a cura di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio"
Comunità di preti della diocesi di Modena-Nonantola
Vita Pastorale (n. 1/2020)
ANNO A - 6 gennaio 2020
Epifania del Signore
Isaia 60,1-6 • Salmo 71 • Efesini 3,2-3a.5-6 • Matteo 2,1-12
(Visualizza i brani delle Letture)
Epifania del Signore
Isaia 60,1-6 • Salmo 71 • Efesini 3,2-3a.5-6 • Matteo 2,1-12
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DIO SI FA INCONTRARE DA CHI È IN RICERCA
La festa dell'Epifania celebra il desiderio di Dio di rivelarsi in Gesù agli uomini in ricerca, non importa di che razza, nazione o condizione siano. Oggi il Vangelo ci insegna come incontrare il Signore; viceversa, ci mette in guardia da ciò che non conduce ad alcun incontro. I Magi, Erode e i capi dei sacerdoti ci svelano due atteggiamenti opposti.
1. Desiderio o paura. Ci si può muovere per desiderio o per paura: nel primo caso, sarà possibile incontrare il Signore; nel secondo caso no. A tal proposito, colpisce l'atteggiamento di Erode, cosi diverso da quello dei Magi. Questi provocano in Erode e in Gerusalemme uno scossone, come quando qualcosa arriva all'improvviso e spiazza. Da quel momento, Erode si attiva: tutto deve restare sotto il suo controllo. Si mette in moto ed elabora una strategia per arrivare a Gesù. A spingerlo è la paura, ma questa non lo porterà a trovare il bambino. I Magi, al contrario, si muovono per desiderio. E ciò li rende attenti ai segni del cielo, fa cogliere loro l'avvento della stella, li fa uscire dai propri confini e, dopo un percorso segnato anche da errori, li porta a trovare il Signore. E un incontro assolutamente gratuito che li fa ritornare a casa per un'altra via.
Paura o desiderio. Dobbiamo chiederci quale dei due è il motore del nostro esser Chiesa oggi. Se una Chiesa che cerca di tenere tutto sotto controllo, che vuole rimettere a posto ogni cosa perché tutto resti inalterato, che elabora mille progetti per arginare il dilagante abbandono della pratica religiosa… oppure una Chiesa che desidera andar avanti, scoprendo che il Signore si incontra su cammini nuovi, nell'ascolto di ciò che vivono le persone di oggi e nella vittoria sulle nostalgie di un passato buono che però non rispecchia più la realtà. Spesso ripetiamo le parole di Francesco, che sogna una parrocchia dove tutto cambi; la verità però è un'altra: cambiare non ci piace, è scomodo, toglie punti di riferimento e ci costringe a vivere un tempo di incertezza. Chiediamoci: abbiamo un desiderio di Vangelo che ci fa camminare come comunità? Quale? Oppure viviamo girati all'indietro, impauriti, nostalgici?
2. Avere domande o dare risposte. Il Vangelo dice che i sacerdoti avevano le risposte giuste, ma non erano interessati a fare dei passi. E paradossale: questi religiosi sapevano dove doveva nascere il Messia, ma non lo aspettavano più. L'arrivo dei Magi non limette in discussione e non escono per cercare il Signore. Di più: la scena si svolge a Gerusalemme, la città della promessa, in realtà una città addormentata. È una provocazione anche per la nostra Chiesa, che è come. la Gerusalemme d'allora. Come Chiesa, abbiamo il coraggio di porci delle domande, di metterei in ricerca? O siamo come quelli che danno le risposte corrette, ma non fanno alcun cammino? Il Vangelo è un patrimonio che ci è stato affidato; a volte però lo ripetiamo come una teoria, valori "generali" strutturati in regole, che facciamo calare nella vita delle persone. L'incontro con gli uomini e le donne del nostro tempo non scalfisce le nostre sicurezze. Quand'è così, l'incontro con il Signore avviene ugualmente per chi lo cerca, ma siamo noi che ci escludiamo da esso.
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