XXIII Domenica del Tempo ordinario (A)



Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio"
Comunità di preti della diocesi di Modena-Nonantola
Vita Pastorale (n. 8/2020)



ANNO A – 6 settembre 2020
XXIII Domenica del Tempo ordinario

Ezechiele 33,1.7-9 • Salmo 94 • Romani 13,8-10 • Matteo 18,15-20
(Visualizza i brani delle Letture)

L'ARMONIA È GRAZIA, MA A CARO PREZZO

Tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo. Se due di voi sulla terra si metteranno d'accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Gesù parla di una corrispondenza perfetta tra quello che avviene sulla terra e quello che si realizza in cielo, presso il Padre che è nei cieli. Tutto quel che facciamo qui su questa terra per legare insieme e creare comunione, riceve il suo sigillo in cielo. Poi Gesù promette a chi è riunito nel suo nome di essere lì con loro. Anche prima aveva detto:Se due di voi sulla terra si metteranno d'accordo... Una nota sola non fa un accordo, ma due o tre sì. O meglio: possono farlo. Si tratta di trovare l'armonia. È Gesù stesso che usa l'immagine dell'accordo musicale, perché quel "si metteranno d'accordo" è il futuro del verbo symphonèin, che vuol dire creare un'armonia di voci. Più suoni e voci uniti insieme per creare un accordo musicale.
Due o tre è il principio di quella sinfonia che si chiama fraternità. Due o tre è l'inizio della comunità di fratelli. La comunità inizia quando l'io incontra il tu e decide di camminare insieme e diventare noi. Occorre una decisione,però. Non è automatico che due suoni formino un accordo. L'accordo armonico è una possibilità. Per questo Gesù introduce le frasi con un se e con un dove. L'armonia e la sintonia vanno cercate pazientemente.
Si può anche stonare, purtroppo. Le stonature sono sgraziate, mentre l'armonia è grazia. Quando trovi l'accordo, gusti la dolcezza dell'armonia, sperimenti la bellezza di essere una cosa sola: voci e strumenti diversi che compongono un unico suono melodioso. C'è una comunità che può dire, con assoluta certezza, che c'è questo accordo e che Gesù è in mezzo a loro? Nessuno può dirlo con troppa facilità, come se bastasse fare tutti insieme il segno di croce e, voilà, il gioco è fatto! La parola di Gesù è una straordinaria promessa. Ma è una promessa che solo vivendo il Vangelo possiamo vedere esaudita. Si realizza se c'è un patto con lui e tra di noi. Questo patto si chiama fraternità. La sinfonia di cui parla Gesù è la comunione dei fratelli.

L'armonia è grazia, dono di Dio, ma, come diceva Bonhoeffer, è grazia a caro prezzo. Non è frutto di qualche incantesimo,ma è un percorso duro e faticoso. Richiede fatica, perché siamo tutti peccatori. Ecco perché, prima della promessa, Gesù parla del perdono al fratello che sbaglia. Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va' e ammoniscilo tra te e lui solo. Correggere il fratello che sbaglia è scomodo. È più facile giudicare, mormorare, parlare alle spalle... Se vuoi davvero il suo bene, lo correggi faccia a faccia. È la cosa più difficile, ma più onesta. Prendere da parte il fratello per avvertirlo è assumersi il compito che aveva il profeta: essere sentinella, vegliare sul suo bene. Sapersi correggere è la prova che si è fratelli. Infatti puoi avvertire uno che sbaglia, solo se per te è davvero un fratello da amare. Diventiamo fratelli quando troviamo il coraggio di venire corretti e di correggere. La Chiesa voluta da Gesù è una comunità di peccatori capaci di caricarsi del peso dei propri compagni di viaggio.


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