SS. Corpo e Sangue di Cristo (B)




Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Antonio Savone, presbitero della diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Vita Pastorale (n. 6/2021)


ANNO B – 6 giugno 2021
SS. Corpo e Sangue di Cristo

Esodo 24,3-8 • Salmo 115 • Ebrei 9,11-15 • Marco 14,12-16.22-26
(Visualizza i brani delle Letture)

LA STORIA DI UNA PASSIONE

Ecco cos'è l'eucaristia: il sacramento della passione di Dio per l'umanità. Essa raccoglie, sintetizza, esprime e attua una lunga storia di comunione offerta da Dio a un uomo che finisce per vivere nel sospetto dello stesso Dio. A quell'uomo, Dio stesso aveva cucito vestiti perché non fosse vittima della vergogna di essere nudo.
L'eucaristia racconta, ancora, l'alleanza offerta da Dio a un popolo che era il più piccolo fra tutti i popoli, umanamente inadeguato a mantenere fede all'alleanza offerta da Dio. Eppure, neanche di fronte alla violazione continua del patto, Dio smetterà la sua offerta. Anzi, proprio quando un popolo vìola costantemente la legge data da Dio, lui "perdona e trasforma, ricostruisce e rinnova".
L'eucaristia racconta, inoltre, di un Dio che non si piega all'evidenza del reale ma inventa nuove vie possibili, fino ad allora impensate. "Con premura e sempre" egli ha inviato i suoi profeti perché l'uomo non fosse abbandonato a un destino senza sbocco.
L'eucaristia racconta di un Dio che a fronte della fatica dell'uomo a restare fedele, si fa carico della responsabilità di un'amicizia da ricostruire proprio attraverso l'umanità del Figlio Gesù. Racconta di un Dio che gioca tutto sé stesso perché comprendessimo quanto egli ripeterà alla mistica sant'Angela da Foligno: «Non ti ho amato per scherzo».
L'eucaristia ci ricorda che c'è una misericordia che precede ogni nostra risposta e permane oltre ogni nostro assenso.
Credo sia sempre da contemplare con stupore il fatto che Marco ricordi l'istituzione dell'eucaristia proprio tra due episodi che ne sono l'antitesi, se non addirittura la negazione: il tradimento di Giuda, il rinnegamento di Pietro e l'abbandono degli altri. Se Israele era inadeguato ad accogliere l'alleanza di Dio, non andrà diversamente con i discepoli. Forse abbiamo dimenticato troppo in fretta che Dio consegna la prima eucaristia a una comunità che lo tradisce e che si disperde nel suo proprium.
L'eucaristia racconta come sia proprio dell'amore mettere in conto che è necessario che muoia qualcosa di sé perché un altro possa vivere. Nonc'è legame che, se vuol essere vero, non è chiamato a passare attraverso l'esperienza del sacrificio: l'amore si manifesta sempre attraverso la consegna di parti di sé cui siamo intimamente legati. L'amore non genera nulla se non lasciandosi consumare. Tutte le volte in cui riusciamo a stare nelle relazioni capaci di andare oltre un eventuale ostacolo, noi rinnoviamo la logica e lo stile del sacramento che stiamo celebrando.
Il catechismo ci ha insegnato quali sono le condizioni per fare una buona comunione (1. essere in stato di grazia; 2. sapere e pensare chi si va aricevere; 3. essere digiuni da almeno un'ora). Guai, però, se non ci attraversasse il desiderio di nutrirci della stessa passione che abita il cuore di Dio.
Non basta partecipare all'eucaristia se non ci si lascia coinvolgere nello stesso gesto di offerta del Signore Gesù; non basta adorare il sacramento se non ci si lascia trasformare da esso.
Sono disposto a lasciarmi trasformare in colui di cui mi nutro?


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