Santa Famiglia (C)

Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio"
Comunità di preti della diocesi di Modena-Nonantola
Vita Pastorale (n. 11/2018)



ANNO C – 30 dicembre 2018
Santa Famiglia

1 Samuele 1,20-22.24-28 • Salmo 83 • 1 Giovanni 3,1-2.21-24 • Luca 2,41-52
(Visualizza i brani delle Letture)

CIÒ CHE SAREMO

La seconda lettura di questa domenica contiene un'idea molto importante: «Noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato». Una frase che ci porta verso un futuro lontano, verso il giudizio finale, verso la risurrezione. Ma possiamo interpretare queste parole pensando che la nostra vita è apertura a un futuro più vicino, ma c'è sempre una novità che ci aspetta e che scopriremo con le nostre scelte, il nostro ascolto.
Questa apertura al futuro ha dei segni molto evidenti nel presente: sono le scelte di oggi che ci permettono di sperimentare realtà che nel futuro saranno pienamente rivelate. Ed è così per ogni uomo, anche per l'uomo Gesù. Noi spesso pensiamo a Gesù come qualcuno che, fin dalla nascita, è consapevole della sua natura divina, ma nel mistero dell'incarnazione dobbiamo pensare che, in quanto uomo, ha sperimentato la difficoltà - e la bellezza - del crescere, del formarsi un'identità, dello scoprire la propria vocazione.
Il racconto di oggi ci mostra la relazione di Gesù dodicenne con i genitori, in un episodio che ci fa venire alla mente scene di ribellione dell'adolescente che vuole occuparsi di cose da grande, segnata dalla preoccupazione e dall'angoscia dei genitori che non comprendono, che rimproverano...
Anche se i Vangeli tendono a manifestare di più gli aspetti divini di Gesù, è in questa situazione umana, segnata da gioie e dolori, da angosce e speranze che Gesù è potuto crescere come uomo fino a comprendere e vivere pienamente la sua vocazione di Figlio di Dio. L'educazione ricevuta in famiglia gli ha permesso di maturare la relazione con Dio Padre, fra libertà e divieti, distacchi e obbedienza. Per crescere bisogna prendere le distanze dalla famiglia, distaccarsi per scegliere la propria vita.
Ma non basta questo distacco per comprendere la propria vocazione, l'elemento essenziale è l'ascolto di Dio. È nella sua Parola ascoltata, spiegata e accolta che posso realizzare in modo pieno me stesso e comprendere la volontà di Dio su di me. Ed è proprio questo che intende fare Gesù nel dialogo con i dottori della legge. Il Vangelo dice che «li ascoltava e li interrogava»: non è lì per insegnare, ma prima di tutto per ascoltare, per comprendere meglio il suo ruolo attraverso le spiegazioni della Scrittura.

Maria e Giuseppe, come tutti i genitori, si stupiscono di questo loro figlio che inizia a essere autonomo. Come tutti i genitori, faticano a capire il bambino che sta per trasformarsi in uomo, che non dipende più da loro ma che cerca la sua strada, il suo modo di vivere la relazione con Dio. Maria custodisce queste cose, per comprenderle più avanti, alla luce delle scelte future di Gesù.
Infine, tutti insieme tornano a casa e Gesù riprende a essere il figlio che Maria e Giuseppe conoscevano. Ed è vivendo da figlio che cresce in sapienza e grazia, cioè matura umanamente e nella relazione con Dio. Altri passaggi importanti permetteranno a Gesù di approfondire la vocazione: nel battesimo, nella relazione con i discepoli e nella preghiera, per rivelarsi pienamente come Figlio nella croce e nella risurrezione. Anche noi fin da ora siamo figli di Dio: ciò che saremo lo riveliamo attraverso scelte e relazioni che rivelano la capacità di donare la vita come Gesù.


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