Avvento e Natale (B) 2020/2021



Parola che si fa vita


Commenti e Testimonianze sulla Parola (da Camminare insieme)




"Parola-sintesi" proposta per ogni domenica,
corredata da un commento e da una testimonianza.


1a domenica di Avvento (29 novembre 2020)
Lo dico a tutti: vegliate! (Mc 13,37)

2a domenica di Avvento (6 dicembre 2020)
Egli vi battezzerà in Spirito Santo (Mc 1,8)

Immacolata concezione della B.V. Maria (8 dicembre 2020)
Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te (Lc 1,28)

3a domenica di Avvento (13 dicembre 2020)
Venne un uomo mandato da Dio (Gv 1,6)

4a domenica di Avvento (20 dicembre 2020)
Ecco la serva del Signore (Lc 1,38)

Natale del Signore (25 dicembre 2020)
Oggi è nato per voi un Salvatore (Lc 2,11)

Santa Famiglia (27 dicembre 2019)
Il bambino cresceva pieno di sapienza (Lc 2,40)

Maria Madre di Dio (1 gennaio 2021)
Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore (Lc 2,19)

2a domenica dopo Natale(3 gennaio 2021)
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo (Gv 1,9)

Epifania del Signore (6 gennaio 2021)
Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima (Mt 2,10)

Battesimo del Signore (10 gennaio 2021)
Io vi battezzo con acqua, ma egli vi battezzerà in spirito santo (Mc 1,8)


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1a domenica di Avvento (29 novembre 2020)
Lo dico a tutti: vegliate! (Mc 13,37)

Con questa domenica iniziamo il nuovo anno liturgico, durante il quale ci accompagnerà, eccetto qualche festa, il vangelo di Marco. Il breve passo che ascolteremo oggi ci porta verso la parte finale del ministero di Gesù, al capitolo 13, considerato il capitolo che ci parla dei tempi finali, del compimento della storia. Il testo pone in primo piano il mistero del tempo, che il cristiano è chiamato a vivere nell'atteggiamento dell'attesa del Signore: "Egli viene incontro ad ogni uomo e in ogni tempo", come ci ricorda il prefazio di questa domenica.
Se l'Avvento è essenzialmente, come dice la parola, "la venuta del Signore", allora la liturgia lo celebra come tempo significativo e propizio per coltivarne l'attesa e, più in generale, per ripensare ai nostri desideri profondi e ai nostri destini ultimi. Ecco l'invito alla vigilanza. È un invito rivolto a tutti, anche a noi, che ci impegna ad essere capaci di discernere i tempi, di non lasciarci ingannare da falsi messia, né farci sorprendere dalla venuta del Signore, che di solito non è programmata secondo i nostri tempi e le nostre previsioni."Lo dico a tutti": tutti i credenti sono invitati a rimanere vigili nell'attesa.
Dall'esperienza possiamo dire che si vigila o per paura o per amore. La paura non può trovare spazio nel cuore del cristiano: numerose volte il vangelo ci fa ascoltare l'invito a non avere paura, a non temere. Allora vigiliamo per amore, come fanno i genitori con i loro figli. Perché sappiamo che per noi cristiani il "tempo", il nostro tempo vale Dio: quell'incontro, quel fatto, quella parola, quel pensiero… se tu sei attento ti porta qualcosa di Dio. E tu pronto e desto lo puoi accogliere e far festa.

Testimonianza di Parola vissuta

SOLO CON DIO

Sto preparando un incontro per i ragazzi della parrocchia, quando all'improvviso avverto un malessere: una fitta al torace con perdita di forze. Infarto! E nessuno intorno a cui chiedere aiuto. "Forse sto morendo", dico fra me e me. Mi distendo con fatica a terra, nella grande sala vuota.
In questi momenti in cui mi trovo solo con Dio, tutta la mia vita, buona e cattiva, mi passa in un lampo davanti alla mente. Forte è il rimpianto di aver amato così poco, per le occasioni perdute; ma più grande è il cuore di Dio che, avverto, copre una moltitudine di sbagli. Anche in questo momento, è lui che lo permette. Gli dico, gli ripeto: grazie!
Casualmente arriva qualcuno che s'accorge di me: la Provvidenza ha disposto che fosse un infermiere. Lui chiama un'ambulanza e poco dopo vengo trasportato in rianimazione, dove mi salvano per miracolo. Trascorro diverse settimane in ospedale, provando a dimenticare il mio dolore per prendermi su quello degli altri. E con la gioia di avvertire che da questa esperienza è nata un'amicizia straordinaria con Dio.

Un frate carmelitano - Italia

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2a domenica di Avvento (6 dicembre 2020)
Egli vi battezzerà in Spirito Santo (Mc 1,8)

La nostra attenzione in questa domenica è focalizzata sulla figura di Giovanni Battista. La liturgia ce lo propone perché è il precursore di Gesù. L'evangelista Marco non ci racconta nulla dell'infanzia di Gesù, ma all'inizio del suo vangelo parla del Battista come messaggero inviato a preparare la via a Gesù. Giovanni apre la strada al Cristo, così come Gesù alla fine del vangelo aprirà la strada agli apostoli precedendoli in Galilea per la loro nuova missione. Nel vangelo odierno troviamo un Giovanni punto di riferimento per tante persone: "accorrono a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme". Giovanni parla per immagini e la sua prima parola mette a fuoco la figura di Gesù, del quale egli non è degno di essere neppure lo schiavo: "dopo di me viene uno che è più forte di me". E affiora anche l'idea di due distinti battesimi, amministrati in tempi successivi e con strumenti diversi: "Io vi battezzo con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo". La grandezza di Giovanni consiste nella sua libertà di annunciare con forza uno più grande di lui. Giovanni è colui che sa parlare più per passione che in vista della comprensione. E questo aspetto ci conforta per la comune missione: non sono le nostre bravure, i nostri meriti, le nostre capacità (anche se tutto ciò può essere importante!), ma è l'amore, la passione che ci permette di annunziare Cristo con coraggio, con convinzione, con coerenza… perché di lui e del suo vangelo abbiamo fatto esperienza. Noi mediante l'acqua del battesimo abbiamo ricevuto lo Spirito Santo e siamo stati segnati con il crisma profumato: siamo diventati, come dice san Paolo, "profumo di Cristo", perché abitati dallo Spirito. Che chi ci incontra, attraverso il nostro amore, possa intuire la nostra appartenenza: siamo di Cristo, profumo di Lui.

Testimonianza di Parola vissuta

SI PUÒ SEMPRE CAMBIARE

Faccio il poliziotto. Giuseppe aveva organizzato rapine a mano armata. Per sfuggire alla cattura aveva sparato ed era stato ferito alla spalla da uno dei miei colleghi. Quando sono arrivato a piantonarlo in ospedale, sembrava una belva. Mi sono seduto sulla sponda del letto per sentire come stava. Lui, vedendomi insensibile agli insulti, anzi con atteggiamento amichevole, s'è stancato di inveire e ha cominciato ad aprirsi sui suoi problemi familiari.
Poi: "Ma che razza di poliziotto sei? Mi sembri un prete". Il ghiaccio s'è sciolto quando ha cominciato a piangere mentre io gli dicevo: "Se sei diventato così è perché hai avuto delle situazioni negative nella vita passata. Ma nessuno nasce cattivo. Si può sempre cambiare". E lì ho potuto dirgli che Dio c'era. Gli voleva bene e aveva un progetto su di lui, se solo si fosse fidato. "Ma come fa Dio a volermi bene se ho fatto una vita del genere?". "Credi a me. Si può veramente ricominciare".
Giuseppe ha preso a singhiozzare più forte. Dentro piangevo anch'io, ma di gioia, perché capivo che il messaggio era stato colto.

Tonino - Italia

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Immacolata concezione della B.V. Maria (8 dicembre 2020)
Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te (Lc 1,28)

La solennità dell'Immacolata concezione di Maria, posta nel cammino di Avvento, richiama alla nostra attenzione il fatto che la salvezza, l'essere rinnovati dall'amore di Dio, non dipende da noi, ma viene da Dio. È un dono il "far Natale". Il testo del vangelo proposto in questa festa è il racconto dell'annuncio della nascita di Gesù, rivolto a Maria dall'angelo Gabriele. Lo ascolteremo un'altra volta nella quarta domenica di Avvento.
Oggi ci fermiamo sulle prime parole che il Cielo rivolge alla Terra, Dio ad una creatura. "Rallegrati", sii nella gioia. È consolante pensare che la prima parola che Dio rivolge ad una creatura è un invito alla gioia: Dio si dona a noi come gioia. Al centro c'è la gioia di Dio. Il "gratis" di Dio al quale "tutto è possibile". È un gratis che sorprende. È un progetto di amore che scardina i nostri modi di pensare e le nostre misure di valutazione.
"Piena di grazia": è il nome con cui Maria è conosciuta in cielo. Questo cielo che sceglie un paesino insignificante e non una grande capitale. Questo Cielo che sceglie la piccola Maria e non la figlia di un grande personaggio. Questo ci ricorda che le chiamate di Dio sorprendono tutte le attese e non prevedono addestramento. La sua Parola lancia i chiamati (e tutti siamo chiamati!) nella storia con la forza della sua grazia. La grazia di Dio, se glielo permettiamo, ci lancia su sentieri nuovi e promettenti. Davanti a Dio non è necessario "essere i primi della classe". Conta l'amore, l'umiltà, la disponibilità a lasciarsi plasmare e riplasmare dalla sua grazia. Conta la docilità alla Parola. Conta il lasciarsi guidare dallo Spirito Santo.

Testimonianza di Parola vissuta

L'ALUNNO "DIFFICILE"

Insegno letteratura inglese in un college. Un giorno, per scuotere un mio alunno "difficile", gli proposi di scrivere un'esperienza, quella che voleva. Con sorpresa di tutti, acconsentì… Scrisse che era appena uscito dall'ospedale dove lo avevano curato per una ferita da taglio. La sua amica gli era morta tra le braccia, pugnalata. Durante la lezione successiva, continuò a descrivere la sua vita vuota: si era dato alla droga, non aveva una vera famiglia, la guerra fra le bande era tutto il suo universo. Un po' alla volta sembrò cambiare volto.
Gli altri allievi facevano a gara per considerarlo uno di loro. Ma poi tornò di nuovo accigliato: la polizia gli aveva trovato addosso un pugno di ferro. "Quando ti presenterai al giudice - gli dissi -, raccontagli il positivo che noi vediamo in te". E lui, tristemente: "Non credo che ce ne sia…". Insistetti.
Due giorni dopo riapparve al corso: "Il giudice mi ha lasciato libero!". Gli altri: "Vedi che non sei così cattivo!". Da quando avvertì l'affetto della classe, si mise a studiare con uno slancio incredibile.

Mariam - Usa

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3a domenica di Avvento (13 dicembre 2020)
Venne un uomo mandato da Dio (Gv 1,6)

L'annuncio che il Signore è vicino risuona anche oggi come un invito a cambiare condotte di vita non coerenti con la sua venuta. Ma è anche un annuncio, che solleva il nostro sguardo verso l'alto, che non può non generare in noi gioia. Nel vangelo che ascolteremo in questa domenica, Giovanni Battista rivolge a Gesù la domanda fondamentale per ogni credente: Chi sei tu? Scoprire chi è Gesù per me e per noi porta a prendere coscienza dell'essenza della nostra fede ed a interrogarci sul come possiamo rendere ragione del nostro credere di fronte agli altri.
Ma come viene presentato Giovanni, che sulle rive del Giordano chiama Israele a conversione? Proprio all'inizio del vangelo odierno, Giovanni viene presentato come "un uomo mandato da Dio". Bellissima questa definizione, che illumina anche la nostra vita. Non siamo su questa terra a caso. Siamo dei chiamati, ai quali il Signore affida una missione. Il compito di Giovanni è quello di essere testimone della luce.
A noi verrebbe da chiederci: ma la luce ha bisogno di testimonianza? Sì, perché la luce in questa pagina evangelica può essere paragonata ad un tesoro nascosto, che poter rivelare il suo valore deve essere prima scoperto; oppure ad una sorgente luminosa, che può diffondere il suo splendore solo se qualcuno rimuove eventuali barriere, Giovanni infatti sarà colui che rivelerà la peculiare identità di Gesù. Allora come acquista significato e valore la nostra vita! Il Signore ci ha chiamati, attraverso l'amore di papà e mamma, e a ciascuno affida una missione: quella di testimoniare la bellezza dell'incontro con la Luce che è Gesù, quella di aver trovato un senso pieno alla vita, quella della gioia di essere cristiani.

Testimonianza di Parola vissuta

STOVIGLIE DA LAVARE

Dopo una festa in parrocchia organizzata per dare un pasto caldo ai barboni, mi son trovato in mezzo a un disordine di rifiuti e di pentole e stoviglie da lavare. In cucina il parroco stava già rigovernando, felice della serata.
Colpito da una sua frase: "Tutto è preghiera", gli ho chiesto: "Anche lavare i piatti?". E lui: "Il tesoro più grande è arrivare a capire che tutto ha valore immenso perché dietro quella pentola c'è un prossimo che ha bisogno di me".
Da quel momento il mio pesante lavoro di muratore, i figli da accompagnare all'asilo, il lampadario da riparare… tutto è divenuto occasione per me di sublimare l'azione e farla diventare sacra.

G. F. - Italia

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4a domenica di Avvento (20 dicembre 2020)
Ecco la serva del Signore (Lc 1,38)

Il messaggio della liturgia di oggi è questo: Dio è contento di porre la sua dimora in mezzo agli uomini. La vera casa di Dio è l'umanità. Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, pone la sua dimora in mezzo a noi e ci mostra il vero volto di Dio: un Padre che ama noi suoi figli ed è felice che tra noi ci trattiamo da fratelli. Dio mostra la sua alleanza e fedeltà a noi donandoci suo Figlio. Sappiamo che la dimora di Dio in mezzo a noi è fatta di pietre vive: sono coloro che ascoltano e accolgono l'alleanza di Dio e rimangono a Lui fedeli; sono coloro che dicono sì al suo progetto e accettano di farsene collaboratori.
Il vangelo di questa domenica indica Maria e Giuseppe come prime pietre vive della casa di Dio fra noi: con il loro sì incondizionato danno inizio ad una storia nuova dell'umanità, la storia di una collaborazione tra Dio e l'uomo. "Ecco la serva del Signore": per Maria la volontà di Dio è tutto. La storia della salvezza era iniziata con un atto di obbedienza di Abramo; ora è Maria ad esprimere la sua obbedienza. È l'obbedienza della fede. Obbedire a Dio significa fare la volontà di uno che ha dato la sua vita per noi e per la nostra libertà.
Anche noi, se gioiosamente ci facciamo obbedienti a Dio, scopriamo di essere capaci di generare Cristo in noi stessi e di offrirlo ad un mondo che solo in Lui può trovare la sua salvezza, il suo futuro. Come Maria. Dio ci invita a fidarci di Lui, della sua azione e della sua fedeltà, perché Lui è uno che mantiene le promesse e che porta a compimento i suoi disegni. E così "faremo" Natale noi e aiuteremo gli altri a "fare" Natale. Tutte le volte che diciamo "sia fatto secondo la tua parola", immediatamente Cristo si incarna dentro di noi e noi possiamo donarlo.

Testimonianza di Parola vissuta

UN LAVORO INASPETTATO

Nel paese dove abitiamo è arrivata una famiglia con cinque figli. Il padre, disoccupato, aveva dovuto cambiare casa per motivi di salute. Siccome la sua professione era compatibile con quella di mio marito e stavano per esserci offerti dei lavori importanti, abbiamo considerato la possibilità di assumerlo nella nostra ditta. Dopo alcuni mesi però, quel lavoro non ci è stato assegnato e abbiamo cominciato a preoccuparci del futuro.
In quel frangente le parole del Vangelo che ci eravamo proposti di vivere, ci invitavano a pregare, facendo atten-zione a due possibili tentazioni: la presunzione di cavarcela da soli e il timore di non farcela. Gesù invece ci assicura che il Padre celeste non ci lascerà mancare la forza dello Spirito se vigiliamo e gliela chiediamo con fede. Ci siamo rivolti allora a lui, affidandogli la situazione e sicuri che lui ci avrebbe pensato.
Il giorno dopo, mio marito riceve l'offerta di un lavoro importante quanto inaspettato. Da allora il lavoro non ci è più mancato e il padre dei cinque figli può continuare a lavorare con noi.

M. R. - Svizzera

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Natale del Signore (25 dicembre 2020)
Oggi è nato per voi un Salvatore (Lc 2,11)

L'evangelista Luca inizia il racconto della nascita di Gesù ricordando il censimento che l'imperatore Cesare Augusto ha fatto di tutto il suo impero. Luca lo ricorda per dirci che Gesù è il centro del tempo e dello spazio. La vita degli uomini e la storia acquistano senso dalla persona di Gesù, perché egli è il nostro Salvatore.
Gesù nasce nella città di Davide in una cornice di povertà. Quando i giorni sono "compiuti", Maria dà alla luce, come tutte le donne che diventano mamme, il suo figlio. Possiamo pensarla anche lei presa dai dolori del parto, dalla preoccupazione di chi partorisce per la prima volta, dalla debolezza crescente. L'angelo poi offre indizi molto semplici: è un bambino, è avvolto in fasce, è deposto in una mangiatoia; quello era l'ambiente della casa dove stavano gli animali, il più caldo e il più confortevole per una partoriente.
Dio sconvolge sempre i pensieri e le attese degli uomini nei suoi confronti. I segni della sua presenza vanno cercati nella normalità della vita quotidiana: egli vuole essere come noi, amare e soffrire come noi. E sono proprio il pastori a diventare i rappresentanti di un popolo bisognoso di salvezza e i primi ascoltatori della buona notizia. Erano persone considerate impure e marginali dalla società.
Ma è agli ultimi che Dio si rivela, sono gli ultimi che Dio salva. Questa è la grande gioia annunciata. Sì, perché l'annuncio dell'angelo ai pastori è dato come buona notizia: oggi è nato per voi il Salvatore. "Oggi" esprime la fedeltà di Dio, la sua libertà e la sua presenza continua. Colui che è nato, e nasce "oggi" per noi, è il Salvatore. Anche noi "oggi" possiamo fare esperienza dell'amore di Dio che ci salva: in ogni momento e in ogni luogo.

Testimonianza di Parola vissuta

UN PICCOLO ATTO DI AMORE

Ero in auto quando, nei pressi di una rotonda, ho notato un traffico insolito: la causa era un'auto guasta in mezzo alla strada. Il conducente cercava di avvertire gli automobilisti che il suo mezzo era in avaria, ma questi non facevano che suonare il clacson, irritati per l'imprevisto. Vedendo l'affanno di quel signore, mi sono ricordato del mio proposito di quella mattina: amare tutti.
Così ho fatto il giro della rotonda, ho parcheggiato dietro la sua auto e ho aiutato il conducente a spingerla verso il bordo della strada per evitare qualche guaio più grave.
È bastato questo piccolo atto d'amore per darmi la carica a continuare così per tutto il giorno.

R. M.

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Santa Famiglia (27 dicembre 2020)
Il bambino cresceva pieno di sapienza (Lc 2,40)

La famiglia appare nella Scrittura come il luogo della benedizione di Dio: pace e concordia, solidarietà e reciprocità d'aiuto, apertura al futuro attraverso la generazione dei figli ne sono le caratteristiche che la rendono immagine della relazione di alleanza di Dio con il suo popolo. Il vangelo di questa festa presenta Gesù dentro il tessuto di una famiglia umana concreta, in un quadro realistico di ordinamento, vicende e relazioni proprie del suo ambiente.
Il brano del vangelo ci presenta il tema, che è fulcro della liturgia di oggi: il dono del figlio, un dono straordinario che supera le attese e i progetti dei genitori. Maria e Giuseppe "si stupivano delle cose che si dicevano" di Gesù. Anche per loro vale la legge umana, per la quale la percezione dell'identità del figlio cresce nella coscienza solo progressivamente e chiede loro crescenti e particolari scelte di vita e di fede.
Ci viene proposto oggi il racconto della salita al tempio di Giuseppe e Maria, quaranta giorni dopo la nascita di Gesù, per il riscatto del bambino che, in quanto primogenito, appartiene a Dio e a Lui deve essere offerto e per la purificazione della madre dopo il parto, secondo il rituale della Legge mosaica. Lì c'è l'incontro con il vecchio Simeone e la profetessa Anna. La scena del tempio è seguita dal ritorno a Nazareth.
Come alla nascita si passava dalla gloria cantata dagli angeli all'umiltà della mangiatoia, così ora si passa dalle prerogative divine proclamate nel tempio di Gerusalemme, alla vita quotidiana di un paesino, di Nazareth. E Gesù, come tutti i ragazzi, "cresceva". Luca ci dice "pieno di sapienza", capace di scoprire progressivamente e decisamente la sua missione, che sarà quella di occuparsi delle cose del Padre. Come per ciascuno di noi.

Testimonianza di Parola vissuta

UN SALVADANAIO SOTTO L'ALBERO

Quando i figli erano ancora a casa e arrivava lo stipendio, ci sedevamo attorno ad un tavolo per fare il preventivo del mese. Spesso alcune voci restavano scoperte e c'era da fare delle scelte. Commovente era la gara dei ragazzi nel dichiararsi disposti a rinunciare, per gli altri, a qualcosa destinata a loro.
Man mano che crescevano capivamo insieme che il necessario si misura sulle necessità di chi si trova in momenti difficili. Riuscivamo così, quasi sempre, a dare qualcosa a chi era nel bisogno.
Poi un Natale abbiamo pensato che non era giusto mettere sotto l'albero tanti doni mentre nel mondo molte famiglie mancavano del necessario. Insieme decidemmo allora di non scambiarci regali e di mettere il corrispettivo in un salvadanaio per destinarlo alle necessità di altre famiglie.
La sera di Natale ci attendeva una sorpresa: appese all'albero c'erano tante mani di cartoncino. Dentro, i nostri figli avevano scritto frasi del Vangelo, una differente dall'altra.
Ancora oggi che i nostri figli sono sposati si mantiene questa "tradizione": sotto l'albero, solo regali per i bimbi e un salvadanaio per le famiglie del mondo.

E. G. - Italia

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Maria Madre di Dio (1 gennaio 2021)
Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore (Lc 2,19)

La maternità di Maria ha un duplice volto e questo giustifica la posizione del tutto speciale che Lei assume nella storia cristiana. Da una parte è la Madre attraverso la quale Dio prende dimora tra gli uomini; dall'altra, proprio attraverso il Figlio che è vero uomo e vero Dio, lei continua a trasmettere agli uomini la possibilità di partecipare alla vita divina. Maria ha ricevuto il dono di essere Madre di Gesù non solo per se stessa, ma per tutta l'umanità.
Il vangelo di questa solennità ci fa rivivere il significato del Natale, con tutti i suoi personaggi e il suo clima: i pastori, simbolo dell'umanità che attende il suo riscatto; Giuseppe, che nel silenzio custodisce e protegge il mistero; il Bambino che nella sua fragilità altro non chiede se non di essere accolto. E Maria, che in tale clima "custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore". Bellissimo questo atteggiamento di Maria! Innanzitutto ci dice che la comprensione di un evento tanto misterioso e singolare ha bisogno di una lenta maturazione. In questa Maria impegna tutte le sue facoltà; l'intelletto, la sua volontà e la sua affettività, il suo cuore.
Quello di Maria è l'atteggiamento sapienziale di quanti accolgono la Parola, la meditano, progressivamente ne scoprono il significato e la conservano nel cuore per metterla in pratica. Per due volte nei primi capitoli del suo vangelo Luca sottolinea questo atteggiamento di Maria per dirci la sua importanza per la vita cristiana e farci capire che quello che lui scrive dell'infanzia di Gesù ha in Maria, sua madre, la fonte. Facciamo nostro questo modo di essere di Maria.
Custodiamo nel cuore quello che abbiamo celebrato in queste feste, meditiamolo per essere anche noi, almeno un poco, come Maria, capaci di donare Gesù a questo nostro mondo.

Testimonianza di Parola vissuta

UNA GRANDE STORIA D'AMORE

Mi chiamo Vid, sono croato, nato e cresciuto in una famiglia atea, che mi ha trasmesso un forte senso della giustizia, della solidarietà, della distinzione tra bene e male. Tutto a posto, finché durante il periodo dell'adolescenza per vari motivi sono entrato in conflitto con i miei genitori. Mi sentivo insicuro, smarrito. Sempre più ripiegato in me stesso, trascorrevo molto tempo solo o in compagnia del mio pc. Lentamente mi sono chiuso dentro una torre invisibile e ho alzato il ponte levatoio perché nessuno vi potesse entrare.
Un giorno regalano a mio padre una Bibbia. La prendo in mano, la sfoglio per la prima volta, con un misto di curiosità e timore. Me la porto in camera, la leggo con attenzione. Vi scopro una grande storia d'amore, quella di Dio per l'uomo, per ogni uomo, quindi anche per me. In quelle pagine molti miei interrogativi trovano una risposta, molti dubbi una certezza.
Sono passati quattro anni da allora. Il ponte levatoio si è abbassato, la stessa torre intorno a me si è dissolta. Vivo circondato da persone che come me credono nel Vangelo e nell'amore di un Padre. Sono stato battezzato, ho fatto la prima Comunione e la Cresima. Sono finalmente felice, perché ho scoperto che Dio ha un progetto su ciascuno. Sta a noi realizzarlo.

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2a domenica dopo Natale (3 gennaio 2021)
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo (Gv 1,9)

La liturgia continua ad aiutarci nella riflessione sul mistero del Natale, sul "progetto" del Padre che viene rivelato in Gesù di Nazareth. Gesù è offerto alla nostra fede come il "Verbo" (cioè la Parola) del Padre, come il Figlio nel quale Dio si è fatto nostro ospite, ha piantato la sua dimora nella nostra storia, condividendo così il nostro destino e trasformandolo in benedizione.
La liturgia eucaristica offre al nostro ascolto l'inizio del vangelo di Giovanni, che celebra Gesù come Parola. Il termine sugge-risce comunicazione, desi-derio di entrare in relazione con qualcuno, riconosciuto come un "Tu". Nel cuore di questa relazione, di questo dialogo, la Parola "si fece carne e venne ad abitare il mezzo a noi".
Questa Parola, nei primi versetti del brano odierno, viene presentata come verità e come luce. Fermiamo la nostra attenzione su questo secondo aspetto. Sappiamo quanto è importante e necessaria la luce per la vita. Se mettiamo delle piante al buio nel giro di poco tempo moriranno. La luce è essenziale per vivere. Camminare alla luce non è lo stesso che camminare al buio. E poi quando cerchiamo una cosa non è lo stesso cercare al buio e cercare in un luogo illuminato. E poi la luce ti permette di vedere l'ordine e il disordine, l'armonia di un determinato ambiente. Chi di noi non si è fermato incantato da un tramonto o da un'alba?
L'esperienza che abbiamo della luce ci aiuta a capire meglio come Gesù può essere la nostra luce. Pensiamo all'espressione del salmo 119 "lampada ai miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino". La sua Parola è una parola che illumina, che facilita e rende sicuro il cammino della vita. Accogliamo e mettiamo in pratica la Parola che il Signore ci rivolge con generosità e abbondanza.

Testimonianza di Parola vissuta

LA LUCE DELLA GRATUITÀ

Accompagno mia sorella nel negozio TIM. Per Covid19 aspettiamo il nostro turno quasi mezz'ora, poi il dialogo: c'è un contrasto tra l'accredito positivo e il blocco della comunicazione sul telefono di mia sorella. Il giovane interlocutore spiega l'inghippo più volte, alla fine propone una soluzione che si rivelerà decisiva. Appena ha concluso gli dico: "Bravo! Lei ha spiegato benissimo con chiarezza e pazienza!" Subito il giovane si rivolge al banco del suo socio ed esulta. La sua reazione mi sorprende: vuol dire che nel mezzo di transazioni solo commerciali, viste solo come dovute, il 'Grazie' e il riconoscimento gratuito del pur dovuto servizio fanno brillare la luce della gratuità.

Guido, Italia

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Epifania del Signore (6 gennaio 2021)
Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima (Mt 2,10)

L'Epifania, manifestazione del Signore, viene celebrata nelle letture odierne come il momento in cui Gesù, un figlio del popolo eletto, realizza la propria vocazione: è venuto per tutti. Allora è la festa dell'universalità e degli orizzonti sconfinati, festa di luce e di letizia perché "le genti sono chiamate in Cristo Gesù a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del vangelo" (Ef 3,6).
Nel brano evangelico di questa festa, Matteo presenta Gesù come il re dei Giudei, davanti al quale ogni persona è chiamata a scegliere tra accoglienza e rifiuto: mentre i lontani si avvici-nano, i figli del Regno rischiano di rimanere fuori. I lontani sono i Magi: "vennero da oriente a Gerusalemme"; nella loro ricerca sono guidati da una stella, dalla "sua" stella: per loro è il segno del Messia che si è levato nel cielo della storia, per illuminare l'umanità e attrarre le genti alla sua luce. Questa "stella del re" guida i Magi all'incontro con le Scritture di Israele, con la Parola di Dio affidata al popolo dell'alleanza.
La risposta immediata di sacerdoti e scribi dimostra la loro conoscenza delle Scritture, l'abilità nell'interpretarle. Ma tutto ciò non basta. Non è sufficiente conoscere la Parola, occorre che questa Parola metta in movimento; occorre cioè viverla. Illuminati dalla Parola i Magi riprendono il cammino: percorrendo la strada indicata dalle Scritture, la stella riappare. La loro reazione è la gioia, che per Matteo è il segno e il frutto dell'adesione a Cristo. La loro gioia scaturisce da una fede in ricerca perché ancora non hanno incontrato Gesù: cercare Cristo libera dalla paura, dall'ansietà e dà gioia al cuore. E questa gioia è il tesoro per cui vale la pena di lasciare tutto.

Testimonianza di Parola vissuta

NASCITA DI UNA COMUNINTÀ

Il nuovo cantiere in costruzione era ancora privo di una parrocchia. Poiché le famiglie che vi si sarebbero trasferite avrebbero avuto bisogno anche di un sostegno spirituale, il vescovo mandò due preti.
A me e a mio marito, l'affabilità e la non comune capacità di ascolto di don Romano, diedero subito l'idea di aver trovato un amico. Anche a noi, come ad altre famiglie, propose di formare la comunità cristiana approfondendo il Vangelo e trasformandolo in vita vissuta. Entrambi demmo la nostra disponibilità. Pochi giorni dopo conoscemmo anche don Gianni e la sintonia notata tra loro due ci dette la misura concreta del messaggio che portavano.
A Natale Gesù nacque "al freddo e al gelo" nel garage di un nuovo condominio, ma non ricordiamo un'altra notte di Natale in cui i nostri cuori avessero vibrato altrettanto.
Iniziammo così una nuova esperienza e, allenandoci con sempre maggiore intensità nella vita del Vangelo, scoprimmo un modo nuovo di essere Chiesa, con al centro la Parola di Dio. Il nostro gruppo crebbe di conseguenza.

Lucetta - Italia

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Battesimo del Signore (10 gennaio 2021)
Io vi battezzo con acqua, ma egli vi battezzerà in spirito santo (Mc 1,8)

Gesù viene proclamato "Figlio prediletto" e in questa "rivelazione" si manifesta anche il senso del nostro personale battesimo: siamo stati resi figli nel Figlio, figli amati da un Amore unico e infinito. Quell'amore che si è fatto vicino e visibile in Gesù a Natale. Il passo del vangelo che ci viene presentato in questa domenica fa seguito alla descrizione del personaggio di Giovanni Battista, che abbiamo incontrato nella seconda domenica di Avvento. Giovanni indica una venuta imminente e straordinaria: "viene uno" nei cui confronti si manifesta la grandezza del precursore: la libertà di annunciare con forza che Egli, Gesù, è "più forte" di lui. Marco, in tutto il suo vangelo, è molto sensibile a questa forza che abita Gesù e che irrompe vittoriosamente nella storia. Questo è ciò che determina la differenza tra i due battesimi: quello di Giovanni e quello di Gesù. Giovanni dirà: "Io vi battezzo con acqua"; ma di Gesù dirà "Egli vi battezzerà in Spirito Santo".
È bello pensare al nostro battesimo in cui abbiamo ricevuto il dono dello Spirito Santo e da quel momento siamo abitati dallo Spirito. Siamo diventati dimora dello Spirito. Sappiamo, per esperienza, che una casa disabitata lascia sorpresi: ogni casa infatti è costruita per essere abitata. Così anche noi: fatti per essere abitati dalla Vita stessa, dall'Amore di Dio. E se siamo nati da Dio si vince il mondo e la fede, la nostra, è la vittoria che sconfigge il mondo. Chiediamo al Signore di vivere con dignità, con passione, con entusiasmo la nostra condizione di essere "tempio" dello Spirito Santo.

Testimonianza di Parola vissuta

CONTROCORRENTE

Vivere il Vangelo comporta anche scelte controcorrente. Come quando cerco di mantenermi ferma in ciò che credo senza farmi prendere dal secolarismo che investe la mia Università.
Spesso la religione è argomento di discussione. Non si tratta però di convertirli e neppure di difendere la mia fede come la migliore, ma cerco di spiegare ciò in cui credo, imparando anche a rispettare la fede degli altri.
In certi momenti mi trovo a dire di no quando mi invitano ad andare fuori la notte a bere fino ad ubriacarsi. E ogni volta si fa più chiaro in me che questo modo di vivere è ciò che voglio dalla mia vita.

Kim - Filippine

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