la prescrizione del sabato quando di mezzo c'era un uomo da salvare: «Il sabato è per l'uomo, non l'uomo per il sabato».
Vuoi sapere cosa conta davvero, cosa vale veramente? Ascoltare, ossia misurarsi continuamente con una Parola che fa vivere. Ascoltare, ossia fare spazio per accogliere.
L'ascolto è questione di ospitalità. È capacità di riconoscere Dio all'opera in ogni circostanza. Non è forse vero che quando si vive una relazione di amore, tutto porta i segni della presenza dell'amato e tutto è letto a partire da quel rapporto?
Quando ascolti, impari a riconoscere come il tuo mondo si popoli di infiniti segni della presenza e dell'opera di Dio che ti ricordano chi sei: tu sei amato di amore eterno. Da dove nasce la fede, una relazione di fiducia, appunto, se non dall'ascolto di ciò che qualcuno ha fatto per te? L'amore, infatti, prima ancora che un comandamento è risposta a una esperienza. Non posso non ricambiare chi mi ha amato in un certo modo. Non puoi ridurre a prescrizione ciò che, invece, ti è offerto come segno di una comunione che non viene mai meno. È perché il Signore è il "tuo" Dio che riesci a comprendere ciò che egli ti chiede.
È solo a questo punto che il Signore può rivelare ciò che conta: è l'amore che conta, non quello che si ferma al sentimento vuoto, ma quello che di lì a poco egli stesso manifesterà dando la sua vita.
Il cristiano non si misura con un termine vago o un concetto astratto di amore, ma con una persona concreta che ha fatto dell'offerta di sé il segno tangibile del suo amore, del dono la sua determinazione, del sacrificarsi il segno della totalità della sua consegna.
Come amare Dio? Attraverso la strada più breve: il fratello, colui che ti è più vicino. L'amore, infatti, non conosce vuoti relazionali.
Amerai, al futuro. A voler significare che si tratta di uno stile permanente, mai del tutto compiuto e mai del tutto concluso. L'amore ha sempre nuove strade, nuovi inizi.
Amerai, di nuovo, ancora. Proprio come fa Dio.
Un pagano, con intento canzonatorio, dichiarò al rabbì Hillel che si sarebbe fatto ebreo se egli fosse stato capace di presentargli tutte le leggi ebraiche stando in piedi su una gamba sola. Hillel rispose: «Ciò che non vorresti fosse fatto a te, non farlo al tuo compagno; questa è tutta la Legge, il resto è solo commento. Va' e impara!».
«Non sei lontano dal regno di Dio». Cosa gli manca? Ascoltare/riconoscere/accogliere che Dio è lì a un palmo da lui.


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