II Domenica di Pasqua (C)
Letture Patristiche

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Letture Patristiche della Domenica
Le letture patristiche sono tratte dal CD-Rom "La Bibbia e i Padri della Chiesa", Ed. Messaggero - Padova, distribuito da Unitelm, 1995.


ANNO C - II Domenica di Pasqua

DOMENICA «DI SAN TOMMASO»

Atti 5,12-16 • Salmo 117 • Apocalisse 1,9-11a.12-13.17-19 • Giovanni 20,19-31
(Visualizza i brani delle Letture)


1. «Pace a voi» (Agostino, Comment. in Ioan., 121,4s.)
2. Una cosa è il modo e un'altra è il fatto della risurrezione (Agostino, Sermo 247,2)
3. La Messa proclama la Risurrezione di Cristo (Cirillo di Ales., In Ioan. Ev., 12)
4. Il Risorto aiuta l'incredulità di Tommaso (Basilio di Seleucia, Sermo in Sanct. Pascha, 4)
5. Discorso tenuto durante i giorni dell'Ottava di Pasqua e rivolto particolarmente ai neofiti (Agostino, Discorso 260/B)


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«Pace a voi»

"E quando fu sera in quel giorno che era il primo della settimana, essendo per paura dei Giudei chiuse le porte del luogo dove stavano i discepoli riuniti, venne Gesù, e stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi». E detto questo, mostrò loro le mani e il costato" (Gv 20,18-20). I chiodi avevano trafitto le sue mani, e la lancia aveva aperto il suo costato; ed erano conservati i segni delle ferite per guarire dalla piaga del dubbio i cuori degli increduli. E le porte chiuse non avevano potuto opporsi al suo corpo, dove abitava la divinità. Colui, la cui nascita aveva lasciato inviolata la verginità della madre, poté entrare in quel luogo, senza che le porte venissero aperte.
"I discepoli furono pieni di gioia, vedendo il Signore. Ed egli disse loro di nuovo: «Pace a voi»" (Gv 20,20-21). La ripetizione ha valore di conferma; cioè egli dà ciò che era stato promesso per bocca del Profeta, pace aggiunta a pace (cf. Is 26,3). "Come il Padre ha mandato me" – aggiunge il Signore – "anch'io mando voi" (Gv 20,21). Sapevamo già che il Figlio è uguale al Padre; ora ascoltiamo le parole del Mediatore. Egli mostra, in effetti, di essere il Mediatore, in quanto dice: Egli ha mandato me e io mando voi. "Ciò detto, alitò sopra di essi, e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo»" (Gv 20,22). Soffiando su di essi, mostrò che lo Spirito non era soltanto del Padre, ma era anche suo. "A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi, a chi li riterrete, saranno ritenuti" (Gv 20,23). La carità della Chiesa che per mezzo dello Spirito Santo scende nei nostri cuori, rimette i peccati di coloro che partecipano di essa; ritiene invece i peccati di quanti non sono parte di essa. E' per questo che parlò del potere di rimettere o di ritenere i peccati, dopo aver annunziato: «Ricevete lo Spirito Santo».
"Ma Tommaso, uno dei dodici, che era chiamato Didimo, non era con essi, quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore». Ma egli rispose loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e se non metto il mio dito nel luogo dei chiodi, e la mia mano nel suo costato, non credo «. E otto giorni dopo, i suoi discepoli stavano di nuovo in casa, e Tommaso era con essi. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi». E poi disse a Tommaso. «Appressa qui il tuo dito, e guarda le mie mani, e appressa la tua mano e mettila nel mio costato, e non voler essere incredulo, ma credente». Tommaso gli rispose e disse: «Signore mio e Dio mio!»" (Gv 20,24-28).
Vedeva e toccava l'uomo, ma confessava la sua fede in Dio che non vedeva né toccava. Ma quanto vedeva e toccava lo induceva a credere in ciò di cui sino allora aveva dubitato. "E Gesù gli disse: «Hai creduto perché mi hai veduto»" (Gv 20,29). Non disse: Mi hai toccato, ma disse soltanto: «Mi hai veduto», perché la vista in un certo modo comprende tutti gli altri sensi. Anche noi, infatti, siamo soliti nominare la vista per intendere anche gli altri sensi, come quando diciamo: Ascolta e vedi che suono armonioso, odora e vedi che odore gradevole, assapora e vedi che buon sapore, tocca e vedi come è caldo. In ognuna di queste espressioni si dice: «vedi», anche se vedere è proprio degli occhi. È così che il Signore stesso dice a Tommaso: «Appressa qui il tuo dito, e vedi le mie mani». Egli dice in sostanza: Tocca e vedi, anche se Tommaso non aveva certo gli occhi sulla punta delle dita. Sia alla vista che al toccare si riferisce il Signore dicendo: «Hai creduto perché hai veduto».
Si potrebbe anche dire che il discepolo non lo toccò affatto, sebbene Gesù lo invitasse a farlo. L'evangelista infatti non dice: Tommaso lo toccò. Sia che egli abbia ritenuto sufficiente vedere, sia che abbia anche toccato, è vedendo che credette, e giustamente il Signore esalta come superiore alla sua la fede delle genti che non lo vedranno, con le parole: "Beati coloro che hanno creduto, senza avere veduto "(ibid.). In questa espressione usa il tempo passato, in quanto egli considerava, nella predestinazione, già avvenuto ciò che doveva verificarsi nel futuro.

(Agostino, Comment. in Ioan., 121,4s.)

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2. Una cosa è il modo e un'altra è il fatto della risurrezione

Vediamo che cosa ci propone la lettura odierna. Ci suggerisce di cercare una risposta per quelli che si domandano: Come il Signore, che portò nella risurrezione una tale solidità di corpo da essere visto e toccato dai discepoli, poi si sia presentato in mezzo a loro mentre le porte erano sbarrate. Alcuni sono sconvolti da questi particolari al punto da rischiar di perdere la fede, perché oppongono ai miracoli di Dio i pregiudizi dei loro ragionamenti. Essi, infatti, dicono: Se era corpo, se erano carne e ossa, se il corpo era quello stesso che fu appeso in croce, come poté passare per una porta chiusa? Se non era possibile, non è avvenuto. Se era possibile, come era possibile? Ma se tu puoi capire il modo, non c'è più il miracolo, e se non ti sembra un miracolo, sei sul punto di negare del tutto la risurrezione. Guarda fin dall'inizio i miracoli del tuo Signore, e dimmi come sono avvenuti. Non ci fu intervento d'uomo, e la Vergine concepì. Fammi capire, come ha fatto a concepire una vergine senza l'intervento d'un uomo. Dove vien meno la ragione, lì nasce la fede. Hai già un miracolo nella concezione del tuo Signore; senti ora quello del parto. Una vergine concepì e rimase vergine. Anche lì il Signore, prima di risorgere, è nato a porte chiuse. Mi domandi ancora: Se è entrato a porte chiuse, dove se ne va il modo dei corpi? Ed io ti rispondo: Se camminò sopra il mare, dov'è il peso del corpo? Mi dici: Lì il Signore agì da Signore. Ed io: E quando risuscitò, non era più il Signore? E come si spiega che fece camminare sul mare anche Pietro? (cf. Mt 14,25-29). In Cristo agì la divinità, in Pietro la fede. Cristo fece da sé, Pietro aiutato da Cristo. Se cominci a discutere l'essenza dei miracoli con i mezzi umani, ho paura che perdi la fede. Lo sai che niente è impossibile a Dio? Se uno, dunque, ti dirà: Se entrò a porte chiuse, non era corpo; tu digli: Eppure, se fu toccato, era corpo; se mangiò, era corpo; lo fece con un miracolo, non per via di natura. Non è meraviglioso il corpo quotidiano della natura? E' tutto un miracolo; ma ciò che accade ogni giorno non sorprende più. Spiegami un po': Perché l'albero del fico, che è così grande, ha un seme che appena lo si vede e la povera zucca fa un seme così grande? In quel seme così piccolo, poi, se rifletti, ma non lo vedi; c'è la radice e le foglie, e anche il frutto è anticipato nel seme. Delle cose ordinarie nessuno chiede il come, e tu mi chiedi il come dei miracoli. Leggi il Vangelo e accetta i fatti. Dio ha fatto di più e tu non ti meravigli della cosa più grande di tutte: non c'era nulla, e il mondo c'è.

(Agostino, Sermo 247,2)

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3. La Messa proclama la Risurrezione di Cristo

Lo scrittore di questo libro con tanta accuratezza scrisse non semplicemente che Cristo si manifestò ai discepoli, ma precisò, dopo otto giorni e mentre erano tutti raccolti. E che cosa vuole insinuare questo trovarsi di tutti nella stessa casa, se non che Cristo ha voluto manifestarci quale debba essere il tempo delle assemblee che facciamo in suo nome? Si presenta e si ferma un po' con quelli che si erano radunati per cagion sua, nell'ottavo giorno, cioè nella domenica... È giustissimo, allora, che facciamo le nostre sante adunanze nelle chiese nell'ottavo giorno. E poiché dobbiamo dire qualche cosa di arcano, che supera tutte le menti, chiudiamo le porte; ma viene e appare Cristo a noi tutti, invisibilmente e visibilmente allo stesso tempo; invisibilmente, come Dio, e visibilmente, nel suo corpo. Ci dà la sua carne. Ci accostiamo, per grazia di Dio, per prender parte al mistico sacrificio, prendendo Cristo nelle nostre mani, perché anche noi possiamo credere fermamente ch'egli ha risuscitato il suo tempio. E che la partecipazione al mistico sacrificio sia una professione della Risurrezione di Cristo, è evidente dalle parole che egli stesso pronunziò nella sua celebrazione. Infatti, dopo aver spezzato il pane, lo distribuì dicendo: "Questo è il mio corpo, che sarà dato per voi in remissione dei peccati. Fate questo in mio ricordo" (Lc 22,19; 1Cor 11,24). La partecipazione, dunque, ai misteri è vera confessione e commemorazione che il Signore è morto ed è risuscitato per causa nostra e per nostro vantaggio, e perciò ci riempie di grazia divina.

(Cirillo di Ales., In Ioan. Ev., 12)

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4. Il Risorto aiuta l'incredulità di Tommaso

"Metti il tuo dito nel foro dei chiodi" (Gv 20,27), mi hai cercato quando non c'ero, goditi ora la mia presenza. Anche se tacevi io sentivo il tuo desiderio; prima che parlassi, conoscevo il tuo pensiero. Sentii le tue parole e, anche se non mi mostravo, ero vicino alla tua incredulità; senza farmi vedere, davo tempo alla tua incredulità, in attesa del tuo desiderio.

(Basilio di Seleucia, Sermo in Sanct. Pascha, 4)

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5. Discorso tenuto durante i giorni dell'Ottava di Pasqua e rivolto particolarmente ai neofiti

I fatti dell'Esodo si avverano pienamente in ogni battezzato
1. Un discorso nel quale si ingiunga e si raccomandi la bontà della vita al fine di impetrare e conseguire la vita eterna è un discorso che vale per tutti, ma vogliamo rivolgerci particolarmente a voi, nuovi germogli di santità, rigenerati dall'acqua e dallo Spirito, piantati e irrigati dal nostro ministero nel campo di Dio, che fa crescere (Cf. 1Cor 3,7). Consideratevi come popolo liberato dall'Egitto, da una dura schiavitù (Cf. Es 14), quando su di voi dominava l'iniquità. Fate anche conto d'aver attraversato il Mar Rosso (Cf. Es 14,22) mediante il battesimo suggellato dalla croce sanguinante di Cristo. Come nemici che vi inseguivano alle spalle considerate i peccati passati: i quali, come perirono gli Egiziani mentre il popolo di Dio attraversava il mare, così sono stati distrutti nel momento del vostro battesimo. D'ora in poi aspirate, come a terra promessa, al regno dei cieli a cui siete stati chiamati; e riguardo alla presente vita terrena, consideratela un deserto in cui dovete camminare, e resistete con vigilanza alle tentazioni. Dalla partecipazione al santo altare (Cf. Can Missae) vi è dato ricevere la vostra manna e dalla pietra scaturisce l'acqua che bevete. Tutto questo ricorda e inculca nel suo insegnamento l'apostolo Paolo quando dice: Non voglio, o fratelli, che voi ignoriate come i nostri padri furono tutti dentro la nube e tutti attraversarono il mare e tutti per mezzo di Mosè furono battezzati nella nube e nel mare; tutti inoltre mangiarono dello stesso cibo spirituale e tutti bevvero della stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da quella pietra spirituale che li seguiva, e quella pietra era Cristo (1Cor 10,1-4). Da queste parole dell'Apostolo riconoscete all'evidenza che quanto noi trasmettiamo al vostro orecchio e alla vostra mente non è frutto di elucubrazioni nostre personali ma ve lo diciamo perché edotti dalla sacra Scrittura.

Esortazioni mutuate dall'epistolario paolino
2. Per quel che concerne poi le parole di esortazione che vi ho rivolte invitandovi a resistere con vigilanza alle tentazioni, approfondite quel che, proseguendo il discorso, dice l'Apostolo in tono minaccioso: Nonostante tutto questo, la maggior parte di loro non incontrò il gradimento di Dio e furono abbattuti nel deserto. Questi avvenimenti furono dei simboli nei nostri confronti, affinché noi non nutriamo cattive passioni come ne ebbero loro, né adoriamo gli idoli come fecero alcuni di loro. Sta infatti scritto: Il popolo si sedette per mangiare e bere e si alzò per divertirsi. Non dobbiamo nemmeno darci alla fornicazione, come fornicarono alcuni di loro, per cui in un sol giorno ne caddero ventitremila. Né dobbiamo tentare Cristo, come lo tentarono alcuni di loro, i quali furono uccisi dai serpenti. Non dovete nemmeno essere mormoratori, come fecero alcuni di loro e furono abbattuti dallo sterminatore. Tutte queste cose, accadute a loro, avevano valore di simbolo: sono state scritte infatti perché fossero di ammonimento per noi, sui quali incombe la fine dei tempi (1Cor 10,5-11).

Aderire a Cristo per raggiungere il regno eterno
3. Ebbene voi, carissimi, evitando questi cattivi esempi dei tempi passati, imitate coloro che piacquero a Dio e non coloro che andarono in perdizione, offendendo Dio. Cosa giovò infatti agli Ebrei l'essere scampati dagli Egiziani attraversando il Mar Rosso (Cf. Es 14, 22-30) quando poi morirono nel deserto morsi dai serpenti (Cf. Nm 21,6)? Così sono coloro che si fanno battezzare ottenendo in tal modo il perdono dei peccati commessi ma poi, non apprezzando debitamente la grandezza della grazia, si lasciano sorprendere dai morsi velenosi delle seduzioni che ne causano la mente e non riescono ad arrivare alla vita loro promessa. Fuggite i loro esempi e con perseverante obbedienza state uniti a colui che vi ha redenti. Così raggiungerete il regno: non un regno come quello che fu dato al popolo dell'antica alleanza, che era immagine di quello futuro (Cf. Col 2,16), ma un regno dove sarete in eterno con Cristo e vivrete in una felicità eterna.

(Agostino, Discorso 260/B)




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