Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Goffredo Boselli
Vita Pastorale (n. 1/2024)
ANNO B – 7 gennaio 2024
Battesimo del Signore
Isaia 55,1-11 • Salmo Is 12,2.4-6 • 1Giovanni 5,1-9 • Marco 1,7-11
(Visualizza i brani delle Letture)
Battesimo del Signore
Isaia 55,1-11 • Salmo Is 12,2.4-6 • 1Giovanni 5,1-9 • Marco 1,7-11
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IMMERSIONE NELLA NOSTRA UMANITÀ
Nel vangelo secondo Marco tutto ha inizio con l'immersione di Gesù nelle acque del Giordano. Il battesimo è un momento decisivo nella sua vita. Nulla sarà più come prima. Fino al quel momento Gesù aveva vissuto come uno sconosciuto, in una famiglia modesta di un'insignificante borgata della Galilea, e nulla sembrava presagire una vita pubblica. Ma ora, a sua insaputa, sulle rive del Giordano Giovanni parla di lui come il «più forte di me», di cui non è degno neppure di sciogliere i suoi sandali. Il Battista annuncia la sua missione prima ancora che lui la conosca: «Egli vi battezzerà in Spirito santo».
Qual è stata l'esperienza bruciante che ha spinto Gesù sulle strade della Palestina? Se Gesù lasciò Nazaret fu perché aveva sentito l'eco, anche nel suo sperduto villaggio, del movimento di conversione suscitato da Giovanni Battista. Sì, venne il giorno in cui Gesù decise di unirsi alla folla di mercanti, prostitute, esattori delle tasse e soldati che, all'appello di Giovanni, scesero al Giordano per un battesimo di conversione. Seguì le orme dei pubblicani e dei peccatori. Ha condiviso tutto ciò che stava accadendo intorno a lui, l'angoscia, le attese e le speranze di questi uomini e donne venuti in massa a cercare da Giovanni la strada per un'autentica liberazione spirituale. Gesù voleva essere e si sentiva parte di questa folla perché fa parte di un popolo e sapeva che Dio raggiunge le persone nelle loro richieste più profonde. Arrivato alle rive del Giordano, Gesù si immerge nella folla prima di essere immerso nel fiume. Quando scende nell'acqua, è nella nostra pasta umana che s'immerge. E quando risale dal fiume è tutta la nostra umanità che assume, che si fa carico di portare verso la bontà del Padre. Dopo essere stato battezzato, accadde qualcosa di imprevedibile e unico. «E subito, uscendo dall'acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba». È solo Gesù e nessun altro a vedere i cieli squarciati. Una realtà divina, fino a quel giorno velata ai suoi occhi, gli viene rivelata. Si vede unto come Messia dallo Spirito che scende su di lui. Una nuova coscienza si risveglia in lui. È in questo momento che Gesù acquista coscienza di sé.
Ciò che Gesù sperimentò fu una vicinanza unica e sing
olare a Dio. Fino ad allora s'era rivolto a Dio come a suo Padre. Al momento del battesimo è stato il Padre a rivolgersi a lui e ad accoglierlo nel suo stesso mistero. Gesù prende coscienza del suo essere più intimo e della sua missione. Perché la rivelazione di questa vicinanza a Dio è per tutti. Sì, tutti sono chiamati a sentirsi dire dal Padre: «Tu sei il figlio mio, l'amato». Tutti, senza eccezioni.
Quel giorno, sulle rive del Giordano, un uomo vide il cielo aprirsi nel suo cuore. Gesù andrà ora dai suoi fratelli per comunicare loro l'evangelo. A ciascuno dirà: «Dio è vicino a te. Alzati e cammina. Anche tu sei il figlio amato di Dio». Gesù non aveva bisogno del battesimo di Giovanni. Non aveva alcun peccato da farsi perdonare. Ma ha voluto raggiungere tutti i peccatori. Ha preso su di sé i loro peccati e miserie. Porta la sua croce con noi e noi la portiamo con lui. La nostra vita può essere segnata da debolezze, storie tormentate o infelici. Ma il Signore è lì. Si unisce a noi, s'immerge con noi.
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