ANNO C - Tutti i Santi




Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Goffredo Boselli
Vita Pastorale (n. 10/2025)


ANNO C – 1° novembre 2025
Tutti i Santi

Apocalisse 7,2-4.9-14 • Salmo 23 • 1 Giovanni 3,1-3 • Matteo 5,l-12
(Visualizza i brani delle Letture)


UN'UMANITÀ A MISURA DI DIO

«Vedendo le folle che lo seguivano...». L'Evangelo delle beatitudini ha inizio dallo sguardo di Gesù rivolto alle persone. Con quale profondità Gesù li ha guardati perché sgorgassero da lui quelle parole di luce e di fuoco? Che cosa avrà mai potuto vedere in loro perché un semplice insegnamento si trasformasse in lezione di beatitudine?
Ogni pagina dei Vangeli ci mostra fino a che punto Gesù era colpito da quello che viveva la gente. Nel suo ministero itinerante condivideva la povertà di coloro che lo accoglievano. Lo vediamo chinarsi pieno di dolcezza sul letto di un'ammalata. Lo vediamo scoppiare in lacrime. Altrove si batte per la giustizia, disarmando con semplici parole coloro che volevano lapidare una donna. Ovunque, manifesta una misericordia straordinaria per i peccatori. E quante volte ha portato pace nei conflitti, a cominciare dalla sua comunità dove i discepoli litigavano per sapere chi fosse il più grande. E anche se lo insultavano o lo perseguitavano, Gesù era felice di accendere nei cuori una scintilla di felicità divina.
Ogni beatitudine illumina il suo ministero. Il discorso della montagna non è un discorso teorico, è profondamente nutrito degli incontri di Gesù, illustrato dalla vita di tutti coloro che sono riuniti attorno a lui per ascoltarlo. La parola di Dio è indissolubilmente legata alla profondità dell'esperienza umana. Così, ciascuna delle beatitudini può incarnarsi in un volto, quello di Cristo ma anche quello della gente che incontrava, e di quello di tutte le persone che, da quel giorno, hanno lasciato che la loro vita se ne impregnasse. È quello che hanno fatto, in particolare, i santi, quelli di ieri e quelli di oggi,quelli riconosciuti e quelli sconosciuti, quelli sugli altari e quelli nella polvere.
Come i discepoli, avviciniamoci a Gesù per guardare con lui le folle di oggi. Non mancano le persone che vivono la gioia delle beatitudini, la santità delle persone comuni, quasi sempre nascosta, ignorata, talvolta incompresa o perfino derisa. Per gli uni significa seminare mitezza e carità nei molteplici compiti quotidiani; per altri significherà un impegno a favore della giustizia, dei diritti dei più poveri; per altri ancora, vorrà dire accettare con le lacrime agli occhi una situazione non scelta ma subita; e poi ci sono quelli che prendono l'iniziativa del primo passo sulla via della riconciliazione e della pace.
Il Vangelo ci chiede di guardare queste persone, di riconoscerle perché sono le persone e le situazioni in cui è possibile qualcosa chiamato beatitudine. Di fronte a loro ti trovi faccia a faccia con la santità. Una santità realmente vissuta, non l'idea teorica e retorica che abbiamo in mente.
Le beatitudini rivelano l'essenza del cristianesimo: non sono la sintesi di un'etica superiore, né il risultato delle energie umane più nobili e alte. Le radici delle beatitudini stanno in Dio, sono dono che scende all'alto: i poveri in spirito, quelli che sono nel pianto, i miti, gli affamati e assetati di giustizia, i puri di cuore, gli operatori di pace, i perseguitati e i calunniati a causa di Cristo sono quegli uomini e donne in cui il cammino di umanizzazione e la grazia della divinizzazione coincidono. «Le beatitudini non sono formule, ma delle tensioni, degli orientamenti verso un'umanità divinamente trasfigurata, una umanità che abbia la misura di Dio» (Michele Do).


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