Battesimo del Signore (A)




Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Antonio Savone, presbitero della diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Vita Pastorale (n. 1/2023)


ANNO A – 8 gennaio 2023
Battesimo del Signore

Isaia 42,1-4.6-7 • Salmo 28 • Atti 10,34-38 • Matteo 3,13-17
(Visualizza i brani delle Letture)


DIO HA SCELTO DI SCENDERE

A lungo il Messia era stato atteso come colui che avrebbe finalmente eliminato ogni bruttura dalla faccia della terra. E, invece, quando giunge, ad accreditarlo non è il ventilabro o il setaccio ma l'umile condivisione del cammino compiuto da quanti affollavano il Giordano. Una vera e propria destabilizzazione vedere il figlio di Dio avanzare nella storia non marcando la distanza dai peccatori ma cominciando proprio da loro.
Non finiremo mai di cogliere la portata rivoluzionaria racchiusa nell'incipit del Vangelo di questa festa: «Venne dalla Galilea al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare». È come se non fosse bastato al figlio di Dio raggiungere l'uomo nella terra della sua lontananza: lo ha raggiunto in quella della sua dispersione.
Avessimo deciso noi di introdurre il figlio di Dio avremmo pensato senz'altro a una cerimonia inaugurale da passare alla storia, proprio come si addice a un grande evento. Niente di tutto questo, stando al Vangelo. La cornice che fa da scenario all'inizio della missione del figlio di Dio è alquanto modesta: «Dalla Galilea al Giordano».
Da un luogo maledetto qual era la Galilea a uno insignificante qual era il Giordano. È come se ci venisse annunciato che, d'ora in avanti, "il centro è il confine". E il modo in cui egli si introduce è "in punta di piedi". La risalita è possibile perché Dio ha scelto di scendere. Nessuno è più costretto a scalate impossibili per raggiungerlo prendendo le distanze da un umano che andrebbe trasfigurato, non negato.
Scandalizza una tale scelta, tant'è che Giovanni vorrebbe impedirglielo. Il nostro cuore non riesce ad accettare che Dio possa giungere per la strada che egli ha scelto di percorrere, quasi avessimo bisogno di restare fedeli a un cerimoniale che egli, invece, sembra disattendere. Da che mondo è mondo, a Dio si giunge in un certo modo e non in un altro, per certe vie e non per altre. Il Giovanni di sempre resta spiazzato: la vita di fede ha inizio nella misura in cui si è disposti a "lasciare che Dio sia e operi". "Lasciare" è il gesto che più di ogni altro esprime la fede: dice la disponibilità a vivere affidati in un atteggiamento di abbandono. Continua a fidarti di Dio anche quando le tue aspettative sono deluse!
Giovanni deve permettere che Dio si faccia strada inabissandosi nelle profondità del peccato degli uomini, perché lì possa risplendere la bellezza smarrita e l'eredità perduta. Il sottoporsi volontariamente allo stesso battesimo degli uomini peccatori, attesta che non c'è riscatto senza condivisione e non c'è redenzione senza solidarietà piena.
La giustizia è adempiuta quando si percorre la strada dell'umile abbassamento, non quella della prevaricazione. L'umile solidarietà con l'uomo peccatore riceve la certificazione dall'alto. Dio stesso, infatti, conferma che il Figlio ha fatto la cosa giusta. Quand'è che il cielo continua ad aprirsi e a convalidare lo stile dei figli di Dio? Quando i toni non sono urlati e le azioni non sono clamorose, Dio convalida i gesti piccoli e marginali, quelli che vede solo lui. Sono i gesti che a noi appaiono insignificanti ad avviare un nuovo corso. Solo così Dio può manifestarsi pienamente.


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