Domenica delle Palme (B)




Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Antonio Savone, presbitero della diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Vita Pastorale (n. 3/2021)


ANNO B – 28 marzo 2021
Domenica delle Palme

Isaia 50,4-7 • Salmo 21 • Filippesi 2,6-11 • Marco 14,1-15,47
(Visualizza i brani delle Letture)

COL SENNO DI POI

Quandoriascoltiamo le pagine che hanno scandito le ultime ore del Signore, vien quasi spontaneo pensare che Gesù deve essere stato proprio sfortunato. Tutto ha preso la piega che conosciamo solo perché si è trovato di fronte a gente dimentica di ciò che egli aveva fatto "sanando e beneficando tutti". Se solo ci fossero stati altri al loro posto, noi magari!
Poi, però, se provo a guardarmi in verità, mi accorgo che se la folla impiegherà tre giorni per negare la sua frequentazione con il Maestro, io impiego molto meno: sono un voltagabbana collaudato, basta solo trovare qualcuno che mi soddisfi di più per rimangiare ogni promessa.
Mi dico che se solo non ci fosse stato Giuda, Gesù non sarebbe stato tradito e venduto. Macché, io faccio di peggio: baratto la sua amicizia per molto meno di trenta denari se sono ferito nel mio orgoglio nel vedere che Dio, talvolta, non serve alla mia causa o, almeno, non nei modi che mi sarei aspettato. Almeno lo vendessi per il valore che ha! No, per assai meno, per nulla.
E vuoi mettere Pietro, l'uomo dalla facile professione verbale e poi incapace di riconoscere il suo Signore davanti al chiacchiericcio di una serva? Io mi fermo ancor prima: ho persino timore a farmi il segno della croce e a dire chi sei tu per me, Signore, mi vergogno solo perché non voglio rimettercila faccia con i miei amici o con chi potrebbe irridere la mia appartenenza.
E Pilato lo lasci fuori, incapace com'è di far appello alla sua responsabilità e alla sua libertà solo per salvare la faccia e uscirsene a mani pulite? Altro che Pilato sono io: se mi trovo tra opposte situazioni faccio di tutto perché a rimetterci sia un altro, poco importa se per far questo ne va del buon nome di una persona. Com'è facile credere di tirarsi fuori dalla mischia della responsabilità del male solo perché si è deciso di lavarsene le mani o, magari, non si è stati scoperti! Quanto avremmo bisogno di gridare con Paolo: «Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io» (1Tm 1,15)!
Ciò che stupisce della passione è che, pur sapendo con chi aveva a che fare, Gesù non si è sottratto alla relazione con quelle persone. Che cos'è la passione se non il racconto di ciò che Dio ha fatto a fronte di ciò che l'uomo ha compiuto contro di lui? Davvero c'è un altro modo di vivere le relazioni!
Vorrei entrare anch'io nel mistero santo di questi giorni con l'atteggiamento della donna che non versa, sprecandolo, solo l'unguento ma spezza pure il vasetto di alabastro.Quel suo gesto silenzioso racchiude ed esprime il senso di quanto accadrà di lì a poco: folle è il gesto di quella donna (e Giuda non può non rimarcarlo) perché folle è l'amore che Dio nutre per noi se accetta lo spreco della sua intera esistenza senza tenere nulla per sé.
Potremmo continuare a chiedere all'infinito cosa sarebbe accaduto se l'uno o l'altro dei personaggi che compaiono in questa triste vicenda avesse deciso di muoversi diversamente. Anche se fossero mutate le situazioni contingenti, Dio non avrebbe manifestato altrimenti il suo amore.


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