Natale del Signore (Messa del Giorno)


Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio"
Comunità di preti della diocesi di Modena-Nonantola
Vita Pastorale (n. 11/2018)



ANNO C – 25 dicembre 2018
Natale del Signore

Messa del Giorno:
Isaia 52,7-10• Salmo 97 • Ebrei 1,1-6 • Giovanni 1,1-18


Visualizza i brani delle Letture:
Messa della Vigilia
Messa della Notte
Messa dell'Aurora
Messa del Giorno

VOLTO DI MISERICORDIA

«Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo… eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto...». Il senso del Natale si gioca qui, in questa contrapposizione fra accogliere e non accogliere.
Il Prologo di Giovanni è una riflessione teologica sul senso dell'incarnazione. È un testo che completa la narrazione di Luca ascoltata nella notte, un testo che racconta di una famigliola abbandonata da tutti in un momento di grandissima difficoltà, che poi viene riconosciuta da un gruppo di pastori, i quali erano stati destinatari di un annuncio angelico.
Il fatto è che la storia degli uomini viene, a un certo punto, abitata da Dio. La nostra storia, la grande storia, quella fatta di re e di conquiste diventa il luogo della rivelazione di Dio, anche se poi chi desidera incontrarlo deve cercarlo fuori dalle pagine della storia ordinaria. Da sempre l'uomo cerca in Dio la potenza, lo splendore, la santità, l'alterità rispetto all'umanità dei suoi simili, quell'umanità fragile che contraddistingue anche soldati e re. Ma il racconto della nascita di Gesù mostra una via contraria: non il riconoscimento e il potere ma l'anonimato e la piccolezza. È in questo anonimato che va cercato Dio. Nell'anonimato di chi si pone in ascolto, di Dio che parla dentro a questa storia: come Maria, come Giuseppe...
Ascolto e accoglienza hanno caratterizzato fin dall'inizio della creazione la relazione fra Dio e l'uomo. Dio vuole che l'uomo, sua creatura, sia libero di accogliere o non accogliere, di ascoltare o non ascoltare. Dio ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza perché voleva qualcuno che potesse dibattere con lui, confrontarsi. Ma l'uomo non ha capito il desiderio di Dio ed è diventato antagonista, nemico. Ha preferito le tenebre.
Però Dio non si è dato per vinto e ha cercato di raggiungerlo e di parlargli in molti modi, prima per mezzo dei profeti, e poi giungendo perfino ad abbandonare le sue prerogative divine per mettersi nelle sue mani. «E il Verbo si fece carne...» per vivere in mezzo a noi, per rivelare con un linguaggio umano quel desiderio di Dio presente fin dalla creazione.

Ma ancora l'uomo non ha ascoltato, non lo ha accolto. In realtà, alcuni lo hanno accolto e a questi è stato dato il potere di essere figli di Dio. Essere generati come figli di Dio è il potere consegnato a noi, un potere che viene dalla fede, fatta di accoglienza, fiducia. Certamente non è facile vivere il potere: la responsabilità è pesante, l'impegno costante è fatica. Tante volte noi cerchiamo di abdicare a questo potere, ci allontaniamo da Dio, scegliendo vie di tenebre invece che vie di luce. Il Natale ci ricorda il grande potere che abbiamo, di lasciarci generare come figli di Dio.
Poniamoci con umiltà davanti a Gesù Bambino e, riconoscendo la sua piccolezza, riconosciamo la nostra miseria e il nostro peccato, per ricominciare una vita fatta di ascolto e accoglienza. Le tenebre in cui siamo immersi devono fare spazio alla luce vera che viene dal cielo e ha un solo nome: Gesù Cristo, il volto misericordioso del Padre.


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