IV Domenica di Quaresima (A)

Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio"
Comunità di preti della diocesi di Modena-Nonantola
Vita Pastorale (n. 3/2020)



ANNO A – 22 marzo 2020
IV Domenica di Quaresima

1 Samuele 16,1b.4.6-7.10-13 • Salmo 22 • Efesini 5,8-14 • Giovanni 9,1-41
(Visualizza i brani delle Letture)

CHI È PRESUNTUOSO NON VEDE NULLA

Prima era cieco e andava tutto bene. Poi si trova in un mare di guai! E i guai cominciano proprio quando inizia a vedere. Era cieco fin dalla nascita e aveva trovato un suo posto: faceva il mendicante ed era riconosciuto da tutti. Poi le cose si complicano. In effetti, il racconto non è altro che un lungo processo contro il povero cieco, che ha l'unico torto di esser stato guarito da Gesù. Nessuno vuole credergli e l'ostilità verso di lui aumenta sempre più, fino ad essere lasciato completamente solo.
Infatti, ora che ci vede la gente non lo riconosce più: è uno che gli assomiglia! Subisce lo scetticismo dei farisei: non volevano credere che fosse stato cieco. Poi è abbandonato persino dai genitori: Ha l'età, chiedetelo a lui! Infine, è espulso dalla comunità: Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi? E lo cacciarono fuori.
Avrebbe potuto dire: Meglio rimanere cieco! Sì, a volte è più comodo restare ciechi. Davanti alle proprie colpe è così comodo fare come se non esistessero. Davanti a un'ingiustizia girare lo sguardo e non guardare! E quando gli altri hanno bisogno, è così comodo far finta di non vedere!
Ma allora quest'uomo cosa ci ha guadagnato a recuperare la vista? Mentre sale l'ostilità contro di lui ed è lasciato sempre più solo, lui diventa sempre più forte e coraggioso, sempre più saldo nella fede. Pian piano quest'uomo diventa discepolo di Gesù, e gli altri se ne accorgono e lo accusano di questo: tu sei suo discepolo! Ma lui prende coraggiosamente le difese di Gesù.
D'altra parte, il processo è soprattutto contro Colui che è la Luce del mondo. È la lotta delle tenebre contro la Luce. Chi crede di vedere è sempre più cieco, mentre il cieco vede sempre meglio. Prima non sapeva chi fosse quell'uomo chiamato Gesù. Poi dice: E un profeta! Poi lo riconosce come il Cristo e più avanti come inviato di Dio. Infine, professa apertamente la sua fede in Gesù e dice: Credo, Signore!
Mentre il cieco cammina dalle tenebre alla luce e alla fine riconosce Gesù come Luce del mondo, i farisei diventano sempre più ciechi. Siccome per loro è scomodo riconoscere la verità, si chiudono dietro le loro certezze ideologiche e si ritrovano prigionieri della loro menzogna.

«Chi ha peccato?», avevano chiesto i discepoli. «Né lui né i suoi genitori», aveva risposto Gesù. Sono nel peccato coloro che pretendono di vedere, perché il peccato è chiudere gli occhi alla luce. La fede e la vita spirituale, al contrario, sono un cammino di illuminazione. Così lo descrive san Paolo: «Fratelli, un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce». Questi farisei interrogano gli altri, ma non interrogano mai se stessi! Non vedono di essere ciechi. Se foste ciechi, non avreste alcun peccato. Ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane. Guai ad avere la presunzione di vederci bene e di aver capito tutto! Chi è presuntuoso non vede più nulla, non ascolta nessuno…
Il cammino di illuminazione parte, invece, dal riconoscersi ciechi. La cecità infatti non è un ostacolo. L'opera di Dio davanti alla nostra miseria è la sua misericordia. Se hai l'umiltà di riconoscerti cieco, puoi affidarti a Colui che è la Luce del mondo.


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