Avvento e Natale (B) 2023/2024



Parola che si fa vita


Commenti e Testimonianze sulla Parola (da Camminare insieme)



1a domenica di Avvento (3 dicembre 2023)
Vegliate, perché non sapete quando è il momento (Mc 13,33)

Immacolata concezione della B.V. Maria (8 dicembre 2023)
Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te (Lc 1,28)

2a domenica di Avvento (10 dicembre 2023)
Viene dopo di me colui che è più forte di me (Mc 1,7)

3a domenica di Avvento (17 dicembre 2023)
Io sono voce di uno che grida nel deserto (Gv 1,23)

4a domenica di Avvento (24 dicembre 2023)
Natale del Signore (25 dicembre 2023)
Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore (Lc 2,11)

Maria Madre di Dio (1 gennaio 2024)
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio (Lc 2,20)

Epifania del Signore (6 gennaio 2024)
Battesimo del Signore (7 gennaio 2024)
Gesù venne da Nazareth in Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni (Mc 1,9)


_______________




1a domenica di Avvento (3 dicembre 2023)
Vegliate, perché non sapete quando è il momento (Mc 13,33)

Entriamo con questa domenica nel tempo "forte" dell'Avvento e la liturgia ci propone alcuni atteggiamenti adatti a prepararci al Natale, alla venuta del Signore Gesù in mezzo a noi. Innanzitutto, ci propone di attendere il Signore. Per questo è importante vigilare. Sappiamo che attesa è parente di assenza, poiché non si aspetta qualcosa che c'è già, ma solo qualcosa o qualcuno che al momento è assente. Allora, ecco questo periodo di Avvento, che ci scuote, ci ridesta, per farci vivere in modo più cosciente la nostra fede.
Perché abbiamo bisogno di questo scossone salutare, di questo tempo detto "forte"? Forse perché è quasi inevitabile che, nello scorrere dei giorni, i nostri cuori si intorpidiscano. Forse è facile cedere alla pigrizia e coltivare solo come un ricordo lo slancio di un tempo. Forse perché il peso della fatica quotidiana a lungo andare fa smarrire la speranza. Ed ecco il dono dell'Avvento, che è come una luce che squarcia l'oscurità e ci fa intravedere di nuovo il progetto e l'amore di Dio. L'Avvento è tutto concentrato in un grido: "State attenti, vegliate", perché non sapete quando sarà il momento preciso. State attenti perché potreste perdere il sentiero che Gesù ha tracciato davanti a voi. State attenti perché lo Spirito continua ad operare in mezzo a voi ed è importante ascoltare la sua voce. State attenti perché è facile lasciarsi andare e lasciarsi trasportare dalla corrente del "fanno tutti così".
Chi veglia attende e noi attendiamo le "venute" del Signore nelle nostre giornate. Chi veglia è mosso dal desiderio, intenso e vivo, di incontrare qualcuno che sta per arrivare. Chi veglia è uno che ama. E proprio perché amiamo Gesù e il prossimo vorremmo essere desti e vigilanti. Per non perdere neanche un "briciolo" di vita con Lui.

Testimonianza di Parola vissuta

EX COLLEGHE

Una mia ex collega, con la quale in passato avevo avuto discussioni per divergenza di opinioni sul modo di trattare gli alunni, stava diventando cieca. L'ho chiamata per telefono e lei, sorpresa di sentirmi dopo tanto tempo, si è lasciata andare nel confidarmi la sua disgrazia. Dopo averla ascoltata a lungo, mi sono detta pronta a leggere per lei tutto quello che le interessava. Iniziava così tra noi un nuovo modo di collaborare e di comunicare.
Un giorno in cui sono stata io a confidarle i miei guai, ha commentato: "Bisogna diventare vecchi per capire il valore dell'amicizia. Per me, una volta, era la giustizia a condurre alla verità; oggi penso che sia l'amore che fa comprendere il senso di tutte le cose".

M.M. - Francia

Clicca qui per Foglio stampabile (pdf), formato A4, stampa f/r per A5

torna su



Immacolata concezione della B.V. Maria (8 dicembre 2023)
Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te (Lc 1,28)

La scena dell'annunciazione lucana che si conclude con l'"ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola", produce in noi un forte sentimento di contrasto tra il rifiuto dell'alleanza originaria in Adamo ed Eva e l'accoglienza di Maria. La scena si apre con il viaggio, a distanza di sei mesi, dell'arcangelo Gabriele dal tempio di Gerusalemme alla casa di una giovane donna, di un piccolo paesino; dal tempio solenne ad una casa semplice; da un sacerdote, Zaccaria, ad una donna giovane, promessa sposa. Con una promessa, anzi con la garanzia che il Signore "è con lei". Su questa certezza lei è invitata a gioire, come la figlia di Sion della tradizione profetica. È bello infatti notare che le prime parole dell'angelo sono un invito alla gioia. Perché? Perché è la piena di grazia.
La parola grazia ha due significati. Può dire favore, perdono, amnistia; ma può significare anche bellezza, fascino, amabilità. In Maria ritroviamo questi due significati. Ella è "piena di grazia" anzitutto perché è stata "graziata", cioè salvata gratuitamente dalla grazia di Cristo. Ma è piena di grazia anche nel senso che Dio l'ha resa splendente, senza macchia, "tutta bella". Maria è graziata e graziosa.
Allora se l'Immacolata è la festa della grazia e della bellezza, essa ha qualcosa di importante da dire a noi oggi. Dio ci chiama a far risplendere di nuovo davanti agli occhi del mondo l'ideale di una bellezza che è sì godimento, ma anche rispetto e senso di responsabilità di fronte a tutte le creature e al creato. E quando, tutti lo abbiamo sperimentato, siamo immersi nella bellezza siamo anche nella gioia. E alla grazia di Dio deve far seguito il grazie dell'uomo, che significa riconoscere la grazia e accettarne la gratuità: tutto è grazia!

Testimonianza di Parola vissuta

LA BELLEZZA

Fin dai tempi del liceo mi ero resa conto di non essere gran che avvenente. I ragazzi mi scartavano, attirati dalle più belle. E se qualcuno mi avvicinava lo faceva solo per sfruttarmi. Così il mio aspetto fisico stava diventando una vera ossessione.
Un giorno una compagna d'università mi ha invitata a fare dopo-scuola con lei ai bambini disagiati. Ho accettato. Ci recavamo tutti i giorni in un quartiere piuttosto squallido della periferia. L'accoglienza di quella gente, l'affetto nei miei riguardi mi hanno conquistata al punto che è diventato quello il centro della mia vita. E i problemi che mi avevano così fortemente condizionata? Scomparsi!
Veniva con noi a darci una mano con quei bambini uno studente di medicina. Un giorno mi ha sorpresa, chiedendomi se fossi una psicologa. Certo che non lo ero, ma a sentir lui il mio modo di trattare la gente manifestava una grande misura di competenza e delicatezza, una vera maternità.
Abbiamo lavorato più volte insieme fino a scoprire di essere innamorati. Ora abbiamo una famigliola felice che sa accogliere tanti.

C.F. - Italia

Clicca qui per Foglio stampabile (pdf), formato A4, stampa f/r per A5

torna su



2a domenica di Avvento (10 dicembre 2023)
Viene dopo di me colui che è più forte di me (Mc 1,7)

Oggi ascoltiamo l'inizio del vangelo di Marco: testo antichissimo, il primo tra i vangeli canonici. Subito Marco ci porta nel deserto, dove un precursore del protagonista Gesù, gli prepara la scena. Si tratta di Giovanni Battista, che sta battezzando e proclama un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Non è un leader che blandisce le folle per ottenere il loro consenso. Non è un maestro che insegna una dottrina e tenta di convincere. Non è un politico, che presenta la realtà in modo accattivante e fa intravedere situazioni di benessere improbabili. Il suo è un grido scomodo perché invita a convertirsi, a cambiare. Non chiede che a cambiare sia la società né gli occupanti romani, né i capi dei sacerdoti a Gerusalemme. Il male, quello più pericoloso, è quello che si annida nel cuore dell'uomo. Ognuno, quindi, è invitato a partire da lì, dal suo cuore, dalla sua coscienza, dalle sue responsabilità, dal suo peccato.
Giovanni Battista è come un indice puntato verso l'ingresso decisivo del Signore nelle strade del mondo. È nel Cristo, infatti, che si attua la presenza suprema di Dio in mezzo agli uomini. A lui dobbiamo guardare, perché è lui "che è più forte di me". Egli è il "forte" per eccellenza. Questo è un titolo che la Bibbia riserva prima di tutto a Dio, le cui opere sono efficaci. Gesù, che sta per arrivare è il più "forte", è colui che dona lo Spirito, è il grande atteso. La figura del Battista sta quindi davanti a noi oggi, come un segnale che indica il "protagonista", Gesù. Giovanni è destinato a "diminuire" perché Cristo "cresca". Il battesimo di Cristo trasformerà radicalmente noi creature aprendoci un orizzonte inatteso, quello stesso di Dio. Ci "immerge" in Dio e Dio è Amore. Siamo immersi nell'Amore e siamo chiamati a dare amore.

Testimonianza di Parola vissuta

LA CARTOLINA

Ogni mattina, andando al lavoro nel reparto infettivo dell'ospedale, incrociavo Ursula, la signora delle pulizie. La salutavo, ma sempre mi rispondeva piuttosto diffidente. Ho scoperto ben presto che il suo atteggiamento era dettato dall'abitudine a non aver rapporti con la classe medica: tutti, in fondo, la consideravano un'inferiore.
Dopo qualche tempo, ho avuto un periodo di vacanze. Ho scritto una cartolina ai miei colleghi di reparto e una anche a Ursula. Tornando, ho trovato una grossa sorpresa: lei mi attendeva e mi ha salutato quasi commossa perché l'avevo ricordata. Per la prima volta mi ha raccontato qualcosa di sé. È stato l'inizio di un'amicizia profonda.

M. - Germania

Clicca qui per Foglio stampabile (pdf), formato A4, stampa f/r per A5

torna su



3a domenica di Avvento (17 dicembre 2023)
Io sono voce di uno che grida nel deserto (Gv 1,23)

Il vangelo di questa domenica ha al centro la figura di Giovanni Battista, che Gesù definisce "più che un profeta". Egli però, nella sua umiltà, si dice "voce di uno che grida nel deserto". È una voce che comunica contenuti non suoi, eventi che la superano; egli è ambasciatore di un altro più grande di lui. È quindi una voce che guida, che ha il compito di illustrare all'umanità la via definitiva del vangelo: la persona risolutiva del Cristo, l'avvento del Regno di Dio, la salvezza nello Spirito Santo. Il Battista "venne come testimone per rendere testimonianza alla luce", che stava per sorgere, Cristo. È questa la missione di ogni discepolo: proclamare al mondo il Signore e la sua azione, perché è il Cristo che deve crescere, mentre colui che annuncia deve diminuire, lasciando il Signore al centro della scena, proprio come farà il Battista.
Guardando al Battista quali caratteristiche possiamo cogliere? È un testimone autentico e sincero, fino in fondo; fino al punto di accettare, disarmato, le domande più impertinenti. È una voce che grida e invita a preparare la strada al Signore, che sta arrivando. È una sentinella che ha il compito di preparare gli animi, di ridestare i cuori. Anche noi, proprio come Giovanni, siamo testimoni della Luce. La cerchiamo, la desideriamo, la invochiamo e, per grazia, la possiamo incontrare. E di questa luce possiamo diventare "riflesso". Quando poi ci mettiamo insieme con semplicità e umiltà, cresce la possibilità di donare un "chiarore" lungo le strade del mondo. A questo sono chiamate le nostre comunità.
Anche noi possiamo pregare come il vescovo Helder Càmara: "Fa' di me o Dio, un arcobaleno di bene, di speranza e di pace. Arcobaleno incaricato da te ad annunziare che mai fallirà il tuo amore di Padre, la morte del tuo Figlio, la meravigliosa azione del tuo Spirito, o Signore".

Testimonianza di Parola vissuta

RINASCITA

Un'ex compagna di scuola della mia ragazza aveva fatto una brutta vita: droga e alcol, ragazzi "sbagliati"… Quando l'abbiamo incontrata, dopo l'iniziale freddezza, lentamente si è sciolta, fino al punto da riconoscere che la sua scelta di libertà era stata una trappola che l'aveva rovinata. Ora si ritrovava sola e senza il gusto di vivere.
Le siamo rimasti vicini e l'abbiamo invitata nella nostra comunità. Ci ha confidato una sera: "Mi sento rinascere. L'accoglienza, il rispetto di tutti stanno producendo in me un altruismo senza interesse. Ora sento di poter ricominciare".

B.A. - Ungheria

Clicca qui per Foglio stampabile (pdf), formato A4, stampa f/r per A5

torna su



4a domenica di Avvento (24 dicembre 2023)
Natale del Signore (25 dicembre 2023)
Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore (Lc 2,11)

Il vangelo della Messa della notte di Natale ci racconta quando, in una notte di Betlemme di oltre venti secoli fa, il Signore della storia, Salvatore e Luce del mondo, si è fatto presente come Bambino piccolo e indifeso, in un ambiente marginale e in mezzo a persone semplici. Luca, sebbene non si soffermi sui dettagli, è molto attento alle coordinate storiche. La storia ufficiale, la storia degli imperatori, si fa circostanza concreta in cui avviene la nascita di Gesù. Un censimento diventa l'occasione per il compimento della promessa davidica, poiché Giuseppe decide di farsi censire a Betlemme, la città di Davide.
Luca presenta la scena del bambino circondato dalla sua famiglia terrena, fatta di una coppia di sposi poveri e giusti e di un gruppo di uomini semplici, i pastori. Cristo e i primi cristiani appartengono quindi a coloro che non hanno insegne, dignità, potenza, denaro, ma hanno un cuore accogliente. In questa scena povera e modesta Luca ci dice che dal cielo scende un inno di pace. Nel Bimbo di Betlemme e di quella fredda notte, i fedeli riconoscono il Signore del cielo e della terra, il Salvatore del mondo. "Oggi, un salvatore, è nato per voi": ecco il cuore dell'annuncio.
Oggi, noi cristiani siamo chiamati e abbiamo la possibilità di accogliere il Dio che viene. Questo Dio si dona a noi come colui che dona salvezza: l'uomo, ciascun uomo, è restituito alla sua integrità, come appena uscito dalle mani del Creatore. Per voi: non a qualcuno soltanto, ma per tutti: la benevolenza di Dio si estende a tutti gli uomini. A noi che celebriamo il Natale, Dio dona la sua luce e la sua gioia. Ma attraverso di noi Dio la vuole donare al mondo intero. E tutto grazie a "qualcosa" di fragile, di umile e allo stesso tempo di infinitamente potente in virtù dell'innocenza, della tenerezza. Come è l'amore!

Testimonianza di Parola vissuta

LO SCATOLONE

Da tempo mio marito ed io seguiamo una signora con una figlia disabile. Abbandonata dal marito, tira avanti con grossi problemi economici. Quante volte ho ascoltato i suoi sfoghi fino a lasciarla rasserenata! Lentamente ha trovato anche il sostegno della fede. L'ho aiutata nelle procedure burocratiche per ottenere gli aiuti alla figlia, evitandole lunghe file.
Un giorno in cui siamo andati a farle visita, ci siamo resi conto che entrambe mancavano del necessario. Da allora, coinvolgendo altri amici, abbiamo provveduto ad una raccolta mensile di generi alimentari. Prima di Natale però mi son o accorta che non avevano i mezzi per fare un po' di festa. Volevo provvedere con una spesa al supermercato quando un vicino di casa bussa e mi lascia uno scatolone colmo di generi alimentari e dolci, dicendo: "Sai tu a chi darli".
Quando mio marito ed io siamo andati a consegnare tutta quella buona roba alla signora, era insieme a una ragazza-madre con la quale ha voluto subito condividere ogni cosa. Siamo tornati a casa portando con noi questa lezione di vita.

V.M. - Slovenia

Clicca qui per Foglio stampabile (pdf), formato A4, stampa f/r per A5

torna su



Maria Madre di Dio I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio (Lc 2,20)

All'inizio di un nuovo anno la Chiesa affida la vita dei suoi figli alla Madre per eccellenza, Maria. Lo fa sotto il segno della benedizione di Dio che, attraverso Mosè, si impegna a proteggere il nuovo cammino del suo popolo (1a lettura). Lo fa anche con il brano del vangelo, riproponendo la scena della notte di Natale, quando insieme ai pastori contempliamo, accanto al bambino, una giovane donna attenta a raccogliere quanto di bello, ma anche di misterioso, le viene annunciato del figlio.
I pastori si erano mossi all'annuncio dell'angelo. Esseri notturni e di poco valore agli occhi della società del tempo, si fidano di un segno impensabile: "un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia"; si mettono in movimento per vedere, insieme. "Senza indugio": senza troppe domande, senza tergiversare nella logica. Vanno, di nuovo "ai margini" dove la Parola è verificata: "E dopo averlo visto riferirono ciò che del bambino era stato detto loro".
Singolare sorte quella dei due genitori che devono ricevere da semplici pastori sconosciuti una notizia così importante sull'identità del proprio figlio! E anche ai loro occhi sarà emerso il contrasto tra quanto annunciato e quanto vissuto: un Re in un bambino, un Salvatore in una mangiatoia, il Messia deposto in un luogo insignificante, anonimo, perché non c'era spazio altrove. Eppure i pastori raccontano, sono i primi missionari. Sentono che non possono tenere per sé quello che hanno sperimentato.
Proviamo a raccontare anche noi come nella concretezza delle nostre storie personali, delle nostre comunità, della nostra Chiesa, si è fatta carne, cioè spazio visibile e toccabile, la Salvezza. Come cioè in questo Natale abbiamo incontrato Gesù Salvatore.

Testimonianza di Parola vissuta

SILENZIO

Stamane, appena sveglio, ho trovato un messaggio WhatsApp di una persona conosciuta in azienda, che non incontro da mesi. Con una domanda insolita: «Cosa ne pensi del "silenzio"?». Le ho risposto con questo messaggio: «Io ho un buon rapporto con il "silenzio". Non è semplice isolarsi nel silenzio, spesso ci fanno compagnia mille "fantasmi"… Ma per uno come me che avverte il bisogno di pace interiore, è indispensabile non prestare ascolto agli errori del passato, alle scelte mai fatte, ai dolori inflitti al prossimo… Solo nel silenzio si avverte questa pace, insieme alla certezza che Gesù ha cancellato tutto questo negativo. Ed è nel silenzio che cresce la "relazione" più bella che una persona possa costruire, quella con Dio. Si arriva infatti a parlargli come se lui fosse accanto. Più si è leali in questa relazione, più nel silenzio si avvertono cose profonde con una semplicità prima impensabile».
E lei ha aggiunto: «Grazie, Umberto. Nel mio cammino Dio ha voluto che incontrassi te… Mi sento fortunata».

Umberto - Italia

Clicca qui per Foglio stampabile (pdf), formato A4, stampa f/r per A5

torna su



Epifania del Signore (6 gennaio 2024)
Battesimo del Signore (7 gennaio 2024)
Gesù venne da Nazareth in Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni (Mc 1,9)

Le letture del giorno del battesimo del Signore sono caratterizzate da un movimento discendente, dal cielo alla terra. Gesù viene battezzato nel Giordano da Giovanni. Dobbiamo immaginare che Gesù venga immerso completamente nelle acque del fiume, com'era prassi a quel tempo. Certamente l'azione compiuta da Gesù lo accomuna a tutti gli uomini e donne in fila lungo il Giordano, con i quali condivide la supplice preghiera a Dio che non lasci affogare nel peccato i suoi figli.
Ma dopo questo "abbassamento" Gesù risale dall'acqua ed ecco che "subito" egli assiste ad una manifestazione di Dio. Si aprono i cieli: c'è una "discesa dall'alto" che indica il rimettersi in gioco di Dio nella storia dell'uomo. Infatti, su Gesù scende lo Spirito, come colomba, richiamo al segno per eccellenza della riconciliazione tra Dio e l'umanità dopo il diluvio. A ciò si aggiunge una voce proveniente dal cielo: "Tu sei il figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento".
Questa rivelazione è per Gesù e per noi lettori: per Gesù nella consapevolezza di essere il Messia, l'unto di Dio, può iniziare il proprio ministero; per noi, perché il tu di Dio a suo figlio Gesù ci conferma che egli è il Figlio del suo compiacimento, la sua gioia.
Marco ci dice che Gesù "venne": non è passato di lì per caso, ma ha scelto di essere battezzato. Come per noi: i nostri genitori hanno scelto di regalarci il battesimo, che ci ha "immersi" nella vita di Dio. Proprio per questo Dio si rivolge a ciascuno di noi dicendo: "Tu sei il figlio amato", "Tu sei la figlia amata". E noi possiamo con la nostra vita essere la sua gioia.

Testimonianza di Parola vissuta

I PASSI DI DIO

La pandemia ha sconvolto alcuni punti della mia esistenza che pensavo giusti, necessari, stabili. Il domani non ha un volto prevedibile. Una rete insospettata di amici è tornata a farsi sentire. La mia vita ora si muove su un sentiero che definisco più aperto al Mistero con la "m" maiuscola.
Ricordo – quando nell'autunno del 1997 c'è stato il terremoto in Umbria – la rabbia di chi si scagliava contro lo Stato, le istituzioni, i sismologi che "non avevano saputo prevedere". Tutto finiva in politica e in accusa. In un campo di prefabbricati una vecchietta, più che rassegnata, aveva accettato in altro modo o da altre mani quello che era successo: la saggezza di chi ha vissuto e conosce la vita e i limiti dell'uomo.
Ecco, mi appello a un altro modo di vivere la novità della vita.
La scrittrice tedesca Gertrud von Le Fort afferma che non siamo noi a farci strada verso Dio, ma è Dio che si fa strada verso di noi. Allora tutti i fatti della giornata, gli eventi, gli incontri… possono essere visti come passi di Lui verso di noi.

T.M. - Italia

Clicca qui per Foglio stampabile (pdf), formato A4, stampa f/r per A5


----------
torna su
torna all'indice
home