Parola che si fa vita
Commenti e Testimonianze sulla Parola (da Camminare insieme)
1a domenica di Avvento (1 dicembre 2019)
Anche voi tenetevi pronti (Mt 24,44)
Immacolata concezione della B.V. Maria (8 dicembre 2019)
Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te (Lc 1,28)
(2a domenica di Avvento)
3a domenica di Avvento (15 dicembre 2019)
Sei tu colui che deve venire? (Mt 11,3)
4a domenica di Avvento (22 dicembre 2019)
Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo (Mt 1,24)
Natale del Signore (25 dicembre 2019)
Oggi è nato per voi un Salvatore (Lc 2,11)
Santa Famiglia (29 dicembre 2019)
Prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto (Mt 2,13)
Maria Madre di Dio (1° gennaio 2020)
Maria… custodiva tutte queste cose (Lc 2,19)
2a domenica dopo Natale(5 gennaio 2020)
E il Verbo… venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14)
Epifania del Signore (6 gennaio 2020)
Battesimo del Signore (12 gennaio 2020)
Gesù… vide lo Spirito di Dio venire sopra di lui (Mt 3,16)
1a domenica di Avvento (1 dicembre 2019)
Anche voi tenetevi pronti (Mt 24,44)
L'Avvento è il tempo della speranza. Mentre vive l'attesa di Gesù, che alimenta il desiderio dell'incontro definitivo con Lui, il credente veglia dando unità e senso ai frammenti di cui si compone la sua vita. Il vangelo odierno esorta a vegliare e a stare pronti. Significa agire con saggezza, chiede distacco dalle cose e impegno nel costruire il mondo nuovo.
Gesù per aiutarci a vivere la vigilanza ci propone due esempi. Il primo ci riporta al tempo del diluvio, al tempo di Noè. I contemporanei del patriarca non facevano nulla di male; semplicemente si godevano i momenti che caratterizza-vano la vita di ogni uomo. Un errore però lo commisero: "non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti". Gesù con questo esempio non sta minacciando castighi; sta richiamando l'attenzione sui valori veri su cui puntare la propria esistenza: il giusto valore del denaro, della famiglia, dei figli, il senso della salute e della malattia, delle gioie e dei dolori.
Il secondo esempio introdotto da Gesù prende spunto dalle attività che gli uomini e le donne del popolo svolgevano ogni giorno. E Gesù ci dice che chi non mette le proprie capacità a servizio della costruzione del progetto di Dio, ma le impiega solo per sé, "viene lasciato", non è introdotto cioè nel regno di Dio. Allora è proprio necessario essere vigilanti: essere attenti a ciò che durerà per sempre. Essere pronti con le mani operose che costruiscono, anche a costo di ferirsi, la giustizia, l'accoglienza, la condivisione e la fraternità del mondo nuovo. Essere pronti, con il cuore desto, libero da ciò che lo appesantisce, che lo distoglie e lo distrae da quello che conta: l'amare.
Testimonianza di Parola vissuta
AMARE LA VOLONTÀ DI DIO
«Il "Pera" in campo lotta» così i suoi compagni di squadra dicevano di Nicola Perin, giovane promessa del Rugby Rovigo.
Nicola era nato a Rovigo il 2 febbraio 1998. Cresciuto a Borsea, frazione del capoluogo polesano, giocava fin da piccolissimo come mediano. Un ruolo di sacrificio in cui vengono prima la squadra e gli altri e poi se stessi. E il campo per Nicola non era diverso dalla vita. Nel suo diario scrive: "In tutte le persone c'è del buono e per fare in modo che non vada sprecato è necessario metterlo a disposizione degli altri". E così ogni giorno cercava la felicità "in ogni cosa che mi è concessa di fare".
Il 9 luglio del 2013 la scoperta drammatica: era affetto da leucemia. La lotta si fa intensa e lui si affida a Dio. "La mia vita senza la fede sarebbe arida, la croce che sto portando non avrebbe senso". Anche la malattia non lo frena nella sua generosità e in ospedale, il suo pensiero è per gli altri giovani ammalati. Nei momenti più duri della lotta nel suo diario annota: "Signore, fai di questo piccolo essere tutto quello che vuoi", convinto che "la santità è amare la volontà di Dio".
Dio gli è venuto incontro per sempre nella vigilia di Natale del 2015. "Vivere e dare la vita è un grande dono". Così è vissuto Nicola Perin, mediano in campo e ora mediano di Dio, testimone luminoso di una fede possibile.
da Avvenire
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Immacolata concezione della B.V. Maria (8 dicembre 2019)
Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te (Lc 1,28)
(2a domenica di Avvento)
Nell'attesa-speranza dell'Avvento, Maria svolge un ruolo centrale. Oggi riceve dall'angelo un nome nuovo: ella è "la piena di grazia", perché "il Signore è con te". Maria incarna così l'attesa dell'uomo: porterà al mondo l'Emmanuele, il "Dio con noi".
Nella storia tra Dio e l'umanità ad un certo punto compare in modo stupefacente una figura femminile: una donna che accetta di lavorare con Dio al suo progetto. Viene indicato anzitutto il luogo dove la storia ha avuto inizio: la Galilea, regione disprezzata dai Giudei, che la ritenevano infedele e pagana. Non a Gerusalemme, la città santa, ma a Nazareth, abitata da gente semplice e poco istruita. In questa regione, in questo paesino, in questa casa avviene l'incontro tra il Cielo e la Terra.
Ed è bello vedere che la prima parola pronunciata dal Cielo è un invito alla gioia: "rallegrati". E subito dopo l'angelo chiama Maria con un nome nuovo. Se scorriamo la Bibbia, troviamo che quando Dio si rivolge a qualcuno in genere lo chiama per nome (Abramo, Mosè, Samuele…). Nel nostro racconto il nome di Maria è sostituito con "piena di grazia", amata da Dio.
Anche noi siamo figli amati ("Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito"). Anche noi nella vita di ogni giorno possiamo come Maria dire il nostro sì. E con Dio costruiremo un mondo nuovo.
Testimonianza di Parola vissuta
L'EREDITÀ
Antefatto: tre fratelli, due femmine e un maschio, dopo la morte della mamma si propongono di dividere equamente l'eredità.
Il fratello ha più difficoltà economiche, per questo in passato è stato giudicato da una sorella mentre l'altra lo ha sempre scusato.
Il fatto: un giorno una sorella invita l'altra a casa sua con una buona intenzione: "Condividi il mio desiderio? Lasciare una parte maggiore dell'eredità al fratello che è stato meno fortunato?". La sorella rimane sorpresa e... felice.
Da quel giorno anche i rapporti fra loro si sono rasserenati.
L. - Verona
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3a domenica di Avvento (15 dicembre 2019)
Sei tu colui che deve venire? (Mt 11,3)
La figura del Battista, nel vangelo di oggi, interpreta la domanda di tutti noi: anche il nostro tempo, infatti, è attraversato da attese che spesso ingannano. La risposta di Gesù vale anche per noi: la vicinanza di Dio ai piccoli e ai poveri della terra è il segno a cui è rinviata anche la nostra attesa.
Il Battista, lo ricordiamo tutti, prima di essere imprigionato, aveva battezzato Gesù nelle acque del Giordano, lo aveva indicato come Agnello di Dio e aveva proclamato: "viene dopo di me colui che è più forte di me… io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo". Aveva dunque riconosciuto in Gesù l'atteso liberatore, il Messia. Possono sorprendere ora i suoi dubbi. Però non dimentichiamo la sua educazione ricevuta: l'immagine di un Messia "giustiziere" che fin da piccolo Giovanni aveva assimilato dalle guide spirituali del suo popolo.
Gesù non distrugge nulla, ma recupera e aggiusta tutto ciò che è rovinato, si accosta ai peccatori con dolcezza per cambiare il loro cuore e renderli felici; non si scoraggia di fronte a nessun problema dell'uomo, non si arrende nemmeno davanti alla morte. Certo, Gesù ha compiuto guarigioni prodigiose, ma non come prove inconfutabili, piuttosto come segni di un mondo nuovo cui aveva dato inizio.
Allora la risposta alla domanda del Battista è un invito a rimettere in discussione le proprie convinzioni religiose, a rivedere le proprie certezze e ad accogliere la novità di Dio.
Possiamo chiederci: io quale Natale mi aspetto quest'anno, come arriverà Dio nella mia vita?
Testimonianza di Parola vissuta
A GARDALAND: GRATIS!
A giugno 2019 ricevo una pubblicità: un forte sconto per una uscita a questo noto parco. Chiamo il numero indicato; mi risponde Chiara con una disponibilità rara. Nel dialogo presento la situazione del mio ambiente e dei miei ragazzi "di strada". Mi viene chiesto: "Quanti sono?". "10-15" rispondo. E l'invito inaspettato: "Venga quando vuole: troverà 15 ingressi gratuiti". Il resto è stato facile. Con un amico, in una lunga serata di luglio porto 15 ragazzi "del mio cortile" al parco, età 14-19 anni.
Io passo gran parte della serata nella cappella del villaggio western all'interno del parco; non riesco molto a pregare ma mi trovo sommerso da una intima gioia e dalla sensazione di sentirmi in comunione con Gesù.
Al ritorno mi faccio dare i contatti telefonici per un prossimo appuntamento in cui raccontarci qualcosa della nostra vita e fede (sono quasi tutti di tradizione non cristiana).
d. Severino - Verona
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4a domenica di Avvento (22 dicembre 2019)
Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo (Mt 1,24)
Nella figura di Giuseppe, di cui ci parla il vangelo, ci è dato un modello di autentica collaborazione con il progetto di Dio. A Giuseppe Dio si è rivelato in sogno, un'immagine impiegata nella Bibbia per indicare una manifestazione del Signore. È un modo per tradurre in linguaggio umano un'esperienza spirituale, un'illuminazione interiore. Quando il Signore gli ha manifestato il suo progetto, il suo sogno, Giuseppe, come Mosè, i profeti e tutti coloro che prima di lui sono stati chiamati ad una missione impegnativa, è rimasto sorpreso, turbato, ma obbedisce. Non ha rinunciato alla propria intelligenza; prima di dare la propria adesione alla volontà del Signore ha voluto capire. Per essere autenticamente umana infatti la risposta alla voce del Cielo deve essere pienamente consapevole. Giuseppe, superato il comprensibile timore per eventi che vanno al di là di ogni giudizio umano, accoglie l'incomprensibile, accettando di mettersi al suo servizio.
Anche noi possiamo accettare di essere salvati attraverso altri, attraverso un Altro, accettare di avere la vita sconvolta dall'irruzione dello Spirito, dall'azione sconvolgente di Dio, come la vita di Giuseppe, di Maria. Giuseppe, in quella situazione difficile, legge una vocazione della sua vita a "espropriarsi" e accettando Maria ("fece come gli aveva ordinato l'angelo"), accetta il disegno di Dio. L'eccomi di Giuseppe, non vanifica l'eccomi del Figlio né quello di Maria. E il senso della sua vita diventa "lavorare con Dio", essere servo di Dio perché si realizzino grandi cose.
Venga ancora una volta Dio nella nostra storia e operi ancora attraverso i "giusti" di ogni fede.
Testimonianza di Parola vissuta
UNA DONNA LIBERA
Liliana Segre, 89 anni, è senatrice a vita da gennaio 2018. Una vita da testimone. Tra i giovani, e oggi in Parlamento.
"Quando parlo ai ragazzi dico: io sono stata clandestina, profuga, richiedente asilo, respinta alla frontiera. Ed è stata l'indifferenza a condannarci a essere vittime. La stessa che ieri ha colpito noi che fuggivamo sulle montagne, senza aver fatto niente di male, oggi colpisce chi si trova su un barcone, rischiando la morte in mare: neppure loro hanno fatto del male. Combatto questa indifferenza. Non è una questione politica, ma morale. Riguarda la coscienza di ognuno.
Avevo 14 anni, ero una schiava lavo-ratrice nei campi di sterminio nazisti. Un giorno vidi il comandante del campo togliersi la divisa nazista: i russi stavano arrivando e lui aveva paura. Nella confusione, gettò la pistola accanto a me. Ebbi la tentazione di prenderla. Di sparare. In fondo, sarebbe stata legittima difesa. Nessuno mi avrebbe accusata di omicidio. Tranne la mia coscienza. Lasciai in terra la pistola. Non sarei diventata come loro. Non ero un'assassina. Da quel momento, dico sempre ai giovani, sono diventata una donna libera".
da Italia Caritas
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Natale del Signore (25 dicembre 2019)
Oggi è nato per voi un Salvatore (Lc 2,11)
Il Natale di Gesù è un segno per tutta l'umanità, è la rivelazione della bontà di Dio per noi: per amore Dio si è fatto bambino, per amore ha assunto la nostra carne, è diventato parte della storia umana. L'incarnazione di Dio è l'inizio di una nuova creazione. E ancor più Luca, l'evangelista, annuncia: per voi è nato il Salvatore, ad ogni essere umano è offerta la possibilità di una vera liberazione da schiavitù e violenza. Egli insegnerà a chiamare "Padre" Dio e a sentirci suoi figli.
Il vangelo della santa Messa della notte ci racconta la nascita di Gesù: contemplia-mo la scena del neonato Bambino presentato ai pastori, che si sono mossi ascoltando l'invito dell'angelo, che è rivolto anche a noi: "Non temete, ecco vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi nella città di Davide è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo Signore". Le guide spirituali di Israele avevano inculcato nei pastori la convinzione che il Signore li rifiutava, disgustato dai loro peccati. Proprio a loro, invece, per primi, Dio annuncia il suo amore incondizionato, la sua benevolenza gratuita. La voce dell'angelo ha posto fine a tutte le paure di Dio e ha sconfessato le minacce di punizione a Lui attribuite. Il gruppo composto dai poveri, da coloro che la società e la religione emarginavano e disprezzavano, è stato il primo a riconoscere il Salvatore in Colui che, anche in seguito, si porrà sempre al loro fianco. Anche per noi questo può avvenire "oggi": Dio non è rimasto nascosto, ma si è nascosto nella vita umana del Figlio. Il Salvatore appare in un Bambino.
È bello pensare che anche noi possiamo scorgere nei "piccoli segni" della nostra vita il "grande" Dio. Per questo la carità è incarnazione nel tempo di quell'amore che ci ha creati e redenti. La carità, i nostri atti di amore, riversano sul mondo il volto di Dio illuminato dal sorriso. La nostra carità toglie la miseria dal buio e colloca il povero nella luce della benedizione e del sorriso di Dio.
Testimonianza di Parola vissuta
«VORREI IO STESSA ESSERE UN REGALO PER TE»
Negli inizi del mio cammino spirituale fui scossa da un pensiero: sarebbe stata un'ipocrisia impegnarmi in questo progetto quando nella mia famiglia, da anni, non rivolgevo una parola a mio padre. Tuttavia, per Natale e per il suo compleanno, avevo sempre continuato a fargli un regalo che lui accettava senza dire una parola. Ma stavolta, nel giorno del suo compleanno, decisi di non scegliere la strada più facile, comprandogli semplicemente qualcosa. La sera, quando tornai dal lavoro, lo trovai in giardino.
Facendo uno degli sforzi più grossi della mia vita, mi rivolsi a lui. Era come se un'altra persona gli stesse parlando, io stessa non mi riconoscevo: "Immagino che hai notato che questa volta non ti ho comprato un regalo - dissi -. Ecco, vorrei io stessa essere un regalo per te. Vorrei che diventassimo di nuovo amici. Se vuoi, questa sera possiamo uscire insieme". Papà rimase senza parole.
Fu l'inizio di qualcosa di nuovo tra noi.
Geraldine – Irlanda
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Santa Famiglia (29 dicembre 2019)
Prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto (Mt 2,13)
La festa della Santa Famiglia è strettamente collegata al Natale: in questa famiglia Gesù ha vissuto gran parte della sua esistenza terrena, in essa ha assorbito valori, esempi e conoscenze, ha fatto esperienza di gioie, sofferenze e preoccupazioni. La vita delle persone che la compongono ci appare guidata da una profonda fede e dal desiderio di rispondere al progetto di Dio su di loro. La comunione, che in questa famiglia si concretizza di giorno in giorno, può essere per noi l'immagine viva di una "piccola Chiesa domestica".
Fra gli evangelisti, solo Matteo ricorre per sei volte alla metafora "attraverso un sogno". Questi sogni non sono altro che l'immagine biblica con cui l'evangelista mette in risalto la disposizione interiore di Giuseppe che ricerca sempre la volontà di Dio e non agisce se non in conformità con essa. Per tre volte in questi "sogni" Matteo presenta le richieste del Signore e la risposta di Giuseppe con la stessa espressione "prendere con sé". Non proferisce una parola Giuseppe, ascolta la voce del Signore e subito mette in atto ciò che gli è stato chiesto: si prende cura delle due persone deboli e bisognose di protezione che gli sono state affidate.
Il messaggio che arriva a noi da questo atteggiamento è preciso: mantenersi sempre in ascolto della parola di Dio, per cogliere in ogni circostanza, in ogni evento della vita la sua volontà. E il coraggio poi di rimettere in discussione i propri progetti quando ci rendiamo conto che non sono in sintonia con quelli di Dio. Notiamo pure che Giuseppe non fa nulla per sé; ogni sua azione è compiuta per la vita, la salvezza e il bene degli altri. Certamente anche noi abbiamo fatto Natale, abbiamo incontrato e accolto Gesù. Ora noi siamo chiamati a custodire e a difendere la sua presenza nella nostra vita.
Testimonianza di Parola vissuta
"FARSI UNO"
Quando Andrea ed io abbiamo scoperto il valore del "farsi uno", mettersi cioè nei panni dell'altro, il nostro cristianesimo ha avuto un balzo di qualità e la nostra unione di coppia è andata crescendo, con conseguente apertura anche agli altri.
Se non sono diventata una casalinga depressa o una mamma angosciata dai problemi dei figli (ne sono nati quattro), è perché la spinta a immedesimarmi negli altri mi porta fuori di me.
Vivere l'attimo presente cercando di fare interiormente silenzio senza giudicare, ha come effetto che gli altri si sentono liberi di confidarmi anche le cose più intime e delicate. Questo mettermi in ascolto del prossimo non è sempre facile o senza danni (ho bruciato tante pentole!) ed è una continua sfida a esercitare le virtù della pazienza e della calma, che non sono nel mio carattere.
Ma tutto questo, vissuto con mio marito, ha attratto attorno a noi altre persone che sperimentano la bellezza di sentirsi comunità, dove è possibile affrontare insieme situazioni difficili e attuare anche una certa comunione dei beni.
Anna Maria
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Maria Madre di Dio (1° gennaio 2020)
Maria… custodiva tutte queste cose (Lc 2,19)
Dio ha scelto Maria, la "benedetta fra tutte le donne" per inserirsi nella storia dell'umanità. Sappiamo che la realtà della "benedizione" è al centro di questa solennità: essa richiama il desiderio di armonia, di sintonia; è voler instaurare rapporti di solidarietà e di condivisione. Da Dio proviene soltanto la benedizione. Tutta la liturgia, presentandoci Maria come Madre di Dio e Madre degli uomini, ci mette di fronte a questa "grazia" che Dio riversa su di noi: la sua benedizione!
Il vangelo odierno presenta di nuovo i pastori, con il loro messaggio di accoglienza nei confronti del Bambino. E presenta poi Maria: silenziosa, accanto a Giuseppe, nell'atteggiamento di custodire il mistero di questo Bambino, "volto umano di Dio". Lei mette insieme "i pezzi" di un evento altrimenti incomprensibile. Il progetto di Dio sull'umanità è un mistero da accogliere nel silenzio, nella fede e nella contemplazione. È la benedizione di Dio nei nostri riguardi. Maria rifletteva nel suo cuore su ciò che le capitava, coglieva il senso e il valore di ogni avvenimento e dentro di sé lo collocava al posto giusto, come sanno fare coloro che intuiscono dove va messa ogni tessera di un puzzle o di un mosaico.
Oggi il Signore ci dà di iniziare una nuova collana di giorni. Come affrontare questo dono che solo un po' alla volta impareremo a conoscere? Faremo come Maria, la Madre: ci metteremo fiduciosi nelle mani del Padre, certi che Egli non ci abbandonerà nel tempo della prova e tuttavia saremo pronti a fare la nostra parte. Faremo come Maria, la Madre: deporremo con cura nel profondo del cuore ogni gesto e ogni avvenimento senza perdere nulla di ciò che ha raggiunto la nostra esistenza. Confronteremo ogni cosa con la Parola ascoltata, sapendo che ogni cosa è riflesso del suo amore.
Testimonianza di Parola vissuta
DIO CHE È PADRE
La mia infanzia è stata molto difficile. Prima ancora che io nascessi i miei genitori si sono separati. Sono cresciuto senza conoscere mio padre. Nella mia prima adolescenza era strano per me sentire dire, in chiesa, che Dio è padre, che ci ama, perché non sapevo cosa significasse avere un padre. Ma sentivo su di me l'amore di Dio e ho conservato la fede pur vivendo in una società atea.
Avevo già 28 anni ed ero sposato quando un giorno il direttore della scuola dove lavoro mi ha comunicato che, attraverso il comune, qualcuno mi stava cercando. Era mio padre che voleva avere mie notizie. Quando ci siamo abbracciati ho sentito un grande affetto per lui. Per lui questo amore da parte mia all'inizio è stato una sorpresa. Non abbiamo assolutamente parlato del passato, ma dei miei progetti, del bambino che aspettavamo. Dentro di me era forte la gioia nel constatare che Dio mi aveva fatto da padre in quegli anni e ora potevo amare quel mio genitore che aveva tanto sofferto.
Z.P. - Ungheria
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2a domenica dopo Natale(5 gennaio 2020)
E il Verbo… venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14)
Epifania del Signore (6 gennaio 2020)
Il vangelo odierno ci fa ascoltare l'inizio, il Prologo, dell'evangelista Giovanni. Esso esprime la sfida della fede: la Parola di Dio che si era fatta udire nella creazione, nella Legge e nella voce dei profeti, ora si è fatta vedere e toccare con mano nella carne di Gesù.
La Sapienza di Dio si è rivelata in vari modi e in diversi momenti della storia dell'umanità e presso tutti i popoli ha avuto chi l'ha cercata con passione, chi l'ha accolta e l'ha amata, ma anche chi l'ha rifiutata o ignorata.
L'evangelista Giovanni, che ha contemplato nell'uomo Gesù il Dio invisibile, indica a tutti noi la manifestazione ultima e completa della Sapienza di Dio nel Verbo che è venuto nel nostro mondo e ha posto la sua tenda in mezzo a noi. La Parola di Dio che un tempo si era fatta solo udire, ora si è fatta vedere, la si è potuta toccare con le mani. Ha assunto la nostra carne, è entrata nella nostra condizione umana fragile, sottomessa alla morte. Tutto questo per rivelarci, in parole e gesti umani, tutto quanto è possibile conoscere di Dio e del suo mistero.
È bello pensare che Gesù ha rovesciato il Cielo sulla nostra terra: per questo niente è insignificante o piccolo di quello che noi vediamo e tocchiamo. Dio, in Gesù è diventato uno di noi a dirci l'infinita grandezza di ogni uomo e donna di questo mondo. Come è importante e necessario "conoscere" Gesù, standogli insieme, condividendone la vita! Diventare discepoli, che mettono i propri passi dentro le orme della Sapienza di Dio, che si è fatta carne nella vita di Gesù. Certamente capiremo meglio l'origine e il destino di noi e di ogni persona che affonda in un amore di elezione; destino che si compirà quando ci sarà regalata l'eredità che un Padre sempre costruisce e riserva per i suoi figli.
Testimonianza di Parola vissuta
IL REGNO DI DIO
Quando accendo la Tv o seguo le notizie su internet subito mi chiedo: "Ma dov'è questo regno di Dio che avanza? Tutto sembra dire esattamente il contrario!". Le cronache sono piene zeppe di notizie di morte, guerra, distruzione e terrorismo, disperazione: immagini di profughi e disperati che sono come un fiume in piena infrenabile, persone innocenti che soffrono per fanatismo religioso. Per non parlare di imprenditori e politici corrotti ad ogni livello, muri e fili spinati che si innalzano, liti famigliari spesso culminate in tragedie. Mi sono proposto allora ogni giorno di cercare tra la mia gente e attorno a me i segni di questo "Regno che avanza". E di essere io per primo "costruttore attivo" di un piccolo tassello di un mosaico più grande. Devo dire che le sorprese non sono mancate.
Ho visto il Regno di Dio in una persona che spesso aiuta in parrocchia: di lei mi ha sempre colpito la sua grande giovialità, la bontà d'animo e la sua immensa disponibilità a prodigarsi nel darsi da fare per gli altri. Un giorno mi confida la sua pesantissima croce. Resto commosso dal vedere con quale grande forza sa reagire a questo grande dolore con un oceano d'amore che tutti contagia. Ho visto il Regno di Dio in un gruppetto di persone molto anziane: mi invitano a casa di una di loro per un pranzo. Scopro essere "quel che resta" del gruppo caritativo della parrocchia. Mi parlano della loro esperienza, quello che fanno da 30 - 40 anni (qualcuno anche più) nel completo silenzio senza chiedere nulla in cambio. Mi vien da dire proprio "persone consumate dall'amore". Mi colpisce in modo particolare una signora che non avevo mai visto in chiesa e che vivendo da sola ormai da anni, trovandosi a vivere in una casa ormai troppo grande per lei, ha deciso di mettere a disposizione alcuni locali per la raccolta di generi alimentarie e vestiario per i bisognosi creando una rete di solidarietà tra conoscenti e famigliari: lei ora con "il suo giro" aiuta una ventina di famiglie tutti i mesi. Ho visto il Regno di Dio in una mamma che con tanta semplicità e povertà sta crescendo i suoi sei figli con tanto amore ed impegno. Così ho visto il Regno di Dio che avanza nel silenzio e che c'è. Quante lezioni di vita!
Stefano M.
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Battesimo del Signore (12 gennaio 2020)
Gesù… vide lo Spirito di Dio venire sopra di lui (Mt 3,16)
La missione di Gesù è quella del Figlio inviato dal Padre a rivelare il suo amore per gli uomini. Chi crede in tale amore ha la possibilità di diventare anche lui "figlio di Dio". Col suo Battesimo Gesù si fa prossimo alla nostra umanità e rivela a noi la prossimità di Dio. Il suo battesimo, raccontato dal vangelo odierno, è profondamente legato al nostro. Questo episodio è importante perché segna l'inizio della vita pubblica di Gesù.
Può stupire che Gesù, non essendo peccatore e non avendo bisogno di correggersi, si sia recato al Giordano per ricevere il batte-simo. Ma il dialogo con Giovanni Battista ci aiuta a coglierne il significato: per tutti è importante adeguarsi e collaborare al disegno di Dio che è la salvezza: Dio non conosce infatti altra "giustizia" che questa: egli "vuole che tutti gli uomini siano salvati". Non c'è spazio in Dio per il giudizio, la condanna o l'emarginazione.
Dopo il dialogo con il Battista, Matteo usa tre immagini per descrivere la scena successiva: l'apertura dei cieli, la colomba e la voce dal cielo. Il Cielo che si apre ci dice che è finita per sempre l'inimicizia fra Cielo e terra. La porta della casa del Padre rimarrà eternamente spalancata per accogliere ogni figlio. Lo Spirito di Dio che discende come una colomba e si posa sopra Gesù ci dice prima di tutto che tra cielo e terra si ristabilisce la pace. Poi ci parla di tenerezza, affetto, bontà. Mosso dallo Spirito, infatti, Gesù si accosterà ai peccatori sempre con la dolcezza e l'amabilità della colomba.
È bello pensare questo anche per noi: a partire dal nostro battesimo siamo resi figli di Dio e abitati dallo Spirito. Impariamo ad ascoltare la sua voce.
Testimonianza di Parola vissuta
UN SALUTO PER...
Da un po' di tempo ho deciso di rendere migliore l'ambiente in cui vivo offrendo a chi incontro un saluto. È un piccolo gesto ma un elemento che incoraggia ad essere più positivi e a vedere il mondo con occhi diversi. In fondo basta poco e mi accorgo che spesso offrire un "buon giorno" o un "ciao" suscita buon umore, curiosità e anche una piacevole sorpresa.
Lasciare dunque traccia di questa attenzione agli altri, che si traduce in piccoli gesti di amore, contribuisce a creare un clima migliore nel lavoro, con gli amici, con tutte le persone che incontriamo. Un contributo allo sviluppo di una migliore convivenza che genera fraternità e benessere tra le persone.
G. V. – Vicenza
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