Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Goffredo Boselli
Vita Pastorale (n. 1/2024)
ANNO B – 21 gennaio 2024
III Domenica del Tempo ordinario
Giona 3,1-5.10 • Salmo 24 • 1 Corinzi 7,29-31 • Marco 1,14-20
(Visualizza i brani delle Letture)
III Domenica del Tempo ordinario
Giona 3,1-5.10 • Salmo 24 • 1 Corinzi 7,29-31 • Marco 1,14-20
(Visualizza i brani delle Letture)
«ABBIATE FEDE NEL VANGELO»
«Convertitevi e credete nel Vangelo», queste sono le prime parole di Gesù nel vangelo secondo Marco e oggi risuonano rivolte e noi in questa terza domenica del Tempo ordinario. Gesù non dice «che Dio vi converta», oppure «lasciatevi convertire», ma «convertitevi». Questo è un appello che ci interpella, una chiamata che ci richiama in prima persona. «Convertitevi»: a dire che la conversione è un'azione nostra, che spetta a noi, che dipende da noi, dalla nostra decisione, dalla nostra volontà, dalla nostra libertà. Così, dicendo «convertitevi», Gesù mostra d'avere una grande fiducia nell'essere umano, nelle nostre capacità interiori, nelle nostre energie spirituali, nelle nostre forze morali. Invitandoci alla conversione, Gesù riconosce non solo che ne abbiamo le forze ma che, se lo vogliamo, possiamo farlo. Sì, possiamo convertirci! La nostra conversione è possibile!
Ma cosa significa ascoltare l'invito alla conversione se non ascoltare il Signore che ci annuncia che noi possiamo cambiare? Dicendoci «convertiti», il Signore dice a ciascuno di noi: «Sì, tu puoi cambiare: cambiare te stesso, il tuo modo di vivere, di agire, di fare, di pensare, di relazionarti con gli altri. Tu puoi cambiare, non sei destinato a essere per sempre quello che sei adesso e tantomeno quello che sei stato in passato, perché sei un uomo libero, una donna libera. Non sei condannato a subire quello che sei, a sottostare passivamente alle situazioni nelle quali ti trovi, alle condizioni nelle quali sei sottoposto e alle relazioni che vivi». «Convertiti» significa non fare della tua vita una prigione e del tuo cuore una gabbia. Tu puoi cambiare cercando di ammettere i tuoi errori, di rivedere le tue decisioni, di cambiare i tuoi giudizi, ma soprattutto puoi modificare il rapporto con le altre persone, il tuo sguardo su di loro.
Ma Gesù non dice solo «convertitevi», ma aggiunge «e credete nel Vangelo». Non dice «convertitevi e poi credete al Vangelo», e men che meno «convertitevi e allora crederete al Vangelo». Il convertirsi non è la causa del credere nel Vangelo e tanto meno la condizione. Viceversa, il credere nel Vangelo non è l'effetto della conversione. Convertirsi e credere nel Vangelo sono atti simultanei, coincidenti e coesistenti, mai l'uno senza l'altro, perché convertirsi significa credere nel Vangelo e credere nel Vangelo significa convertirsi. Nel cristianesimo la conversione è la forma del credere, perché sempre il pentimento è condizione della verità, come il cambiamento è condizione di autenticità.
«Credete nel Vangelo», che si può rendere anche con «abbiate fede nel Vangelo», ossia ponete la vostra stabilità e sicurezza nel Vangelo. Questa idea è suggerita dal significato del verbo "credere" (pisteuo) con la preposizione di stato in luogo en (unico caso nel Nuovo Testamento), che porta in sé lo sfondo del verbo ebraico aman con il suo significato di stabilità e sicurezza. Afferratevi, aggrappatevi saldamente, ponete le vostre fondamenta nell'Evangelo e in nient'altro, in nessun'altro. Proclamando «abbiate fede nel Vangelo», Gesù dichiara che la fede ha un solo oggetto: il Vangelo. Non ha stabilito verità di fede, formule, dottrine e tantomeno dogmi da credere, ma solo quello che lui ha annunciato il "Vangelo di Dio", quello suo.
--------------------
torna su
torna all'indice
home
torna su
torna all'indice
home