III Domenica di Avvento (A)

Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio"
Comunità di preti della diocesi di Modena-Nonantola
Vita Pastorale (n. 11/2019)



ANNO A – 15 dicembre 2019
III Domenica di Avvento

Isaia 35,1-6a.8a.10 • Salmo 145 • Giacomo 5,7-10 • Matteo 11,2-11
(Visualizza i brani delle Letture)

«BEATO CHI NON SI SCANDALIZZA DI ME»

Giovanni Battista era una persona "tutta di un pezzo". Era un profeta, perché portava una parola che aveva ricevuto e viveva alla luce di quella parola: su questo aveva giocato il tutto per tutto e ora era in carcere, perché non aveva paura di dire quello che pensava. A un certo punto della sua vita, però, incominciano a emergere i dubbi e le domande: «È veramente questa la strada giusta?». L'esperienza del dubbio e della delusione sono decisive nella vita di ciascuno. Di fronte a ciò che va al contrario di come vorremmo, il dubbio diventa rabbia e delusione. Che cosa fare quando ciò accade nella nostra vita?
Occorre non scandalizzarsi, perché il dubbio e la delusione fanno parte dell'esistenza. Gesù dice: «Beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». E poi spiega la grandezza di Giovanni, che non consiste tanto nella sua austerità di vita o nella fortezza del suo carattere, ma piuttosto nell'aver accettato il compito di preparare il terreno al Messia. La grandezza sta nel sapere preparare il terreno in cui il seme possa crescere.
Tante volte a noi è chiesto semplicemente di preparare il terreno, di favorire che qualcun altro possa crescere. Non si tratta di una cosa piccola, ma di un aspetto decisivo della nostra vita e della nostra fede: essere generativi e avere fiducia. La grandezza di Giovanni consiste proprio nel lasciare spazio a qualcun altro dopo di lui, pur nel dubbio e nella delusione, rispetto alle sue aspettative e ai suoi progetti. Come vivo il dubbio e la delusione?
Giovanni ha preparato il terreno al Messia che veniva, un terreno che ha accolto qualcosa di diverso da quello che lui si aspettava. Il Messia veniente, infatti, non è un potente trionfante, ma uno che segue un'altra via: «Andate e annunciate a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo, la buona notizia». Giovanni prepara il terreno a un messia "alternativo", nuovo. Forse, la cosa più difficile è proprio questa: accettare di preparare qualcosa che avrà un percorso diverso da quello che pensiamo, che spesso non possiamo né determinare, né prevedere.

Il Signore è portatore di una novità: una salvezza che viene prima del giudizio, una grazia che è più grande del nostro peccato, un dono che precede qualsiasi merito. Per accogliere questa novità è necessario attraversare il dubbio e la delusione, anche nei confronti del Signore stesso, ma non fermarsi lì. Il Vangelo è pieno di racconti, di incontri, di parole che spiazzano e che creano "scandalo". Come vivo il cammino di fede? Mi scandalizzo del Signore e delle sue novità?
È per questo che il Signore ci consegna una beatitudine, che sarebbe da aggiungere alle altre "più famose": beato chi non si scandalizza di me. Sì, capita di accogliere il Signore, ma di porre anche le nostre condizioni. Beato è chi accetta di preparare la strada come il Battista e poi è disponibile a fare un passo indietro. Quando ci scandalizziamo troppo di fronte al Signore, forse dovremmo guardare più a fondo dentro di noi, perché in quel momento è interpellata la nostra fede in lui.


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