Pentecoste (A)




Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Antonio Savone, presbitero della diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Vita Pastorale (n. 5/2023)


ANNO A – 28 maggio 2023
Pentecoste

Atti 2,1-11 • Salmo 103 • 1 Corinzi 12,3b-7.12-13 • Giovanni 20,19-23
(Visualizza i brani delle Letture)


LO SPIRITO CHE RINNOVA IL MONDO

Una lunga esperienza di fidanzamento:a questo potrebbe paragonarsi la vicenda terrena del figlio di Dio in mezzo a noi. Proprio come ogni fidanzamento che si rispetti, dopo aver scelto con passione e cura la sua sposa, il rapporto ha conosciuto i comuni alti e bassi di ogni relazione: l'entusiasmo e la gioia dello stare insieme, ma anche l'incomprensione e il dietrofront dei giorni della passione, la disponibilità a giocarsi fino in fondo, ma anche l'incapacità a tenere il passo, la bellezza della condivisione e l'angoscia del risentimento. E finalmente le nozze, celebrate quando ormai il Figlio era consapevole di chi avesse scelto. Le nozze, infatti, sono state celebrate nel mistero dell'Ascensione allorquando la sposa che il Figlio aveva fatto sua, la nostra umanità, è stata introdotta per sempre accanto al Padre.
Che volto ha la sposa del Figlio? Per quanto abbia dei tratti meravigliosi, tanto da attirare persino Dio, si tratta di un volto da rendere sempre più bello: la nostra umanità, infatti, colleziona non poche macchie sul suo viso, tante rughe sulla propria fronte e non poche cicatrici sul suo corpo. Per questo, il regalo di nozze che il Padre fa al Figlio è proprio lo Spirito santo.
Non è un caso che la preghiera della Chiesa non ha cessato di invocare il dono dello Spirito, come il solo capace di rinnovare la faccia della terra. Lo Spirito è l'unico in grado di riportarci sempre a come siamo usciti dalle mani del Creatore quando, guardandoci, egli riconosceva che eravamo cosa molto buona. A patto che non gli opponiamo resistenza.
Per quanto vogliamo recuperare l'integrità perduta, da soli non è possibile: noi, al massimo riusciamo a fare dei ritocchi superficiali, una sorta di restauro conservativo. Lo Spirito, invece, ha il potere di ringiovanire proprio ciò che è addirittura avanti negli anni o compromesso dalle troppe cadute.
È solo per mezzo di lui che noi esistiamo; è per mezzo di lui che possiamo riconoscere che Gesù è il Signore; è per mezzo di lui che siamo in grado di amare; è per mezzo di lui che abbiamo la certezza che la nostra vita è nelle mani di Dio; è per mezzo di lui che non assolutizziamo nulla e nessuno; è per mezzo di lui che ritroviamo la forza della testimonianza; è per mezzo di lui che siamo in grado di perdonare e osare gesti di misericordia; è per mezzo di lui che siamo consapevoli che in vita e in morte siamo del Signore.
E ancora: è per mezzo di lui che la stanchezza non ha la meglio sulla disponibilità a lavorare per il Vangelo;è per mezzo di lui che le inevitabili increspature non diventano l'unico punto prospettico da cui guardare la realtà;
è per mezzo di lui che il nostro passo non conosce la cadenza della vecchiaia e il nostro modo di vedere non è appannato dal rimpianto;
è per mezzo di lui che non siamo gli uomini della nostalgia ma quelli dell'attesa;
è per mezzo di lui che le nostre parole e i nostri gesti non indulgono solo al nostro tornaconto, ma sono attraversati dalla capacità di essere profezia di qualcosa di nuovo;
è per mezzo di lui che siamo in grado di compiere il difficile passaggio dalla paura al rischio.
Per questo lo invochiamo incessantemente: manda il tuo Spirito, Signore, e rinnova la faccia della terra.


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