a cura di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio"
Comunità di preti della diocesi di Modena-Nonantola
Vita Pastorale (n. 1/2019)
ANNO C – 1° gennaio 2019
Maria Santissima Madre di Dio
Numeri 6, 22-27 • Salmo 66 • Galati 4,4-7 • Luca 2,16-21
(Visualizza i brani delle Letture)
Maria Santissima Madre di Dio
Numeri 6, 22-27 • Salmo 66 • Galati 4,4-7 • Luca 2,16-21
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CONVERTIRSI ALLA MISERICORDIA
Il Vangelo di questo giorno è la prosecuzione di quello della notte di Natale. I pastori che hanno ascoltato la voce dell'angelo partono senza indugio per andare a vedere ciò che è stato annunciato. Giunti alla casa vedono la piccola famiglia riunita, riferiscono ciò che è stato detto loro e, andandosene, annunciano ciò che hanno udito e visto. Qual è la nostra reazione come ascoltatori? Probabilmente, è di sorpresa, ma una sorpresa che spesso non ha la forza di smuovere, ma che ci lascia nell'indifferenza: vero dramma dell'umanità. Ormai siamo assuefatti a tutto e, se le cose non ci toccano nella carne, non lasciano nessun segno.
Il Vangelo ci consegna la reazione di Maria. Pur non comprendendo tutto ciò che succede, Maria "conserva il ricordo", cioè lo imprime nella memoria. Conservare il ricordo di questi eventi nel "suo cuore" e di "meditarli", faciliterà un giorno la sua comprensione. Come Maria non siamo tenuti a comprendere tutto subito, a intervenire su ogni problema: basterebbe non restare chiusi nell'indifferenza, avere la capacità di ascoltare e ricordare ciò che si muove intorno a noi.
Nel Vangelo i verbi che caratterizzano i pastori sono molto interessanti: riguardano l'attesa, la ricerca, la scoperta: «vegliavano di notte facendo la guardia»; «andiamo a vedere...». Verbi che denotano una grande apertura a ciò che succede, un'attenzione a ciò che ci circonda, un interesse vero a ciò che si ascolta. Sono verbi di vita, come sono vitali i verbi che caratterizzano Dio nelle Scritture. Se leggiamo l'Esodo troviamo che Dio osserva, ode, conosce, scende, libera...
In Gesù Dio è sceso tra gli uomini, si è incarnato e si è mostrato solidale con l'umanità, si è identificato con essa, mostrandoci che lui, al contrario di noi, è tutt'altro che indifferente e chiuso solo nel suo mondo. Gesù, poi, non si è accontentato di insegnare alle folle, si è occupato di loro quando le vedeva affamate, ammalate, confuse e disorientate. Questa è la conversione: passare dall'indifferenza all'attenzione e alla misericordia.
Un altro segno della partecipazione di Dio alle vicende degli uomini è che, all' ottavo giorno dalla nascita, il bambino Gesù viene circonciso. La circoncisione è il segno dell'alleanza, un segno permanente nella carne, che Gesù ha voluto per essere in piena comunione con il suo popolo, portatore delle promesse e delle benedizioni. Gesù non è stato un uomo qualsiasi o un ideale, ma un uomo concreto, di carne, discendente della stirpe di Abramo e appartenente a una storia e a delle tradizioni. Gesù è ebreo e appartiene a questo popolo, con cui si implica fin nella sua carne, perché «la salvezza viene dai Giudei», come ricorda Giovanni.
Insieme alla circoncisione gli viene dato il nome "Gesù": il Signore salva. Nella prima lettura Dio promette il suo volto e il suo nome. «Ci metto la faccia» è concetto facile da capire: indica un'assunzione di responsabilità. Dio ci mette la faccia e ci dona la pace, che noi possiamo accogliere solo se comprendiamo che è dono di tutti. Dio ha messo la sua faccia per tutti, e solo accogliendola come dono di tutti, il progetto di salvezza di Dio giungerà a compimento.
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