II Domenica del Tempo ordinario (B)




Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Antonio Savone, presbitero della diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Vita Pastorale (n. 1/2021)


ANNO B – 17 gennaio 2021
II Domenica del Tempo ordinario

1Samuele 3,3-10.19 • Salmo 39 • 1 Corinzi 6,13-15.17-20 • Giovanni 1,35-42
(Visualizza i brani delle Letture)

OLTRE LA TERRA DI MEZZO

Una postazione fissa da cui scorgere i passaggi del cuore, così doveva essere per Giovanni il suo collocarsi lungo le rive del Giordano. Quel luogo rappresentava una sorta di terra di mezzo da attraversare, proprio come fu in antico per l'ingresso nella terra promessa. Un passaggio obbligato per ciascuno di noi sia il Giordano come esperienza sia l'incontro con qualcuno che ci aiuti a dar voce all'inespresso.
Ci sono persone che non ti stancheresti mai di incontrare e di ascoltare perché percepisci che quello che sono e dicono rappresentano quasi una password sicura per avere accesso a un diverso modo di leggere il tuo mondo. Giovanni Battista doveva essere proprio così. Aveva catalizzato attorno a sé tanta gente da far preoccupare i capi di Gerusalemme. Tutte le categorie di persone venivano a lui rivolgendogli questa esplicita richiesta: «E noi che dobbiamo fare?». E per tutti una indicazione, l'invito a condividere, a non essere violenti. Aveva fascino quell'uomo, sapeva cosa dire e sapeva come dirlo. L'evangelista, infatti, annota che i discepoli «sentendolo parlare così, seguirono Gesù». Talmente preso dal Cristo da non attirare su di sé l'attenzione: non era lui la meta finale e non era quello il luogo in cui sostare definitivamente. Giovanni aveva solo dissodato il terreno di quei due discepoli da gettarvi dentro il seme dell'attesa, del di più, dell'oltre e quando è il momento propizio quelli non perdono un istante: danno libero corso a ciò che era stato seminato con tanta abbondanza in loro.
«Ecco l'agnello di Dio», il solo in grado di far sì che la vostra esistenza non manchi il bersaglio (se è vero che l'agnello era colui che prendeva su di sé il peccato, mancare il bersaglio, appunto).
Quel giorno, lungo il Giordano, accadde la grazia del riconoscersi: a combaciare è il desiderio dei due, l'indicazione data, la persona trovata. Nessuno cerca cose, tutti cerchiamo qualcuno a cui ancorare il nostro cuore. Fu come aver trovato chi, finalmente, fosse in grado di leggere lo spartito meraviglioso che è ciascuno di noi.

E niente fu più come prima. Quei due non si accontenteranno della grandezza del Battista ma sceglieranno di seguire colui che tra non molto «non avrà bellezza né apparenza». Tant'è!
«Che cercate?». Quale desiderio vi abita? «Dove abiti?», che è come dire: facci venire con te, ci basta stare dove stai tu. Cercano la casa del cuore, non segni, risposte: vogliono uno con cui condividere tutto. Ed egli cerca persone così.
E qui, in barba ai nostri navigatori, nessuna destinazione: «Venite e vedrete». D'altronde, se la via è egli stesso, ci si potrà mai sbagliare nell'intraprenderla? Accettarono il rischio e si avventurarono così, sulla fiducia. Non si spiegherebbe altrimenti il seguito: quando il cuore è colmo di gioia, tu senti come un'urgenza che ti spinge a condividere cosa ti è capitato.
La sequela è questione del cuore e chi non accetta di metterlo in gioco, rischia di rimanere in una terra di mezzo tutta la vita continuando ad attendere qualcosa o qualcuno che è passato già troppe volte.


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