a cura di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio"
Comunità di preti della diocesi di Modena-Nonantola
Vita Pastorale (n. 10/2019)
ANNO C – 3 novembre 2019
XXXI Domenica del Tempo ordinario
2 Maccabei 7,1-2.9-14 • Salmo 16 • 2 Tessalonicesi 2,6-3,5 • Luca 20,27-38
(Visualizza i brani delle Letture)
XXXI Domenica del Tempo ordinario
2 Maccabei 7,1-2.9-14 • Salmo 16 • 2 Tessalonicesi 2,6-3,5 • Luca 20,27-38
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DIO SI RICORDA
In certi momenti della vita arriviamo a pensare che non cambieremo mai, che saremo sempre i soliti… arriviamo a convincerci che per noi non sia possibile una novità e una salvezza. Forse questo era quello che pensava Zaccheo, un uomo odiato dal popolo, perché corrotto, un uomo che non aveva scrupoli a rubare e a esigere dalla gente più tasse del dovuto. Forse Zaccheo non credeva più a se stesso, nemmeno al suo nome: Zaccheo infatti è un adattamento greco di un nome ebraico, il cui significato è "Dio si è ricordato". Ma, quel giorno a Gerico, Dio si è ricordato davvero di lui.
«Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Questa è la buona notizia: Dio non si dimentica di noi, viene a cercare e salvare ciò che è perduto e ci offre la possibilità di ricominciare ogni giorno. Tutti possiamo ricominciare perché "oggi" il Signore viene a casa nostra e la salvezza entra nelle nostre storie. A tutti oggi il Signore ripete: «Oggi devo fermarmi a casa tua». "Oggi", non ieri né domani; "oggi" devo rimanere "a casa tua", nella tua intimità.
Gesù non dice: «Scendi subito, perché voglio convertirti», piuttosto dice: «Scendi subito, perché voglio essere tuo ospite». E nell'incontrare Zaccheo, Gesù sa offrirgli e continua ad offrire a tutti noi uno spazio di fiducia e libertà, di perdono e di amicizia rinnovata, un'amicizia offerta a tutti sempre in anticipo. È doloroso nascere. Rinascere, riconoscere i propri errori e cambiare può esserlo ancora di più. Ma il Vangelo viene a dirci che è possibile, perché dove tutti vedono un peccatore Gesù vede, prima di tutto, un uomo con la sua storia e le sue sofferenze; lì dove gli altri ci guardano dall'alto in basso condannandoci e mormorando, Gesù ci guarda dal basso in alto e ci offre la sua salvezza.
Quello che ci viene offerto non è però un cambiamento a basso prezzo, è un cambiamento che interpella la nostra responsabilità. Cambiare e rinascere significa entrare nel dinamismo di Zaccheo: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituirò quattro volte tanto».
Rinascere significa scoprirsi figli amati per sempre da Dio, ma anche ammettere i propri errori, praticando la giustizia e la condivisione, perché la salvezza si accoglie nelle scelte concrete di vita, non nei buoni propositi. Zaccheo è la figura del discepolo cristiano che non lascia tutto, come altri, ma rimane nella propria casa. Continua il suo lavoro di sempre, cambiando però logica e diventando testimone di un nuovo modo di vivere: non più il guadagno al di sopra di tutto, ma la giustizia e la condivisione con i poveri.
Del resto, per essere discepoli di Gesù non è necessario fare cose straordinarie! C'è il cristiano che lascia casa, famiglia e denaro per diventare missionario del Vangelo in terre lontane, ma c'è anche il cristiano che vive la medesima radicalità restando nel mondo a cui appartiene. Com'è accaduto a Zaccheo, così può accadere anche a noi. Anche nella nostra casa oggi può entrare la salvezza. C'è solo un ostacolo a questa azione del Signore: sentirsi giusti, già a posto, non bisognosi di cambiamento e di salvezza. Occorre un cuore umile e vero.
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