Natale del Signore




Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Antonio Savone, presbitero della diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Vita Pastorale (n. 11/2020)


ANNO B – 25 dicembre 2020
Natale del Signore

Messa del Giorno:
Isaia 52,7-10 • Salmo 97 • Ebrei 1,1-6 • Giovanni 1,1-18

Visualizza i brani delle Letture:
Messa nella Vigilia
Messa della Notte
Messa dell'Aurora
Messa del Giorno


NEI PANNI DELL'UOMO

«E il verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi». Forse non ci rendiamo più conto di cosa voglia esprimere una tale affermazione: Dio, il tre volte santo, colui che i cieli non possono contenere,colui che l'uomo non può vedere e restare in vita, entra nella storia assumendo dell'uomo la sua condizione di fragilità, di limite, di vulnerabilità. L'Onnipotente nell'Infinitamente piccolo!
Ecco ciò che accade nel mistero del Natale. Dio nei panni dell'uomo: «Con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo a ogni uomo, ha agito con volontà d'uomo, ha amato con cuore d'uomo. Nascendo da Maria Vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato» (GS 22).
Ma per comprendere appieno il senso del Natale, dopo aver sostato dinanzi al presepe, è necessario scostarsi un po' per comprendere che la nascita nella notte non è solo l'occasione per uno sterile sentimentalismo. Quel Bambino, infatti, non è rimasto tale: il Vangelo non tarda a riportare che «cresceva in sapienza, età e grazia, davanti a Dio e agli uomini». «Caro salutis cardo» (la carne è il cardine della salvezza, come sosteneva Tertulliano): la nostra fede crede che, perché una realtà possa essere riscattata, giungere a pienezza, non c'è altra strada che la concretezza fisica.
«Il Verbo si è fatto carne...», si è sottomesso a una ben precisa dinamica familiare che ha conosciuto anch'essa lo smarrimento e l'incomprensione. Ha fatto suo il silenzio e il nascondimento di un comunissimo villaggio di Galilea assaporando gli umori e i dissapori di una comunità.
Ha dovuto rivendicare la superiorità del Padre suo nei confronti dei dottori della Legge e persino nei confronti dei suoi genitori. Un giorno ha dovuto lasciare il suo habitat e avventurarsi in un percorso che ben presto non gli risparmierà la riprovazione e il fallimento. Ha dovuto misurarsi con l'alternativa seducente e illusoria di colui che continuamente tenterà di dissociarlo dal Padre suo. Ha avuto bisogno di amici, di uomini e donne con cui confidarsi e presso la cui casa rifugiarsi.

Si è fatto mani per alleviare le sofferenze di quanti incrociava sul suo cammino. Si è fatto attenzione e cura verso chi portava sulla sua pelle il marcio della disperazione e della sofferenza. Ha conosciuto sulla sua pelle persino l'incomprensione delle folle e pure quella di coloro che aveva chiamato con sé. Ha sperimentato come gli uomini fanno in fretta ad entusiasmarsi e altrettanto a dimenticare ciò che avevano promesso in un impeto di entusiasmo. Ha persino invocato il conforto di una compagnia nella notte in cui tutto gli stava precipitando addosso. Ha conosciuto l'amaro calice del rinnegamento di chi egli stesso aveva annoverato tra i suoi amici più stretti. Quella sua vicenda che ha inizio in uno sperduto villaggio di Galilea, termina fuori dalle mura della città come l'ultimo dei malfattori.
«Il Verbo si è fatto carne...». E adesso?
Mia è la sua figliolanza divina.
Mia la sua bellezza.
Mia la sua gloria.
Mio il Padre suo.
Mia la Madre sua.
Miei i suoi meriti.
Mia la sua passione.
Mia la sua morte.
Mia la sua risurrezione.


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