I Domenica di Quaresima (A)




Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Antonio Savone, presbitero della diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Vita Pastorale (n. 2/2023)


ANNO A – 26 febbraio 2023
I Domenica di Quaresima

Genesi 2,7-9;3,1-7 • Salmo 50 • Romani 5,12-19 • Matteo 4,1-11
(Visualizza i brani delle Letture)


LA PIENEZZA DI UMANITÀ

Niente dolci, niente caffè, qualche sigaretta in meno, qualcosa di troppo in meno. È questa la Quaresima? Essa è, piuttosto, il tempo in cui dire un sì che può cambiare il nostro modo di essere uomini e donne, come preghiamo oggi nella Colletta: «Concedi a noi tuoi fedeli di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo». Tutto quanto vivremo in questo tempo – anche i no che ci impegniamo a ripetere – mira a dischiudere la pienezza di umanità così come la vediamo risplendere in Gesù: quella è la nostra umanità compiuta.
"Un certo cristianesimo moralistico" (O. Clement) ha letto le tentazioni come qualcosa che concerne la sfera sessuale. Le vere tentazioni, però, non riguardano anzitutto la sfera della fragilità umana, ma quella della fede.
La tentazione è l'insorgere, per la forza demoniaca esterna, di una possibilità di vita diversa rispetto alla proposta di Dio all'uomo, ma che si rivela ingannatrice, perché non porta a ciò che aveva fatto intravvedere ma a sperimentare in modo drammatico la propria creaturalità.
Il diavolo non ha come mira distogliere Gesù da Dio tanto da indurlo al male. Gli suggerisce, invece, qualcosa da fare in nome di Dio per raggiungere più facilmente il suo scopo. Lo tenta, appunto, in ciò che crede, su ciò che è il senso della sua vita e l'anima della sua missione. Non a caso, le risposte di Gesù attingono dal libro del Deuteronomio che contiene la fede di Israele.
Cosa sarebbe accaduto se Gesù non avesse minato la proposta del diavolo? Si sarebbe ritrovato schiavo dell'esibizione del potere, dell'ipertrofia dell'io, della tirannia della gloria.
Il diavolo prende di mira un assunto che per il Figlio Gesù, come per tutti i figli di Dio, è imprescindibile: «Scegliere Dio stando dalla parte degli uomini e scegliere gli uomini stando dalla parte di Dio». Il dramma accade proprio quando viene intaccato questo progetto di vita. Sarà quello che verrà proposto a Gesù sulla croce quando gli suggeriranno di salvarsi se davvero è Figlio di Dio. Se lo è, Dio di certo non gli farà mancare il suo soccorso. In quell'istante gli vengono di nuovo ripresentate le tre tentazioni del deserto:
- salvare sé stesso con un miracolo (sfamati trasformando le pietre in pane),
- dimostrare chi è (buttati dal pinnacolo del tempio),
- liberarsi dalla morte (prostrati davanti a me).
Le lusinghe di satana sono rifiutate proprio attraverso il restare fedele a Dio senza salvare sé stessi, senza alcun bisogno di dimostrare qualcosa e accettando di entrare nella morte.
Viene per ciascuno di noi il momento della grande tentazione, quando come Israele nel deserto sentiamo sorgere la domanda: ma il Signore è in mezzo a noi, sì o no? Quando le ragioni del no sembrano prevalere e imporsi ragionevolmente al nostro cuore, quello è il momento in cui dobbiamo guardare al Signore Gesù, del quale la lettera agli Ebrei (2,8) attesta: «Per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova». Quello è il momento in cui accogliere la prova per essere plasmati come uomini e donne veri, senza mai lasciarci portare via dalle mani di chi ci plasma.


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