XXXII Domenica del Tempo ordinario (A)



Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio"
Comunità di preti della diocesi di Modena-Nonantola
Vita Pastorale (n. 10/2020)



ANNO A – 8 novembre 2020
XXXII Domenica del Tempo ordinario

Sapienza 6,12-16 • Salmo 62 • 1 Tessalonicesi 4,13-18 • Matteo 25,1-13
(Visualizza i brani delle Letture)

TENERE ACCESI I DESIDERI

Spesso siamo preoccupati di conoscere il futuro. C'è persino chi, pur di sapere cosa accadrà, è pronto a consultare oroscopi e cartomanti, rimanendo puntualmente insoddisfatto e a volte fregato, perché come ci ricorda il Vangelo, il futuro non accade per caso e non dipende dagli oroscopi: il futuro lo si prepara giorno per giorno. Gesù non è un cartomante che rivela come andrà un esame o un'interrogazione, non ci consegna nemmeno l'oroscopo che ci dice come andrà la giornata e se avremo successo nel lavoro o in amore. Il Vangelo è preoccupato di dirci che l'interrogazione, il lavoro e le nostre relazioni andranno bene o male a seconda di come noi viviamo il presente, perché il futuro dipende dalla nostra capacità di "vegliare" oggi.

"Vegliate" è la parola che il Vangelo ci consegna e che Gesù, nella parabola delle dieci vergini, declina insieme alla parola "saggezza", in contrapposizione alla "stoltezza". Ai tempi di Gesù in occasione di un matrimonio, lo sposo veniva accolto e accompagnato da un corteo di amiche della sposa, un corteo festoso di canti e di luci. Come racconta Gesù, accade che solo cinque amiche della sposa portano con sé l'olio per le lampade, le altre si dimenticano. Il messaggio è molto chiaro: il nostro futuro dipende dalla nostra saggezza o stoltezza, da come noi decidiamo di vivere l'oggi. Tutte e dieci le vergini accolgono l'invito e si mettono in cammino. Ma non basta. La vita è lunga, spesso incontriamo anche imprevisti, inoltre nessuno di noi è esente dalla stanchezza e dal peso della quotidianità: nel cammino della vita c'è per tutti il rischio di rassegnarsi e di spegnere le lampade dei propri desideri. Corriamo il rischio di nascere "piromani" e di morire pompieri, cioè di invecchiare prima del tempo e di smettere di desiderare. Certamente, crescere significa diventare anche concreti e mettere la testa sulle spalle, tutto questo però non significa spegnere i nostri desideri, ma dare loro gambe e concretezza. Dispiace incontrare persone rassegnate, spente che non attendono più niente dalla vita, che non hanno più olio nelle loro lampade.

Il Vangelo ci chiama quindi "oggi e non domani" a una grande e personalissima responsabilità attiva. L'esito di un'interrogazione, di un progetto o di una relazione non dipende da oroscopi o cartomanti, ma dalla nostra responsabilità e capacità di essere svegli, tenendo accesi i nostri desideri profondi. Questo è l'olio che le giovani sagge prendono con sé, un olio di cui le scorte vanno però rinnovate, non sono date una volta per sempre.
E rinnovare le nostre scorte di olio è possibile prendendoci cura della nostra interiorità. Troppe volte ci perdiamo in cose che ci distolgono dall'essenziale, viviamo proiettati fuori di noi: abbiamo mille impegni, corriamo dalla mattina alla sera, corriamo talmente forte che ci lasciamo indietro l'anima, i desideri e le speranze. E per custodire la nostra interiorità, il Vangelo ci invita a dire dei "no". Ci colpisce sempre che alla richiesta di olio da parte delle vergini stolte, quelle sagge rispondano: "no". Ma solo se sappiamo dire dei "no", potremo conservare il nostro olio e dire dei "sì" autentici e pieni, andando così incontro allo sposo che ci viene incontro e che colma anche le nostre mancanze.


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