Avvento e Natale (A) 2022/2023



Parola che si fa vita


Commenti e Testimonianze sulla Parola (da Camminare insieme)



"Parola-sintesi" proposta per ogni domenica,
corredata da un commento e da una testimonianza.


1a domenica di Avvento (27 novembre 2022)
Tenetevi pronti (Mt 24,44)

2a domenica di Avvento (4 dicembre 2022)
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! (Mt 3,3)

Immacolata concezione della B.V. Maria (8 dicembre 2022)
Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola (Lc 1,38)

3a domenica di Avvento (11 dicembre 2022)
Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero (Mt 11,10)

4a domenica di Avvento (18 dicembre 2022)
Giuseppe, figlio di Davide, non temere (Mt 1,20)

Natale del Signore (25 dicembre 2022)
Gloria a Dio nel più alto dei cieli (Lc 2,14)

Maria Madre di Dio (1° gennaio 2023)
Maria da parte sua custodiva tutte queste cose (Lc 2,19)

Epifania del Signore(6 gennaio 2023)
Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima (Mt 2,10)

Battesimo del Signore (8 gennaio 2023)
Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento (Mt 3,17)


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1a domenica di Avvento (27 novembre 2022)
Tenetevi pronti (Mt 24,44)

Il tempo di Avvento segna l'inizio di un periodo di attesa nel quale siamo invitati ad assumere un atteggiamento di vigilanza. Questo è necessario per non perdere nessuno dei frutti che la nascita del Figlio di Dio porterà all'umanità e a ciascuno.
Il vangelo di questa domenica ci mette in guardia da quella trascuratezza che determina uno stile di vita superficiale. Per questo ci invita ad essere attenti, a vegliare. Perché vegliare? Innanzitutto per pregare: l'anima è invitata a farsi attenta a Dio che parla. La persona che prega è come una lampada tranquilla che arde e illumina nella notte. Dio le parla, la consola, la rischiara, la nutre.
Vegliare per attendere, per orientarci e ri-orientarci verso il giorno dell'incontro. Si veglia per vivere l'attesa. Vegliare ancora per resistere, non venir meno: il cristiano è un lottatore e un resistente. Infine vegliare per amare. Perché se Gesù ci invita a tenersi pronti non è solo per resistere al male, ma per amare. Chi ama veglia: il cristiano veglia nell'attesa amorosa di Dio. L'amore ci fa tendere verso il nostro Signore. Allora la parola di Dio diventa in noi e per noi "come una lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e sorga nei vostri cuori la stella del mattino" (2Pt 1,19).
Lo sappiamo: il rischio più grosso è quello di vivere giorno dopo giorno come se nulla fosse. Immersi nel grigiore, incapaci di cogliere gli indizi di ciò che sta per accadere. E allora "siate pronti", cioè non fatevi cogliere di sorpresa. Possiamo fare nostre, in questa settimana, alcune scelte: prendere a cuore innanzitutto la nostra relazione con Dio. Aprire il nostro cuore a quella Parola che, sola, può tracciare il cammino della vita. Vivere in una solidarietà operosa per costruire un mondo più giusto all'insegna dell'equità, della condivisione e della fraternità.

Testimonianza di Parola vissuta

IL CUORE DEI CRISTIANI

Un mio compaesano era tentato di aderire ai testimoni di Geova: gli sembrava che il modo in cui testimoniavano la fede, anche con sacrifici, fosse segno di credibilità, mentre aveva notato tanta indifferenza nella parrocchia che frequentava. Provai a raccontargli la mia esperienza con i testimoni di Geova e da quel giorno cominciai a sentirmi responsabile di quel conoscente, anche se non sapevo cosa fare.
Una sera, trovandomi a passare nel suo stesso palazzo, lo incontrai nell'ascensore. Alla sua domanda risposi che andavo a dare una mano ad un vecchietto solo e malato che abitava proprio lì, anzi gli chiesi se poteva portargli lui la medicina che stavo andando a comprare. Mi accompagnò in farmacia e mi assicurò che avrebbe fatto il necessario. Da allora, in quel palazzo, tanti inquilini si resero conto delle condizioni del vecchietto e iniziò una gara di attenzioni.
Un giorno, incontrandoci di nuovo, quel conoscente mi confidò: "Sono svaniti i problemi che avevo. La carità ha cancellato in me ogni ricerca. Ora so dove sta il cuore dei cristiani".

W.R. - Italia

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2a domenica di Avvento (4 dicembre 2022)
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! (Mt 3,3)

L'annuncio della prossima venuta del Signore Gesù e della liberazione che egli porta, fa crescere la speranza. Anche nella nostra epoca presente si avverte spesso la necessità di essere liberati da catene pesanti che sembrano tirarci sempre più verso il basso. L'annuncio della venuta di Cristo può alimentare la nostra fede e rispondere alla speranza di vita buona e riuscita. Solo lui può essere anche oggi la nostra salvezza. Per Giovanni Battista, infatti, il Signore viene per regnare sulla vita delle persone, per realizzare la sua signoria nella storia umana. Egli ha bisogno di liberi collaboratori che accolgano la sua bella notizia e si rendano disponibili al suo progetto di umanità riuscita.
Il primo compito di Giovanni Battista è quello di annunciare, nel deserto della Giudea, una conversione, un cambiamento di mentalità, perché il "regno dei cieli" si è avvicinato e rimane vicino a noi. Giovanni è nel deserto: e già questo luogo è un messaggio. Nella Bibbia, infatti, il deserto è il luogo dell'essenziale e della prova, della scelta. Allora capiamo che la conversione è un affare serio e impegnativo. Convertirsi non è un'operazione facile, né indolore. Come non è facile né indolore ogni cambiamento autentico, in profondità. E qui, per noi, si tratta di cambiare il cuore, di cambiare il modo di considerare la realtà, di staccarsi dai vizi inveterati, prendendo il coraggio di comportamenti inediti.
E cogliamo che qui conversione significa innanzitutto volgersi verso Cristo, verso Colui che è venuto nella nostra carne per liberarci dal male e offrirci misericordia e grazia da parte di Dio. Il nostro sguardo, dunque, sia orientato a Gesù per fissarsi su di Lui e seguire e imitare Lui. "Preparate la via al Signore" perché Lui possa essere la guida sicura del nostro cammino quotidiano, perché noi possiamo fare di Lui il centro della nostra vita.

Testimonianza di Parola vissuta

AMARE CAMBIA LA VITA

Fino a qualche tempo fa, a causa del mio carattere, ero una persona molto difficile. Avevo tanti difetti e non volevo cambiare, così tutti mi evitavano. Facevo quello che volevo ed i miei genitori erano preoccupati, perché disubbidivo continuamente.
Quando ho conosciuto il Vangelo, le cose sono cambiate. Ho imparato ad amare ed ho trovato un rapporto profondo con Gesù.
Prima pensavo che alcuni lavori come, per esempio, lavare i piatti, fossero solo per le donne. Amando ho capito invece che non è così ed ho iniziato a farlo anch'io. Le persone intorno a me, soprattutto i miei genitori, hanno iniziato ad accorgersi del mio cambiamento. Ho capito che, se amavo, ogni attimo facevo quello che l'Amore di Dio aveva pensato per me.
Quando mia sorella di un anno e mezzo è stata ricoverata in ospedale per una malattia e la mamma è andata con lei, io, che sono il più grande, sono rimasto a casa per prendermi cura dei miei tre fratelli. Era l'occasione per ripetere a Gesù: «Sia fatta la Tua Volontà».
Dovevo alzarmi molto presto per prepararli per la scuola. Poi c'erano gli altri lavori di casa: lavare, cucinare per tutti e curare gli animali che abbiamo. Mi sembrava una cosa difficile, ma con l'aiuto di Gesù ce l'ho fatta. I nostri vicini di casa erano colpiti e commentavano che nessuno dei ragazzi attorno faceva quello che facevo io.
Quando mia sorella è tornata a casa, è stato un momento molto bello di unità tra tutti. La mamma era contenta di quanto avevo fatto. Anche il mio papà era felice e mi ha comprato un regalo, perché aveva trovato tutto in ordine.
«È proprio vero – mi sono detto – che, se amiamo qualcuno, questa persona ama a sua volta e l'amore diventa reciproco».

C.S.

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Immacolata concezione della B.V. Maria (8 dicembre 2022)
Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola (Lc 1,38)

L'annuncio dell'angelo a Maria è certamente la più nota delle ambasciate celesti, ma rientra in una serie numerosa che troviamo nel libro della Parola. Quando Dio ha qualcosa di importante da rivelare agli uomini può farlo direttamente, in visione o in sogno, oppure mandare un suo messaggero.
Per Maria la visita dell'angelo Gabriele è connessa alla maternità divina. Le prime parole dell'angelo gettano Maria nello scompiglio, fatto di grande stupore e turbamento interiore. Subito l'angelo la saluta e le rivolge un titolo significativo "piena di grazia"; poi la rassicura della vicinanza divina, garanzia di riuscita in un'opera salvifica voluta da Dio stesso. Maria è colei in cui la grazia di Dio è presente in maniera stabile e permanente: non è un semplice complimento, ma un'affermazione che la rende unica. Maria dà la sua disponibilità ad un pieno compimento della volontà di Dio: "avvenga per me secondo la tua parola". Maria chiede che si dia compimento al volere divino. La vocazione e la missione di Maria mostrano la serietà dell'appello di Dio che non vuole fare nulla senza il "sì" libero della sua creatura.
L'irruzione di Dio nella nostra vita, i suoi appelli, fanno sempre "paura" perché ne avvertiamo le esigenze. Dire, come Maria, di "sì" a Dio significa accettare che nulla sia più come prima! Le nostre priorità e le nostre scelte si trovano modificate. Il "sì" di ogni impegno cristiano supera le nostre forze. Per fortuna, la nostra disponibilità ci permette di diventare "lavoratori con Dio", corresponsabili perché il Regno di Dio si diffonda. Sappiamo infatti che ogni vocazione, anche la nostra, comincia con il dono sovrabbondante di amore di un Dio fedele, che sempre possiamo ringraziare, e col quale sempre possiamo lavorare.

Testimonianza di Parola vissuta

CHI È CHIARA LUCE BADANO?

A lungo attesa, nasce a Sassello il 29 ottobre 1971 e cresce in una famiglia semplice che la educa alla fede. Ricca di doti naturali, bella e sportiva, ha molti amici che la considerano, al tempo stesso, normale e straordinaria. Scopre Dio come Amore e ideale della vita, e si impegna a compiere in ogni istante, per amore, la sua volontà. Coltiva l'amicizia con Gesù, che riconosce presente nel prossimo; predilige i piccoli, gli umili e i poveri, tra cui i bimbi dell'Africa, ove sogna di recarsi come medico.
A 17 anni, colpita da tumore osseo, affronta la malattia affidandosi all'amore di Dio. Di fronte alla sofferenza ripete: «Se lo vuoi tu, Gesù, lo voglio anch'io». A chi l'avvicina comunica serenità, pace e gioia. "Chiara Luce" lancia un messaggio ai suoi coetanei: «I giovani sono il futuro. Io non posso più correre, però vorrei passare loro la fiaccola come alle Olimpiadi. Hanno una vita sola e vale la pena di spenderla bene».
Il 7 ottobre 1990 saluta la mamma dicendo: «Sii felice, io lo sono!» e va incontro allo Sposo. La sua vita è la testimonianza di un sì incondizionato all'amore di Dio, un sì ripetuto fin da piccola, un sì che ha saputo trasformare la malattia in un cammino luminoso verso la pienezza della Vita. Immediato l'eco della sua santità che si è divulgato progressivamente.
Il Processo diocesano per la Causa della sua Beatificazione, aperto nel 1999 da Mons. Livio Maritano, vescovo di Acqui, ha avuto seguito con la fase romana. Nel 2008 la Serva di Dio è dichiarata Venerabile; successivamente è stato esaminato e riconosciuto un miracolo di guarigione, avvenuto a Trieste.
Fu beatificata il 25 settembre 2010 da papa Benedetto XVI.

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3a domenica di Avvento (11 dicembre 2022)
Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero (Mt 11,10)

Nel nostro cammino di Avvento la parola del Vangelo ci propone la figura del Battista, con le sue domande sull'identità di colui che si presenta come il Cristo. La risposta che Gesù manda a Giovanni parte dai segni, che sono sotto gli occhi di tutti. Questi indicano un progetto di liberazione e di guarigione, che ha come destinatari i più umili, i più poveri fra gli uomini. I segni, però, offerti da Gesù sembrano contraddittori: grandi portenti, ma molta tolleranza verso i peccatori. Gesù offre come garanzia di autenticità ciò che i discepoli hanno ascoltato e visto. L'ascolto fa riferimento all'evangelizzazione dei poveri; il vedere ai miracoli di cui beneficiano i malati.
Se Giovanni poteva avere dei dubbi riguardo a Gesù, Gesù non ne ha alcuno nei suoi confronti: è il più grande tra i nati da donna. Dapprima lo distingue da ciò che attira l'attenzione della gente, poi gli riconosce il titolo di profeta: "ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero". La sobrietà del Battista e la sua fedeltà alla missione ricevuta rivelano l'uomo libero, che è disposto ad accogliere la novità di Dio, anche quando non coincide con il suo modo di pensare. Gesù nella sua risposta ci invita a misurarci con la realtà, a restare sul terreno concreto della vita quotidiana, a cogliere il nuovo nelle parole e nei gesti di ogni giorno. È un programma di vita anche per noi che ci stiamo preparando al Natale di Gesù.
Quanti messaggeri il Signore ci invia! La sua parola che risuona nelle nostre assemblee, i fatti quotidiani, alcune letture che noi facciamo, gli incontri di ogni giorno con il nostro prossimo, la voce della Chiesa e molte altre occasioni personali che viviamo quotidianamente. È il terreno sul quale siamo invitati a cogliere i messaggi che ci aiutano a prepararci alla nuova venuta di Dio fra noi. Non la diamo per scontata, ma "leggendo" e "rileggendo" la nostra vita, possiamo trovare l'inizio della risposta.

Testimonianza di Parola vissuta

CORO DI BAMBINI

In preparazione alle feste natalizie siamo andati in un ospedale con un bel gruppo di bambini per allietare Gesù presente nei piccoli ricoverati con i nostri canti.
Non ci è stato consentito di accedere al loro reparto, ma abbiamo ricevuto il permesso di esibirci nella sala d'entrata dell'ospedale. Era sorprendente assistere alla metamorfosi dei visitatori: entravano magari con un viso serio e, appena visti i piccoli cantare, accennavano un sorriso. In diversi poi sono tornati ad ascoltare assieme ai pazienti che erano venuti a trovare.
Altri malati che non aspettavano visite si sono fatti portare nella grande hall per assistere alla performance e tanti si sono uniti al coro.
Anche il personale dell'ospedale ha gioito per questa insolita atmosfera. La direzione dell'ospedale ci ha già invitato per l'anno prossimo, promettendo di farci entrare anche nel reparto riservato ai bambini.

N.L. – Olanda

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4a domenica di Avvento (18 dicembre 2022)
Giuseppe, figlio di Davide, non temere (Mt 1,20)

L'incarnazione di Cristo mette insieme l'ordinario e lo straordinario, il feriale e la solennità. Il modo in cui il Figlio di Dio entra nella nostra storia è, senza precedenti, attraverso una nascita verginale; ma le persone, che sono protagoniste di questo evento sono figure umili e semplici, impaurite dai fatti che si verificano e piene di interrogativi.
Giuseppe, protagonista del brano evangelico odierno, superando il comprensibile timore per eventi che vanno al di là di ogni giudizio umano, accoglie l'incomprensibile accettando di mettersi al suo servizio. Egli riceve la "sua annuncia-zione" durante il sonno: in un sogno l'angelo si rivolge a lui ricordandogli di essere "figlio di Davide" e gli rivela l'identità del figlio. L'angelo gli annuncia che quanto è stato generato in Maria "viene dallo Spirito Santo". Davanti a tale grandezza, Giuseppe coglie la vicinanza di Dio: "non temere, Giuseppe". Giuseppe ascolta Dio che gli parla, Dio che annuncia qualcosa di grande che lo tocca da vicino. Dio non lo fa con mezzi potenti, si svela nel sogno e parla al cuore di Giuseppe. Gli chiede di prendere con sé la donna e il bambino, di fare da padre a quest'ultimo. Col cuore, con l'intelligenza, col suo lavoro Giuseppe accetta, obbedisce alle parole dell'angelo. Si fida. Senza chiedere garanzie, prove, rassicurazioni. Egli risponde con i fatti. Matteo ce lo presenta come un "giusto".
Quante volte Giuseppe ha sperimentato l'amore di Dio nella sua vita! Per questo anche lui è delicato, benevolo, rispettoso. Come Dio. Per questo non "teme": Dio è dalla sua parte. E con Dio tutto è possibile. Giuseppe rinuncia alla sua idea e accetta un disegno che lo sorpassa da ogni parte. Giuseppe si fida totalmente di Dio e vive senza rimpianti l'avventura splendida della fede. È l'uomo giusto che diventa collaboratore con Dio nella realizzazione del Regno di Dio donando sé stesso, senza domandare garanzie.

Testimonianza di Parola vissuta

IN CUCINA

Cuoco nella cucina di un asilo, non mi risparmiavo nel mio lavoro. Un giorno, mentre ascoltavo un'inserviente raccontare che per lei ogni bambino era un tesoro da proteggere, mi sono reso conto che non pensavo affatto a mettere amore in tutto quanto facevo.
Ora invece, considerare che ogni pasto era nutrimento di persone che un giorno avrebbero avuto il mondo in mano, diventava un vero incentivo alla fantasia. Nei piatti ho cominciato a mettere qualche ornamento imprevedibile, a sistemare il cibo in modo sempre nuovo.
La gioia e la sorpresa dei bambini mi hanno confermato che non si sa cosa può nascere da un semplice gesto d'amore.

K.J. - Corea

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Natale del Signore (25 dicembre 2022)
Gloria a Dio nel più alto dei cieli (Lc 2,14)

Il cammino, scandito dalle varie tappe dell'Avvento, trova la sua meta a Betlemme, dove Dio, attraverso suo Figlio, entra nella storia dell'uomo. Dio riprende direttamente il dialogo con le sue creature, nella nudità e semplicità di una grotta di un piccolo paese, sconosciuto al mondo. Luca però inserisce il racconto della nascita in un contesto storico ampio, che si apre con il nome dell'imperatore Augusto.
Ci sono tante vie che portano a Betlemme. C'è la via politica del censimento che spinge Giuseppe e Maria a farsi censire. C'è il cammino notturno dei pastori, che si lasciano "catturare" dalla visione angelica. C'è il percorso dei Magi che seguono la stella. Sono vie diverse, ma caratterizzate dalla grande gioia dell'incontro personale con il Salvatore. Quella gioia si manifesta a Betlemme, angolo sperduto del mondo, ma crocevia di attese e speranze universali.
Gesù arriva nel nascondimento e i primi a conoscere la notizia sono gli umili, i pastori, che, al pari di Zaccaria e di Maria, sono destinatari di una visita angelica: di un angelo prima e poi delle schiere celesti. Queste intonano il Gloria. Se in terra l'angelo aveva comandato che la grande paura si tramutasse in gioia grande per la venuta del Salvatore, così doveva essere in cielo: "Gloria grande a Dio". La gloria del cielo corrisponde alla gloria della terra.
Sant'Ireneo diceva che "la gloria di Dio è l'uomo vivente". Noi siamo la gloria di Dio. Sappiamo che ogni dono perfetto viene dall'alto perché Dio è la gratuità fatta persona: ci è donato un Figlio. Allora anche noi possiamo chiederci come possiamo rendere la nostra esistenza un dono gradito a Dio; come possiamo dare il meglio di noi stessi, come evitare il calcolo nelle nostre relazioni, come riconoscere in tutto quello che ci circonda un dono meraviglioso. In fondo, come essere la gloria di Dio.

Testimonianza di Parola vissuta

VOLEVA SAPERE DI DIO

Frequento l'ospedale della mia città con una decina di altri volontari ospedalieri. Nel reparto di malattie infettive, dove sono ricoverati i malati di Aids, avevamo cercato di avvicinare Giorgio, un giovane carcerato al quale era possibile far visita perché non piantonato. Ogni qualvolta però bussavamo alla sua porta, ci sommergeva il rumore assordante del televisore che lui teneva acceso a tutto volume forse per non pensare ai suoi guai e anche per allontanare possibili interlocutori. Senza farci scoraggiare dal suo atteggiamento, tentavamo di farcelo amico.
Un giorno, quando meno ce lo saremmo aspettato, Giorgio ci fece entrare, spense la tv e chiuse la porta. "Voglio parlare", esordì esitante. In breve, voleva "sapere" di Dio: chiedeva un Vangelo per poterlo leggere.
Nelle successive visite vedemmo pina piano sparire la maschera di cinismo che gli era abituale. Arrivò anche a riprendere i contatti con la famiglia che lo aveva fatto interdire.
Ora Giorgio non è più. Gli siamo stati accanto fino alla fine e lo abbiamo pianto come un amico carissimo.

Maria - Italia

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Maria Madre di Dio (1° gennaio 2023)
Maria da parte sua custodiva tutte queste cose (Lc 2,19)

L'inizio di un nuovo anno, come ogni inizio, è occasione per formulare sogni di un futuro migliore, nel quale la pace occupa un posto privilegiato. La Chiesa celebra questa spontanea fiducia indicando una strada che trova nel silenzio e nel raccoglimento il modo migliore per realizzarsi. L'immagine viva è rappresentata ancora una volta da Maria: tutti gli eventi misteriosi e meravigliosi che si sono verificati per lei a partire dall'annuncio dell'angelo sono raccolti nel suo cuore e meditati al fine di scorgerne il disegno armonico e provvidenziale. Il vangelo ci racconta dei pastori che vanno e trovano Maria e Giuseppe e il bambino. A ricordarci che chi trova Gesù, non trova solo Gesù, ma anche la sua famiglia, la Chiesa. La festa a Betlemme è ormai cominciata e i pastori condividono e mettono in tavola quello che hanno: il messaggio ricevuto dall'angelo. È un dono che ha il potere di suscitare stupore. Essi sono diffusori di una buona notizia. Davanti a loro ci sta Maria, che ascolta e vive nel riserbo di chi sa. Luca ci dice così che i misteri di Dio non possono essere compresi se non conservandoli e meditandoli nel cuore.
Come ogni credente, anche la madre di Gesù deve elaborare personalmente gli eventi e leggerli alla luce della fede, talvolta senza capirli fino in fondo, ma con la fiducia che Dio sta lavorando per il nostro bene. Maria cerca di discernere ciò che Dio vuole da lei. Essa ci insegna una vera vita spirituale in cui, proprio perché vigili e consapevoli del mondo che ci circonda, facciamo entrare nella nostra contemplazione e nella nostra meditazione tutto ciò che esiste e ci accade e così possiamo dare una risposta libera, creativa e senza timore da credenti. Maria depone ogni cosa nel suo cuore con la stessa cura con cui si conserva qualcosa di molto prezioso. E lo lascia illuminare dalla Parola di Dio per coglierne il significato segreto. Se facciamo anche noi come Maria sapremo accogliere Dio che continua a parlarci e a visitarci.

Testimonianza di Parola vissuta

SECONDA MADRE

Viaggiavo in treno con Chiarella, una bambina di nove anni alla quale era morta improvvisamente la mamma. La conducevo dai parenti. Lei sapeva solo che la mamma stava poco bene e desiderava rivederla; spettava a me, amica di famiglia, darle la notizia. Ma come caricare quella bambina di una tale croce? Tuttavia era stata educata secondo Dio: potevo perciò fare affidamento su questa ricchezza spirituale.
Mancava qualche ora all'arrivo e mentre Chiarella chiacchierava con spontaneità, tra me e me chiedevo a Dio di preparare il suo piccolo cuore alla notizia e di mettermi in bocca le parole giuste.
Ad un certo punto proposi a Chiarella di ascoltare la storia di S. Teresa del Bambino Gesù. Mi ascoltò interessata e quando le dissi che, ancor piccina, le era morta la mamma, volle sapere il perché. Risposi come meglio potevo; poi con tanta delicatezza le diedi la notizia. Scoppiò in un pianto dirotto, ma continuò ad ascoltarmi, via via più calma, mentre parlavo del Paradiso e della Madonna, assicurandole al tempo stesso che sulla terra avrebbe trovato in me una seconda madre.

B.T. - Italia

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Epifania del Signore(6 gennaio 2023)
Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima (Mt 2,10)

A cosa servirebbe la nascita del Salvatore se nessuno la conoscesse? E da subito l'evangelista Matteo ci dice che Gesù è venuto per tutti, per il mondo intero. La sua venuta tra noi infatti mette in moto i popoli e nel viaggio dei Magi troviamo un modello esemplare di chi cerca e giunge alla fede. Essi ci mostrano il cammino degli uomini verso Dio. Certamente Dio viene verso di noi, ma anche noi dobbiamo compiere la nostra parte di strada.
I Magi sono dei sapienti orientali. Matteo non specifica il loro luogo di origine, si accontenta di dirci che vengono dall'Oriente. Essi sono dotati di uno sguardo in grado di cogliere l'invisibile: hanno decifrato il segno di una stella e hanno compiuto uno straordinario percorso di fede. I Magi prestano un'attenzione particolare alla luce che arriva dall'infinito. Percepiscono una chiamata, che diventa la ragione della loro ricerca: "Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella".
Lo sguardo dei Magi è quello della fede che cerca, percepisce e interpreta i segni di Dio. Tutto parla di Lui nella creazione: la materia e i viventi, le montagne e i mari, i fiori, il cielo e gli astri ci portano un appello e un messaggio di amore. Dio riempie il nostro "cielo" delle sue "stelle". Sta a noi reperire i mille segni che brillano nella nostra esistenza! Alla vista della stella che è spuntata, i Magi si sono messi per strada, si sono alzati.
È bello per noi l'esempio dei Magi. Guardiamo la nostra vita, quella di ogni giorno, e possiamo dire: sono le solite cose! Oppure possiamo, come i Magi, vedere in esse altrettante "stelle". Tu incontri una persona e la cogli come un "dono" che Dio ti mette davanti. Ti capita un fatto e ti fermi a coglierne l'appello; leggi una pagina e senti un invito al di più. Proprio come per i Magi. Cercavano un re e si trovano davanti un bambino. Ma noi li vediamo prostrati in adorazione davanti a quel piccolo, ordinario segno.

Testimonianza di Parola vissuta

INTIMITÀ IN FAMIGLIA

Da noi c'è l'abitudine di togliere il presepio il giorno dell'Epifania. Per concludere il periodo natalizio, abbiamo invitato i nostri figli. È stata una serata molto bella: abbiamo parlato di onestà, di solidarietà… Si è creato fra noi un clima così bello che davanti al presepio abbiamo letto il Vangelo del giorno, riscoprendo sfumature che non avevamo ancora notato.
Presenti i più piccoli, abbiamo parlato del significato della festa, poi ciascuno ha espresso un'intenzione per il nuovo anno, un augurio. Ci siamo riproposti di cercare anche durante l'anno altri momenti per ricreare quell'intimità fra noi.
Sembrerebbe scontato per una famiglia, ma per noi è stata una scoperta e la serata è finita fra canti dolcissimi per glorificare e ringraziare Dio.

M.M. - Libano

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Battesimo del Signore (8 gennaio 2023)
Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento (Mt 3,17)

L'episodio del battesimo diventa per gli evangelisti l'occasione per testimoniare che tra Gesù e il Battista non c'è concorrenza, ma tutti e due sono al servizio del Regno e della sua giustizia. Il brano evangelico di questa domenica ci racconta il battesimo di Gesù. Quel giorno, al fiume Giordano, Gesù si mescola alla folla dei peccatori che vanno a farsi battezzare da Giovanni. Sono uomini e donne coscienti di non essere in regola: hanno commesso il male, ma ora prendono sul serio l'annuncio del profeta e hanno voglia di cambiare, di essere purificati, lavati nel profondo.
E cosa ci fa Gesù tra questa gente? Egli non ha commesso peccato, la sua fedeltà a Dio è a tutta prova. Lo stesso Battista, vedendoselo davanti, non può fare a meno di reagire. Ma la risposta di Gesù è pronta e sicura: questo è il piano di Dio! Questa è la logica di Dio e non ci resta che realizzarla. Ed è proprio in quel contesto che arriva la manifestazione di Dio: i cieli si spalancano: Dio ha fretta di riprendere il dialogo diretto con le sue creature, con noi; lo Spirito Santo scende su Gesù: la sua missione avverrà con la forza, con l'energia dello Spirito che è amore, benevolenza, compassione, mitezza e tenerezza; una voce dall'alto rassicura che Gesù è il Figlio, l'amato, in cui il Padre ha posto il suo compiacimento.
È bello che la missione di Gesù cominci proprio qui, come la nostra vita cristiana è iniziata con il dono del battesimo. Anche per noi quel giorno il cielo si è aperto e ci è stato donato lo Spirito: da allora la nostra vita è abitata dalla terza Persona della santissima Trinità. Anche a ciascuno di noi Dio ha rivolto la sua parola: tu sei il figlio amato e tu puoi essere con la tua vita, quella di ogni giorno, con quello che la compone, la mia gioia. Ecco la grandezza del nostro esistere: figli di Dio, gioia di Dio, come un figlio e una figlia lo sono per i propri genitori.

Testimonianza di Parola vissuta

VICINI DI CASA

La nostra dirimpettaia era malata bisognosa di molte cure. Per accudirla, il coniuge era andato in pensione prima del tempo. Mio marito ed io ci sentimmo spinti a fare qualcosa per entrambi e finimmo per diventare amici. Nella confidenza stabilitasi tra noi, si toccò anche l'argomento della fede. Venimmo a sapere che lei si era allontanata dalla Chiesa per il comportamento non corretto di qualche sacerdote; quanto a lui, preso dal lavoro, non aveva mai avuto tempo per altro.
Quando raccontai come Dio si era fatto strada nella mia vita, la nostra vicina cominciò a porsi delle domande e ne dedusse che forse la stessa malattia poteva essere un ponte che Dio stava gettando verso di lei. L'atmosfera pesante e triste che aleggiava in quella casa svanì.
Anche lei cominciò a curare di più il suo aspetto. Una sera suo marito mi confidò: "Per la serenità non ci sono medicine, e da qualche tempo noi usufruiamo di questo bene".

L. M. - Italia

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