Natale del Signore (Messa del Giorno)

Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio"
Comunità di preti della diocesi di Modena-Nonantola
Vita Pastorale (n. 11/2019)



ANNO A – 25 dicembre 2019
Natale del Signore

Messa del Giorno:
Isaia 52,7-10 • Salmo 97 • Ebrei 1,1-6 • Giovanni 1,1-18

Visualizza i brani delle Letture:
Messa della Vigilia
Messa della Notte
Messa dell'Aurora
Messa del Giorno

UN DIO INASPETTATO E SCONCERTANTE

Il Prologo di Giovanni è un testo affascinante e difficilissimo: non racconta ciò che è avvenuto nella notte santa (e la poesia di cui spesso lo rivestiamo); ne spiega, invece, il significato, mostrandoci in modo unico il volto di Dio e svelandoci il senso della storia. Giovanni racconta la nostra storia con Dio come lotta e scandalo. C'è lotta tra la vita, che è la luce degli uomini, e le tenebre; c'è un'accoglienza attesa, desiderata, che invece non si realizza, perché proprio i "suoi" scelgono di non accogliere Gesù. Nonostante lo scandalo di questo rifiuto, la vita vince: la luce splende nelle tenebre e quanti l'hanno accolto hanno ricevuto il dono di diventare figli di Dio.
Ascoltare queste parole fa dire che il Natale non ha niente di magico; semmai, è una festa scandalosa, poiché rivela che, fin dall'inizio, il Signore non è stato riconosciuto né accolto. Anzi, proprio coloro che avevano più possibilità sono quelli che falliscono, non accorgendosi o addirittura osteggiando la sua venuta. Pensiamo a Erode, che vorrebbe uccidere Gesù; pensiamo ai gestori dell'alloggio che non avevano posto e lasciano nascere un bambino in una stalla; pensiamo ai dottori della legge che, alla presenza dei Magi, indicano il luogo della nascita di Gesù ma non muovono un passo... Per contro, proprio le figure più periferiche, meno "degne", sono quelle che lo riconoscono e si muovono per incontrarlo: i Magi, i pastori…
Il Natale è veramente il mistero della non accoglienza di Dio. Tutto ciò perché il Natale ci mostra lo stile di Dio, così difficile per noi da accettare. Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua tenda in mezzo alle nostre. L'agire di Dio è abbassarsi, farsi debole, porsi in mezzo alle nostre vite fragili. Dove noi cercheremmo di emergere dalle meschinità della vita, dalle fragilità, dai problemi, questo Dio si butta dentro, mostrandoci così che è possibile camminare insieme su questa strada. Il Signore cambia la vita da dentro, non sfuggendo alla fatica di essere uomo, ma abbracciandola pienamente e indicandoci una via.

Oggi più che mai sperimentiamo la forza delle tenebre, perché molti hanno paura del futuro, di chi ha una cultura diversa, degli altri in generale. La tentazione per noi è quella di alzare la voce, di chiuderci a riccio in certezze o comodità, in un mondo "religioso", escludendo chi non è come noi. Il prologo di Giovanni afferma chiaramente che la via cristiana è diversa. Essere cristiani è seguire le orme di Dio, che ha scelto di entrare nella vita degli uomini, di condividere la loro condizione, soprattutto degli ultimi. Dio ha scelto di avere fiducia negli uomini, anche quando tutto sembra consigliare il contrario. E questa luce non è stata sopraffatta dalle tenebre.
Chiediamoci: com'è il mio Natale? È una magia finta, fatta di statuine e regali? O è un Natale dove sento lo scandalo della non accoglienza? Credo in questo Dio solidale con gli uomini? O preferisco un Dio più "alto", più "divino", che non ha niente a che vedere con la nostra "carne"? La via della vita passa davvero attraverso la condivisione? O credo che per mettere a posto le cose sia più semplice imporre ciò che è giusto secondo me?


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