XXVII Domenica del Tempo ordinario (B)




Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Antonio Savone, presbitero della diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Vita Pastorale (n. 9/2021)


ANNO B – 3 ottobre 2021
XXVII Domenica del Tempo ordinario

Genesi 2,1824 • Salmo 127 • Ebrei 2,911 • Marco 10,216
(Visualizza i brani delle Letture)

ALL'UNISONO CON IL CUORE DI DIO

L'intenzione era chiara: cogliere Gesù in fallo. L'argomento? L'unità della coppia. Gli interlocutori di Gesù erano di quelli che ammetteva no fosse possibile sciogliere quel legame. Ma questo poteva accadere per qualsiasi motivo?
Come già in altri casi, Gesù sposta l'attenzione su un altro piano. Mosè aveva allargato le maglie di una concessione allorquando si era reso conto di un cuore incapace di battere all'unisono con il cuore di Dio. Ma all'inizio non fu così...
Le difficoltà che sorgono all'interno di una relazione non possono essere accostate solo con l'atteggiamento di chi vede in esse una possibile scappatoia all'indissolubilità del legame. I momenti di fatica o di stanchezza nella vita di coppia non sono anzitutto l'anticamera di una separazione necessaria. Sono piuttosto occasioni in cui ritrovarsi a di scernere ciò che è bene perché la coppia compia un passo in avanti.
Finché non ci si riappropria del progetto del le origini, che vede il matrimonio come l'esperienza del reciproco custodirsi, esso è sempre esposto alla sopraffazione e persino alla violenza nei con fronti del coniuge. Nel progetto delle origini, infatti, il matrimonio è un'esperienza di legame condiviso nella gioia e nel dolore. L'amore vero risente certo degli scossoni che la vita non risparmia a nessuno, ma legge negli eventi, pure faticosi, non anzi tutto un motivo per tirarsi indietro, ma un'occasione per amare ancora di più.
Riappropriarsi del progetto delle origini significa guardare a come Dio sta nei confronti dell'umanità ribelle: sempre offrendo nuove opportunità, mai ritirando la propria disponibilità e il suo perdono.
Riappropriarsi del progetto delle origini significa non passare la vita cedendo soltanto al fascino dell'attrazione che risponde a fattori diversi, ma assumendo la forza e l'impegno di un legame. È vero, prima o poi in tutte le nozze umane viene a man care il vino. E provvedere solo con quello della propria cantina è operazione quanto mai ingenua. Il vi no che rende ancora bello lo stare insieme, pur dopo tanti anni e tante traversie, va attinto dal solo che lo può donare. I momenti di difficoltà, i passaggi di crisi non sono forse l'occasione per scoprire che stiamo pensando di provvedere da soli a qual cosa in cui c'è in gioco anche un Altro?
Il momento in cui più facile sarebbe la scappatoia della presa della distanza, è in realtà il momento in cui dobbiamo riconoscere di aver rincorso del le illusioni e perciò abbiamo bisogno di iscriverci al la scuola dell'amore. Talvolta può persino accadere che, per la capacità di attingere alla sorgente vera dell'amore, l'unità della coppia sia infranta, ma l'appartenenza non ne è intaccata. Quando si arriva a dire: io ti amerò per sempre, anche se tu dovessi scegliere di andare con un altro/a, non è forse il segno più grande di una appartenenza che non viene meno anche se non si condivide più né il talamo né la mensa? Un amore così fa venire i brividi, è vero, ma così è l'amore con cui Dio ci ama e questo è l'amore di cui Dio ci costituisce sacramento.
Non va da sé stare insieme se non si tiene vivo il reciproco amore perché si possa stare insieme per tutta la vita.


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