a cura di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio"
Comunità di preti della diocesi di Modena-Nonantola
Vita Pastorale (n. 11/2018)
ANNO C – 8 dicembre 2018
Immacolata concezione della B.V. Maria
Genesi 3,9-15.20 • Salmo 97 • Efesini 1,3-6.11-12 • Luca 1,26-38
(Visualizza i brani delle Letture)
Immacolata concezione della B.V. Maria
Genesi 3,9-15.20 • Salmo 97 • Efesini 1,3-6.11-12 • Luca 1,26-38
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LA LOTTA TRA FIDUCIA E SFIDUCIA
Che significa Immacolata concezione? La grande intuizione della liturgia di oggi è dircelo con un linguaggio semplice, con due racconti che conosciamo bene separatamente, ma che risaltano in tutta la loro forza proprio se messi a confronto tra loro. Sono due storie opposte: quella della sfiducia che condanna alla solitudine, alla rottura dei legami; quella della fiducia, che costruisce i legami e - nel caso di Maria - un ponte così grande da legare insieme Dio e l'uomo.
La prima lettura è un racconto molto attuale: ogni volta che commettiamo il peccato, riviviamo questa storia. Poco prima della pagina di oggi viene raccontata la seduzione di Eva da parte del serpente: vi è un limite (Dio ha chiesto di non mangiare un solo frutto, per evitare la morte); il limite è accettabile grazie a una relazione di fiducia, ma diventa oggetto di desiderio; pian piano viene messo un dubbio sulla relazione (perché Dio mi chiede questo?); a quel punto l'altro scompare e rimane solo ciò che io voglio.
È un inganno del diavolo. O, meglio, è una parola presente da sempre nel nostro cuore, che il diavolo con le sue domande porta in luce e rafforza. Quando ciò succede, niente è più come prima: ha vinto la sfiducia, non si è più capaci di vivere il legame e ci si deve nascondere. Il brano di oggi inizia con una domanda che esprime la voglia di Dio di incontrare l'uomo: «Dove sei?». Per Adamo, purtroppo, questa domanda è ormai letta in modo minaccioso, e il peccato si trasforma in paura dell'altro. La rottura con Dio diventa poi rottura con Eva, su cui cade l'accusa di Adamo per il peccato commesso. Non solo: l'accusa di tradimento in fondo è proprio per Dio! «Questa donna, che tu mi hai messo accanto» ... come a dire che la scelta di Dio è stata una trappola per l'uomo. Così Adamo non capisce più Dio e deve andarsene dal giardino.
Pensiamo a quante volte le storie quotidiane di tradimento si consumano in piccole ripicche, dove si rinfacciano all'altro colpe immaginarie. In questo clima, anche le discussioni appaiono spesso confuse o giocate su problemi secondari che non trovano mai una soluzione soddisfacente: si rimane ben lontani dal cuore del problema, che è la lotta tra fiducia e sfiducia.
A fronte di questa storia, il racconto del Vangelo emerge in tutta la sua novità. Maria è senza peccato originale perché è in grado di esprimere una fiducia per noi impensabile. Chi non avrebbe paura davanti a una persona e a un annuncio sconvolgenti? Chi non chiederebbe assicurazioni concrete? Maria fa esattamente così. Il Vangelo racconta che all'inizio è spaventata, si chiede che senso abbia tutto ciò, come sia possibile... La differenza non sta in queste reazioni, che sono il segno di un'umanità sveglia e consapevole della portata dei problemi. La differenza sta nella risposta finale: in lei vince la fiducia. «Sì, sono molto grata di esser la serva del Signore e desidero che si compia questa parola!». Una risposta grata e fiduciosa, davanti a un futuro fatto di incognite.
La liturgia afferma che in Maria la storia di Dio con l'uomo riannoda il suo mo; c'è qualcuno che è disponibile a fidarsi del tutto. Quand'è così, la parola di Dio può piantare la sua tenda tra di noi.
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