Parola che si fa vita
Commenti e Testimonianze sulla Parola (da Camminare insieme)
"Parola-sintesi" proposta per ogni domenica,
corredata da un commento e da una testimonianza.
2a domenica del Tempo ordinario (A) (15 gennaio 2017)
Ecco l'agnello di Dio (Gv 1,29)
3a domenica del Tempo ordinario (A) (22 gennaio 2017)
Convertitevi, il regno dei cieli è vicino (Mt 4,17)
4a domenica del Tempo ordinario (A) (29 gennaio 2017)
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra (Mt 5,5)
5a domenica del Tempo ordinario (A) (5 febbraio 2017)
Voi siete il sale della terra... e la luce del mondo (Mt 5,13.14)
6a domenica del Tempo ordinario (A) (12 febbraio 2017)
Fu detto agli antichi... ma io vi dico... (Mt 5,21)
7a domenica del Tempo ordinario (A) (19 febbraio 2017)
Amate i vostri nemici (Mt 5,44)
8a domenica del Tempo ordinario (A) (26 febbraio 2017)
Non preoccupatevi per la vostra vita (Mt 6,25)
2a domenica del Tempo ordinario (A) (15 gennaio 2017)
Ecco l'agnello di Dio (Gv 1,29)
L'attesa di un liberatore è sempre presente nella storia degli oppressi. Anche Israele attendeva il Messia liberatore. Queste attese trovarono nel Cristo il loro compimento. Toccò al Battista il compito di indicare in Gesù l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. La qualifica di Gesù come "Agnello" contiene molteplici allusioni: agnello pasquale; agnello del sacrificio espiatorio; agnello-servo di Dio. Gesù è l'Agnello che, innocente, si carica sulle spalle tutto il male del mondo, quel carico di peccato che nessuno è in grado di sollevare e di eliminare. Solo Dio può tanto.
Gesù si è identificato totalmente con l'Agnello innocente, è divenuto Agnello che si è fatto carico di noi, giungendo ad essere insieme Agnello e Pastore che reca sulle spalle qualsiasi pecora che si è smarrita.
Ad ogni Eucaristia noi ripetiamo: Agnello di Dio che togli i peccati del mondo abbi pietà di noi... dona a noi la pace. Gesù toglie dalle spalle di ciascuno il pesante fardello del peccato e ci consente una vita da uomini veramente liberi. Ci fa popolo riconciliato al servizio della riconciliazione. Viviamo in questa settimana da uomini e donne salvati e diffondiamo comunione nuova tra uomo e uomo e il creato.
Testimonianza di Parola vissuta
CON IDEE DIVERSE
Ero nella disposizione di amare Gesù in chiunque, quando vidi venirmi incontro, leggendo un giornale, un collega dalle idee assai diverse dalle mie. Per evitare discussioni, fui tentato di passare all'altro marciapiede. E i miei propositi di prima? Intanto lui ormai mi era davanti. Col dito puntato sul giornale, dove a grossi titoli veniva attaccata la Chiesa, m'investì con violenza. Invece di controbattere – come al solito – mi trattenni. Per lo sforzo però cominciai a sudare. Stavo ormai per cedere, quando il tono dell'altro cominciò ad essere meno aggressivo.
Continuai ad ascoltarlo e lui, contento di potersi aprire con qualcuno, cominciò a parlarmi in modo sempre più confidenziale, di quando, bambino, frequentava la chiesa… Ero sbalordito: non ritrovavo più l'immagine che mi ero fatta di lui. Forse il suo modo di comportarsi era solo una veste esterna sotto cui nascondeva un sincero amore per Gesù. Alla sua richiesta di un consiglio, non so cosa risposi: dovette comunque sentirsi capito, voluto bene, perché si commosse e lì, per strada, mi abbracciò.
A.P. - Roma
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3a domenica del Tempo ordinario (A) (22 gennaio 2017)
Convertitevi, il regno dei cieli è vicino (Mt 4,17)
In Gesù è sorta la luce che spezza le tenebre e la morte; Egli è Colui che ridà la gioia della conoscenza, della salute e della libertà. Dio interviene e salva là specialmente dove l'uomo sembra essere senza prospettive, senza alcuna possibilità di successo. Gesù è Colui che libera moralmente e fisicamente, perché rinnova l'uomo, lo mette in grado di individuare e di percorrere la strada che lo realizza.
Di fronte a questo dono che cosa noi possiamo fare? Convertitevi, cambiate mentalità, fate vostra la mentalità di Gesù e cambiate modo di agire, siate figli della luce, lasciatevi prima illuminare per poter poi illuminare. Come fa la luna. Ogni dono di Dio è un carisma dato non per un privilegio personale, ma per una condivisione che arricchisca tutti, perché la luce non è fine a se stessa, ma serve ad illuminare l'ambiente e a rallegrare la vita. Cerchiamo in questa settimana, di essere il riflesso della luce di Gesù. Quando guardi il sole (Dio), il tuo volto è illuminato: è questa la conversione!
Testimonianza di Parola vissuta
UNA SCOPERTA INASPETTATA
Tornare a casa scoprendo le fede in Cristo. Per lui, ventiquattrenne tarantino, questa è stata la prima Giornata Mondiale della Gioventù ma soprattutto il primo passo di un percorso spirituale. Gianluca Imperio non era credente. Dio l'ha scoperto passando attraverso il mondo del volontariato. Dalla carità a Cristo e non viceversa. «Sono partito senza sapere a cosa andassi incontro, senza conoscere nessuno del gruppo della diocesi di Taranto. Ero anche tra i più anziani in realtà, ma ho stretto subito amicizia con tutti. La proposta di partecipare mi è arrivata da don Francesco Mitidieri, che ha ascoltato i tanti interrogativi di senso che mi potevo negli ultimi mesi. Qualche tempo – aggiunge Gianluca – fa lavoravo in una cooperativa sociale che si occupa di minori a rischio e si trova nello stesso quartiere in cui c'è una struttura di accoglienza per migranti. Per caso ho conosciuto dei ragazzi che vivevano lì ed è nata un'amicizia. Andavo a trovarli tutti i giorni nella loro casa, gestita da un sacerdote. Si trattava proprio di don Francesco e con lui, a distanza di poco, ho anche iniziato a svolgere una missione notturna in stazione, dando una mano con i senzatetto».
Dalle opere alla preghiera. La GMG Gianluca l'ha vissuta calandosi completamente nel silenzio dello spirito. «Ho scoperto le vite dei santi e dei beati di questi luoghi. Tra tutti gli esempi mi ha colpito quello del beato don Popieluszko, che ha combattuto per la libertà della Polonia dal regime comunista ed è stato ucciso per questo. Mi ha entusiasmato la semplicità e la forza della fede di quest'uomo. Mi porto dietro il suo insegnamento. Da adesso viene il bello. Sarà un percorso in salita ma sono entusiasta».
(da Avvenire, 28.09.2016 - di Marina Luzzi)
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4a domenica del Tempo ordinario (A) (29 gennaio 2017)
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra (Mt 5,5)
La parola di Dio che ascoltiamo in questa domenica parla del progetto di Dio sull'umanità: rifondare il suo popolo partendo dai piccoli e dagli umili e formare un popolo di beati, il popolo delle beatitudini. Le beatitudini raccontano il cuore di Dio e la sua disponibilità nei confronti dell'uomo, soprattutto quando vive situazioni di fragilità, di povertà, di debolezza, di sofferenza. Le beatitudini allora sono la porta aperta sul Mistero di Dio: attraverso di esse il Regno è svelato ai piccoli e a loro è donato come causa e fonte di felicità.
Oggi ci fermiamo su una delle otto beatitudini: beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Poiché in genere si dà per scontato che siano i violenti a dominare il mondo; la violenza è stata identificata con il potere e la mansuetudine con la debolezza. Il vangelo insegna proprio il contrario. La vera forza non sta nel sopruso, nella violenza, nella distruzione, ma si trova in quelli che cooperano con l'azione creatrice di Dio. L'odio moltiplica odio, la violenza moltiplica violenza, la durezza moltiplica durezza, in una spirale di distruzione sempre crescente. Cerchiamo in questa settimana di essere persone dal cuore mite... e ci ritroveremo in buona compagnia: con papa San Giovanni XXIII, papa Albino Luciani, papa Francesco...
Testimonianza di Parola vissuta
CON OCCHI NUOVI
Quando ci siamo separati eravamo sposati da 20 anni. Abbiamo cercato di ricostruire il rapporto tante volte, ma l'abisso si faceva sempre più grande e se non ci separavamo avremmo potuto arrivare alla violenza fisica. Lei è andata a vivere in un'altra casa ed io sono rimasto con tutti i figli: 4 ragazze e un ragazzo. Una delle ragazze ha una disabilità motoria. Per me non è facile andare a lavorare, preparare i pasti, curare la casa, aiutare i figli nei compiti, ecc... Nella mentalità comune non è previsto che un uomo faccia queste cose Ho dovuto esporre tante argomentazioni per convincere il giudice di essere in grado di adempiere a tutti questi compiti. Con mia moglie abbiamo l'affido condiviso, li può vedere a qualsiasi ora e in qualsiasi posto. Così lei viene spesso a casa nostra.
All'inizio, appena arrivava mi alzavo e andavo da un'altra parte. Poi ho cominciato a guardarla con occhi nuovi, quelli del perdono. Così quando lei viene la invito a restare a pranzo o a cena, e io stesso le servo il cibo a tavola. Quando si ammala la seguo o mando i figli ad accompagnarla dal medico. Sono passati 5 anni dalla separazione e nel nostro rapporto è tornata la calma. Soprattutto vedo i nostri figli più sereni: hanno accettato questa situazione e mi aiutano a portarla avanti.
José Luis
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5a domenica del Tempo ordinario (A) (5 febbraio 2017)
Voi siete il sale della terra... e la luce del mondo (Mt 5,13.14)
Con le due immagini, che oggi ascoltiamo nel vangelo, del sale e della luce, Gesù vuole sottolineare la necessità e l'insostituibilità del vangelo, del gruppo dei dodici, della comunità cristiana. Se questa fallisce o non realizza la sua missione, non può essere sostituita da nessuno, non serve più a nulla, al pari del sale scipito e della luce nascosta.
È il gruppo dei discepoli, la comunità cristiana ad essere sale della terra e luce del mondo. Certamente non per se stessa, ma perché "possiede" Gesù, vera luce del mondo, autentico pane di vita, unica e insostituibile realtà. Nella misura in cui Gesù è presente nella vita della comunità cristiana, nell'agire dei credenti, costoro diventano fermento vitale del mondo, verità che illumina e salva.
L'essere sale e luce viene visto in rapporto e in funzione delle opere buone, cioè dell'agire concreto del credente, il cui operare deve essere positivo, valido, limpido per tutti. Così anche ogni mia opera buona rende visibile la presenza salvifica del Signore e glorifica il "Padre che è nei cieli”. Chiediamoci in questa settimana, almeno qualche volta, quale frutto buono sta portando in me il seguire Gesù?
Testimonianza di Parola vissuta
CAMBIARE IL CUORE
Papa Francesco ha raccontato a braccio un episodio capitato in Vaticano alcuni giorni prima: un rifugiato in pietose condizioni ferma per strada una signora, dicendole di voler raggiungere San Pietro per varcare la Porta Santa. "La signora chiama allora un taxi perché lo vede senza scarpe - ha proseguito il Santo Padre -. Ma il rifugiato puzzava e l'autista del taxi non voleva che salisse ma alla fine lo ha lasciato salire assieme alla signora", che "le ha chiesto di raccontare la sua storia durante il percorso".
Una volta che il poveruomo ha finito di raccontare la sua "storia di dolore", il taxi è arrivato a San Pietro e, allorché la signora ha allungato i soldi all'autista, quest'ultimo – che poco prima stava per rifiutarsi di far salire quel profugo maleodorante – "si è rifiutato di prendere il denaro dicendo che avrebbe dovuto pagare lui per aver sentito una storia che gli ha fatto cambiare il cuore".
È una vicenda che "ci profuma l'anima e ci fa cambiare - ha affermato ancora il Papa -. Pensate a questa storia e pensiamo che cosa possiamo fare per i rifugiati".
Verso la conclusione della catechesi, il Pontefice ha accennato ad un'altra opera di misericordia corporale. "Vestire chi è nudo - ha detto - che cosa vuol dire se non restituire dignità a chi l'ha perduta? Certamente dando dei vestiti a chi ne è privo; ma pensiamo anche alle donne vittime della tratta gettate sulle strade, o agli altri, troppi modi di usare il corpo umano come merce, persino dei minori".
Papa Francesco ha esortato tutti i fedeli a non cadere nella trappola di "rinchiuderci in noi stessi, indifferenti alle necessità dei fratelli e preoccupati solo dei nostri interessi" ma di aprirci agli altri così "la vita diventa feconda, le società riacquistano la pace e le persone recuperano la loro piena dignità. E non dimenticatevi di quella signora, di quel migrante che puzzava e non dimenticate quell'autista al quale quel migrante aveva cambiato l'anima".
(Catechesi di Papa Francesco del 26/10/16) - da Zenit
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6a domenica del Tempo ordinario (A) (12 febbraio 2017)
Fu detto agli antichi... ma io vi dico... (Mt 5,21)
L'eterno problema del rapporto tra libertà e legge sta al centro dell'odierno messaggio della Parola ascoltata. L'uomo è libero, ha la possibilità di scegliere il bene o il male, di cui quindi è responsabile. D'altra parte norme precise di ordine morale regolano la sua vita, norme che il Cristo ha reso ancora più esigenti.
Giustamente Gesù dice, a quanti pensavano di vedere nel suo comportamento e nel suo insegnamento un rifiuto della legge, che non è venuto ad abolirla, ma a portarla a compimento, cioè a chiarirne e ad approfondirne ancora di più le esigenze. Egli chiede una giustizia maggiore, un'etica più esigente, che non si limita ad un comportamento esteriore, ma si estende a tutte le componenti, anche interiori, dell'agire umano: dal rapporto tra gli uomini, al rapporto con Dio, all'agire personale e al linguaggio stesso.
In questa settimana cerchiamo di avere attenzione a ciò che ci muove ad agire. Guardiamo alle intenzioni. Proviamo a mettere davanti ad ogni azione un "per Te, Gesù". Fare le cose per Lui ci aiuta a purificare il movente dell'agire. E ci aiuta a ripartire sempre di nuovo per mirare ad essere "perfetti come è perfetto il Padre che è nei cieli".
Testimonianza di Parola vissuta
"CREDO NELL'AMORE"
Addolorati e delusi per aver scoperto che nostro figlio Bob, con due amici, aveva rubato degli alcolici, abbiamo cerato di fargli sentire il nostro amore al di là di tutto. In tribunale, mentre aspettavamo la sentenza, vedendo che uno degli altri ragazzi responsabili del furto era stato abbandonato dai genitori, siamo andati a fargli coraggio. Visto il nostro comportamento, il giudice ha accettato il pentimento espresso da nostro figlio, riconoscendo il sostegno che aveva in casa, e non ha emesso condanne né per lui né per gli altri due. Giorni dopo, avendo chiesto a Bob in che cosa credeva se non credeva in Dio, mi son sentito dire: "Credo nell'amore, perché l'ho visto in te e nella mamma".
K.A.L., Australia
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7a domenica del Tempo ordinario (A) (19 febbraio 2017)
Amate i vostri nemici (Mt 5,44)
Il grande comandamento dell'amore si precisa già nell'Antico Testamento come norma fondamentale del vivere civile, oltre che come criterio di autentico rapporto con Dio. Gesù ne approfondisce i contenuti e rende universale la sua estensione, mettendo in rilievo come il solo amore costituisce una risposta efficace al male. Per Gesù non basta un'osservanza puramente esteriore della legge, ma vede nell'amore la sintesi della legge. Ne amplia l'estensione non limitandolo ai connazionali come faceva l'Antico Testamento; l'amore per l'altro non può escludere nessuno, neppure i propri nemici.
Gesù propone l'amore al nemico: in questo modo i discepoli di Gesù saranno simili al Padre celeste, che diffonde i suoi doni su buoni e cattivi, su giusti e ingiusti. Questo comandamento non è un precetto fra gli altri, ma il centro e il vertice di tutti i comandamenti. L'agire misericordioso di Dio è un dono gratuito, come sono gratuite la luce del sole che brilla ogni giorno e la pioggia che feconda i campi.
Gesù ci suggerisce anche tre indicazioni per concretizzare questo amore: pregare per i nemici che perseguitano; non limitarsi ad amare coloro che ci amano; non salutare soltanto i propri fratelli. Proviamo in questa settimana fare nostro questo invito di Gesù: la meta che Lui ci propone non è quella di eseguire un ordine, quanto di seguire e di imitare il Padre.
Testimonianza di Parola vissuta
TUTTO È GRANDE PER CHI È NELL'AMORE
Un sabato, dopo aver accompagnato a scuola mio figlio, ero entrata in chiesa per una breve preghiera sedendomi all'ultimo banco. Ad un tratto, nella chiesa deserta, entra una persona che, avvicinatasi a me, mi strappa la borsa poggiata sulle gambe e fugge via. Il panico: mio marito era in Spagna per lavoro e senza chiavi non sarei potuta rientrare a casa… Avevo in borsa anche tutti i documenti… In uno slancio istintivo mi precipito fuori dalla chiesa, mentre lo scippatore accendeva la sua moto per fuggire. Mi sono aggrappata al suo braccio, pregandolo di lasciarmi le chiavi e i documenti… Mi ha trascinata un po' facendomi cadere e poi è riuscito a fuggire.
Una giovane coppia che aveva assistito alla scena si è subito avvicinata per aiutarmi. Lui, medico, verificato che avevo solo delle contusioni, ha inveito contro lo scippatore con durezza: "Tanto questi prima o poi muoiono tutti; l'Aids fa giustizia". A queste parole, che mi hanno fatto male più dei lividi, ho risposto con tutto l'amore possibile: a me sembrava un povero disgraziato che chissà quali situazioni drammatiche potevano aver spinto a quel gesto disperato. La rabbia del mio soccorritore è svanita e mi ha dato ragione.
Mentre andavo via, riflettendo che solo l'amore può vincere sul male e sull'odio, interrompendo la catena di situazioni negative, poco più avanti ritrovo la mia borsa gettata sul lato della strada: dentro c'era l'intero contenuto anche i soldi. Nulla è piccolo di ciò che è fatto per amore… Anche togliere dalla strada una bottiglia di vetro rotta, lasciare più pulito di come l'ho trovato un bagno pubblico, perché chi ne usufruirà dopo possa trovarlo come avrei desiderato trovarlo io…
C.L.
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8a domenica del Tempo ordinario (A) (26 febbraio 2017)
Non preoccupatevi per la vostra vita (Mt 6,25)
Se Dio si prende cura dei fiori e degli uccelli, tanto più si interessa degli uomini, suoi figli. Gesù con i due esempi degli uccelli e dei gigli del campo non intende rifiutare l'impegno nel mondo, non invita alla pigrizia, né stimola alla passività né condanna la previdenza per il futuro: vuole semplicemente definire il giusto rapporto del discepolo con le realtà terrene. Queste non devono diventare un idolo, così da prendere tutta la vita dell'uomo e fargli dimenticare i valori importanti. Non rappresentano infatti lo scopo primario dell'esistenza e quindi l'interesse maggiore deve essere rivolto altrove: "Cercate anzitutto il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta".
Assieme alla consapevolezza di operare sotto lo sguardo di Dio Padre, che scruta i cuori, la fede in Dio provvidente appartiene alla "carta di fondazione" della Chiesa, che sono le beatitudini. Attraverso l'invito a non preoccuparci, Gesù vuole aiutare ciascuno di noi a mettere in ordine di importanza i desideri del cuore. Tutto quello che siamo e che abbiamo è dono di Dio. A nostra volta siamo chiamati a diventare dono: per Dio, per gli altri, per la natura e per noi stessi.
In questa settimana chiediamoci, almeno qualche volta, per chi vivo: per me? Per Dio? Proviamo a vivere l'atteggiamento del servizio. Lavoreremo, guadagneremo, acquisteremo ma non solo per noi stessi: per Dio, per gli altri, per noi e per il creato.
Testimonianza di Parola vissuta
UN PADRE CHE CI AMA
Stavamo attraversando un periodo di grosse difficoltà finanziarie. Arrivava il compleanno di uno dei nostri ragazzi ed avevo un arrosto nel congelatore che stavo conservando per festeggiare quel giorno. Un pomeriggio venne a trovarci un'amica e, ignara della nostra situazione, iniziò a piangere confidandoci di non sapere come sfamare la sua famiglia. Mi è venuto subito in mente l'arrosto, ma poiché era la sola carne nel congelatore e tutto quello che avevo per la festa della nostra famiglia, per un momento mi sono sentita giustificata nel tenerla. Poi mi sono ricordata la frase del Vangelo: "Perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare" (Mt 25,35). Allora sono andata al congelatore e ho tirato fuori l'arrosto e glie l'ho dato. Lei se n'è andata così felice che la sua gioia è diventata la mia. L'indomani mattina il campanello suona intorno alle 8 e un'amica che non avevo visto da molti anni stava salendo in macchina dopo aver lasciato due grosse borse della spesa sotto il portico di casa mia. Dalla macchina mi dice: "Poi ti telefono. Non posso fermarmi. Devo andare a lavoro. Appena il tempo di portati queste cose. Non so perché, ma sono sicura che saprai cosa farne". Lei aveva evidentemente svuotato il suo freezer e le borse erano piene di tutti i diversi tagli di carne. Ho telefonato all'altra amica di venire per raccontarle ciò che era accaduto. Avevamo cibo da durarci per settimane. Avevo sentito spesso la frase: "Dio non si lascia mai superare in generosità" e ora avevo sperimentato in prima persona l'intervento di un Padre che ci ama personalmente e immensamente.
Rose Marie e Leon de Maille
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