Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Goffredo Boselli
Vita Pastorale (n. 11/2025)
ANNO A – 21 dicembre 2025
IV Domenica di Avvento
Isaia 7,10-14 • Salmo 23 • Romani 1,1-7 • Matteo 1,18-24
(Visualizza i brani delle Letture)
IV Domenica di Avvento
Isaia 7,10-14 • Salmo 23 • Romani 1,1-7 • Matteo 1,18-24
(Visualizza i brani delle Letture)
GIUSEPPE L'UOMO CHE PENSA
Nelle sante Scritture gli angeli annunciano qualcosa che è già avvenuto. Al tempo stesso qualcosa che ha già avuto inizio e che avverrà. A Giuseppe l'angelo annuncia che il bambino generato in Maria viene dallo Spirito santo, lei lo darà alla luce e lui lo chiamerà Gesù; a Zaccaria che la sua preghiera è stata esaudita e sua moglie Elisabetta gli darà un figlio; a Maria che ha trovato grazia presso Dio, concepirà un figlio e lo darà alla luce; ai pastori di Betlemme l'angelo fa sapere che è nato per loro un Salvatore. E alle donne al sepolcro che il Signore Gesù è risorto. L'annuncio angelico è sempre un venire a conoscenza e dunque un prendere coscienza di ciò che la parola del Signore ha già realizzato nella storia e, al tempo stesso, attende di realizzarsi nelle storie di Giuseppe, Zaccaria, Maria, i pastori e le donne.
Dio non chiede il consenso per agire e tantomeno il permesso, ma pone Giuseppe di fronte al fatto compiuto: Maria sua sposa attende un figlio. Giuseppe è posto davanti a una concezione inconcepibile. «Poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla». Giuseppe è uomo giusto perché prima di agire pensa, ragiona, medita. Non è un uomo di impulso ma di pensiero. Non ha ancora deciso nulla; ha solo meditato la situazione, ma il pensiero di ripudiare Maria non mette pace nel cuore di Giuseppe, perché l'amore non ripudia, non allontana, ma "tutto copre". «Mentre stava pensando a queste cose ecco che gli apparve in sogno un angelo». Giuseppe continua a pensare "a queste cose", ininterrottamente, perfino durante il sonno. Ed è questo pensare anche quando dorme che genera il sogno. Un sogno che è qui metafora di una vigilanza ininterrotta, di una presenza a sé stessi, a Dio e agli altri senza sosta e talmente profonda da andare al di là della consapevolezza: «Io dormo, ma il mio cuore veglia» (Ct 5,2).
Dio agisce nella storia, ma cerca qualcuno che creda alla sua azione. Dio parla nella storia, ma cerca qualcuno che metta in pratica la sua parola. Per questo, di Giuseppe l'angelo interpella l'intelligenza, scuote la libertà, mette in crisi la fede, e più ancora rende efficace quell'amore che lui ha per Maria sua sposa. A dire che intelligenza e fede, libertà e amore, umano e spirituale stanno insieme o cadono insieme. Prendere con sé o ripudiare Maria significa accettare o respingere l'azione che Dio ha compiuto.
Giuseppe deve scegliere tra l'immagine di Dio che la religione alla quale appartiene ha formato in lui, oppure quella che Dio stesso gli sta rivelando qui e ora nella sua vita. Giuseppe deve decidere se unire il suo agire all'agire di Dio, oppure continuare a essere un uomo giusto perché, ripudiando Maria in segreto, osserva la Legge senza umiliarla. La Bibbia ci narra che quelle volte che la parola di Dio è diventata storia, è quando degli uomini e delle donne hanno dato carne a quella parola. Dio non chiede il consenso per agire, ma il suo agire invoca l'uomo, lo viene a cercare e interpella la sua libertà.
A cosa sarebbe mai servito mettere per iscritto storie come quella di Giuseppe se questa non fosse la storia di Dio con ogni essere umano? Cos'è infatti l'annuncio a Giuseppe - il sogno - se non la narrazione del modo con cui quest'uomo ha dato la sua carne alla parola di Dio? Solo quando diventa carne di qualcuno la parola di Dio è tutta Evangelo.
--------------------
torna su
torna all'indice
home
torna su
torna all'indice
home