XV Domenica del Tempo ordinario (B)




Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Goffredo Boselli
Vita Pastorale (n. 7/2024)


ANNO B – 14 luglio 2024
XV Domenica del Tempo ordinario

Amos 7,12-15 • Salmo 84 • Efesini 1,3-14 • Marco 6,7-13
(Visualizza i brani delle Letture)


IL VANGELO NON HA BISOGNO DI NULLA

Inviando in missione i Dodici Gesù dà loro due consegne: lo spogliamento da compiere e l'atteggiamento da tenere di fronte al rifiuto. Ai suoi inviati Gesù ordina che per il viaggio non devono prendere «nient'altro che un bastone». Sorprende la forte insistenza non su ciò che gli inviati devono avere, ma su ciò che deve loro mancare - "né pane, né sacca, né denaro" -, tre elementi non superflui ma sostanziali. Ai Dodici Gesù non chiede di spogliarsi del superfluo ma di fare a meno del necessario. Il pane è il cibo di cui nutrirsi. La sacca è la possibilità di conservare ciò che si riceve. Da ultimo il denaro, che è il compenso per il lavoro. Il pane, ossia la preoccupazione del cibo, la sacca che è il rischio dell'accumulo e il denaro che è garanzia di sicurezza sono agli occhi di Gesù ostacoli e intralci alla missione del Vangelo. A lungo andare il pane può diventare una tentazione, la sacca un fardello e il denaro un dio. No, non sono i mezzi umani a dare efficacia al Vangelo. Il Vangelo non ha bisogno di nulla, ha bisogno solo d'essere annunciato!
L'ordine è radicale, inequivocabile: «Non prendere nulla per il cammino», dove il «non prendere » significa rinunciare per scegliere una concreta situazione di povertà, precarietà e bisogno. Quella del discepolo è una povertà non interiore ma esteriore e ben visibile. Gesù pone i suoi discepoli nella condizione del massimo provvisorio, e questo consente all'annunciatore del Vangelo di non bastare a sé stesso, di non essere autosufficiente. Non prende nulla perché ha tutto colui che ha con sé l'Evangelo. Per questo il suo camminare è libero, lieve e ricco solo del messaggio che porta con sé.
A ben guardare, la condizione dell'annunciatore dell'Evangelo non è altro che la condizione umana in quanto tale, che è condizione di radicale insufficienza, precarietà, fragilità. La sazietà del cibo, l'accumulo dei beni e la sicurezza del denaro sono dei sedativi con i quali l'uomo risponde alla sua radicale condizione di incertezza. Al contrario, obbedire al comando di «non prendere nulla» significa riconoscere di essere bisognosi di tutto, e assumere l'attitudine di chi si affida al Signore e ha fiducia in chi incontra lungo la strada.
Ma ci sono due oggetti che il discepolo di Gesù deve avere: il bastone e i sandali. È un evidente rimando al modo con il quale i figli d'Israele, per ordine di Dio, hanno mangiato l'Agnello pasquale nella notte dell'uscita dall'Egitto: «Ecco in qual modo lo mangerete:con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore» (Es 12,11). Anche questo è un ordine del Signore. Gli annunciatori del Vangelo devono indossare gli strumenti di chi inizia il lungo cammino dell'esodo, assumendo la condizione dell'uomo pasquale che ha fede solo nella promessa di Dio e non nei mezzi umani.
«Chi ha pochi mezzi è oggetto di odio perfino dal suo prossimo, gli amici del ricco sono invece molti» (Proverbi 14,20). Quando portiamo con noi il bastone come sostegno nelle fatiche e i sandali ai piedi della nostra miseria, allora potremmo sopportare il peso delle contraddizioni, senza stupirci né scandalizzarci se siamo fraintesi e rifiutati. Il discepolo di Gesù non deve attendersi né riconoscimenti, né ricompense, ma deve continuare ad annunciare l'Evangelo nella libertà, senza imporsi.


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