Tutti i Santi (XXXI Domenica del T.O.)



Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio"
Comunità di preti della diocesi di Modena-Nonantola
Vita Pastorale (n. 10/2020)



ANNO A – 1° novembre 2020
Tutti i Santi (XXXI Domenica del T.O.)

Apocalisse 7,2-4.9-14 • Salmo 23 • 1 Giovanni 3,1-3 • Matteo 5,l-12
(Visualizza i brani delle Letture)

LA VERA GIOIA

Tutti noi siamo alla ricerca della felicità, della beatitudine. A volte sembra una meta irraggiungibile: oggi invece il Vangelo è davvero buona notizia, perché ci ricorda che esiste una via per la felicità. Esistono però due tipi di gioia: una falsa e una vera, profonda. La gioia falsa è di breve durata. Quella profonda, al contrario, è silenziosa, intima e duratura. La gioia superficiale nasce dall'essere sempre attivi, è rumorosa, porta a pensare solo a sé stessi. Questo tipo di gioia, quando se ne va, lascia un grande vuoto. La gioia profonda invece non dipende da qualcosa di esterno, abita l'uomo e lo spinge a cercare la gioia non solo per sé ma anche per gli altri.

Il Vangelo di questa festa ci rivela il segreto della vera felicità. Abbiamo ascoltato Gesù che ripete più volte "Beati". Gesù non dà delle regoline. Le beatitudini indicano lo stile di vita del cristiano. Cerchiamo di ripercorrerle. Beati i poveri in spirito: è discepolo di Gesù chi è umile, libero dal successo e dal bisogno di riconoscimento. Beato è chi non accumula cose e denaro. Chi non ha e non ricerca privilegi, non cerca scorciatoie e raccomandazioni.
Beati quelli che sono nel pianto: è in cammino dietro Gesù chi sa vivere la sofferenza e il lutto con fede. Ci sono momenti in cui non si può far altro che piangere. Beato è chi non fugge dalla tristezza e dal dolore, chi sa piangere davanti al Signore, perché davanti a lui la ferita diviene consolazione e speranza. È bello ridere, più bello e intimo è condividere il dolore dell'altro anche se ci costerà qualche lacrima. Il dolore condiviso porta frutti inaspettati.
Beati i miti: beato chi si compromette, ma non usa la violenza. È discepolo di Gesù chi crede nella forza della verità, parla con franchezza, ma non impone la sua verità. Beato è chi non abusa e non sfrutta. Beato è chi sa dialogare e ascoltare. Beati gli affamati e assetati di giustizia: beato chi è aperto al futuro, coltiva desideri grandi e belli. Beato è chi non si sente arrivato ed è pronto a dare la vita per i valori in cui crede. Beati i misericordiosi: beato chi crede sempre alla dignità dell'uomo, anche quando per sua colpa la smarrisce o calpesta. È beato chi non riduce l'uomo al peccato commesso, chi perdona e dà la possibilità di cambiare all'altro. Beati i puri di cuore: beato chi non ricerca il consenso degli altri, ma segue la sua coscienza. Beato chi non ha secondi fini, chi non cambia faccia e opinione a seconda di chi ha davanti; beato chi è onesto e schietto. Felice è chi riconosce con onestà e libertà il proprio peccato e sa chiedere perdono. Beati gli operatori di pace: beato chi sa stare davanti alle difficoltà della vita senza incattivirsi. Chi crede che la pace non è data una volta per tutte, ma è da costruire. Beati i perseguitati per la giustizia... grande è la vostra ricompensa: felice chi paga in prima persona per le sue scelte di bene. Beato è chi non cade nel vittimismo, chi sa guardare al presente e al futuro senza illusione, ma credendo alla promessa di Dio.

Questi sono i santi: coloro che cercano di vivere il Vangelo nelle loro scelte, coloro che vivono questa parola non per dovere, ma perché si scoprono figli amati (1Gv), coloro che anche quando deragliano e cadono, si rialzano e riprendono a seguire Gesù con fiducia piena nella sua misericordia.


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