III Domenica del Tempo ordinario (B)




Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Antonio Savone, presbitero della diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Vita Pastorale (n. 1/2021)


ANNO B – 24 gennaio 2021
III Domenica del Tempo ordinario

Giona 3,1-5.10 • Salmo 24 • 1 Corinzi 7,29-31 • Marco 1,14-20
(Visualizza i brani delle Letture)

LASCIARSI GUARDARE

Ci sono tempi e tempi, l'uno non vale l'altro: non è forse così quando ci si innamora? Perché quella persona? Perché in quel frangente? Il tempo è compiuto...
C'è un'opera della grazia sotto le pieghe della storia che vale pagine di smarrimento e anni di lungo apprendistato e di silenzi. La grazia riesce a farsi strada nei tratti più impensabili e mediante le situazioni meno probabili. Persino nei luoghi meno adatti e nei momenti meno consigliati: «Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea».
Basta un nulla per capitolare, uno sguardo, una parola, un gesto, il tuo nome sussurrato come mai prima e ti ritrovi dove non avresti mai immaginato di essere. Il passaggio di Dio avviene non più nel clima austero del deserto, ma in quello quotidiano di un lavoro assai comune. Quei quattro erano pescatori intenti al loro lavoro, non stavano certo meditando sulla Parola di Dio. Lì Dio decide di passare e di ospitare nel suo sguardo quella scena di vita e quelle storie tanto ordinarie da diventare canali privilegiati dell'opera di Dio. Non più un Dio da cercare e da attendere ma da riconoscere e accogliere persino nella terra della lontananza dove continua a gettare l'unica rete di cui dispone, quella della "buona notizia".
Il tempo è compiuto... qui, ora, anche per me. A volte è come se percepissimo che qualcosa sta giungendo a maturazione, manca solo l'occasione perché quanto con pazienza abbiamo custodito e alimentato possa giungere a compimento. Qualcosa del genere lungo la riva del lago: Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni erano grano maturo che attendeva solo chi lo raccogliesse.
Quel giorno i loro passi incrociarono uno che sapeva quello che voleva e conosceva verso cosa incamminarsi. Cercava uomini capaci di dare volto e nome all'esperienza della mancanza, del non sentirsi arrivati sebbene fossero pescatori provetti. Avevano ancora da apprendere un diverso modo di compiere il mestiere di sempre. Ben altro il mare verso cui spiegare le loro vele.

Il tempo è compiuto... Si sono fidati di uno che ha detto loro: «Non c'è da attendere oltre: questo è il momento». Il momento di cosa? Quello in cui t'accorgi che Dio ti sta guardando con occhi di predilezione. Sei a un palmo da Dio («il regno di Dio è vicino»): l'unica cosa da fare è voltarti e lasciartiguardare («convertitevi e credete nel Vangelo»). E chi non è suscettibile allo sguardo di uno che mentre ti scorge tra tanti, ti fa intravvedere il gusto della gioia persino nelmomento in cui dovessi avere il vento contrario?
E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Senza calcolo, senza sapere tutto in anticipo, come se fossero stati risucchiati da una corrente senza ritorno, hanno intrapreso la più degna delle avventure di un uomo: lasciarsi agganciare da quel Dio che da sempre ti ha ritenuto degno della sua fiducia. Si ricomincia, come se fosse l'alba della nuova creazione. Da quel giorno, l'annuncio del Regno sarà sempre una questione di sguardi. Lo sguardo sarà l'unica rete che permetterà a ogni uomo di venir fuori dalle secche della propria esistenza. I chiamati saranno i continuatori di ciò che è accaduto a loro: a partire dallo sguardo.


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