Tempo ordinario (C) [1] - 2016


Parola che si fa vita

Commenti e Testimonianze sulla Parola (da Camminare insieme)

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2a domenica del Tempo ordinario (C) (17 gennaio 2016)
Qualsiasi cosa vi dica, fatela (Gv 2,5)

3a domenica del Tempo ordinario (C) (24 gennaio 2016)
Lo Spirito del Signore è sopra di me (Lc 4,18)

4a domenica del Tempo ordinario (C) (31 gennaio 2016)
Oggi si è compiuta questa scrittura (Lc 4,21)

5a domenica del Tempo ordinario (C) (7 febbraio 2016)
Lasciarono tutto e lo seguirono (Lc 5,11)



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2a domenica del Tempo ordinario (C) (17 gennaio 2016)
Qualsiasi cosa vi dica, fatela (Gv 2,5)

Il vangelo di questa domenica ci porta a Cana di Galilea durante la festa di un matrimonio.
Ci sono anche alcuni discepoli, non come protagonisti ma come spettatori: essi rappresentano i credenti che ascoltano e sono chiamati ad interrogarsi sul significato del segno che porta alla fede.
L'intervento della madre di Gesù durante le nozze sembra naturale: le sue parole attirano l'attenzione su una situazione di bisogno che si è creata. Maria esprime la sua fiducia nel Figlio e nella sua sensibilità amorevole nei confronti dei protagonisti della festa. La risposta di Gesù rimanda, con il riferimento alla sua "ora", al progetto del Padre. Quasi a dire: posso intervenire non per la pressante urgenza e per la tua richiesta di madre, ma perché così corrispondo al disegno per il quale sono stato inviato.
Rivolgendosi ai servi, Maria pronuncia parole molto simili a quelle che Israele disse ai piedi del monte Sinai: "Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!". Ai servi Maria dice: "Qualsiasi cosa dica, fatela". Maria sa che quando mettiamo in pratica la Parola, noi costruiamo la casa della nostra vita sulla roccia. Per questo oggi lo dice a ciascuno di noi: fare la Parola, realizzarla nelle nostre azioni da quelle più semplici a quelle più impegnative. Questo può essere l'impegno di questa settimana.

Testimonianza di Parola vissuta

SCOPRIRE UN VOLTO NUOVO DELLA CHIESA

Io e Lucia venivamo da una educazione cristiana tradizionale. E tutta la nostra esperienza di vita cristiana si è fermata al tempo della Cresima. Comunque, quando è venuto il momento di sposarci, poi abbiamo deciso di farlo in chiesa.
I primi anni di matrimonio sono stati un po' difficili. Ci volevamo bene, ma il nostro rapporto non era profondo. Sorgevano continue liti e incomprensioni. Un giorno, tornando a casa, trovai Lucia che piangeva disperata. Bisognava fare qualcosa, e allora ci siamo detti: "Perché non proviamo ad andare in chiesa". Abbiamo così cominciato a frequentare la chiesa-negozio: un piccolo locale, con gente che si accalcava e tanti bambini fin sotto l'altare.
Per la prima volta, lì abbiamo sentito dire che Dio è Amore, che ci ama personalmente, che ci accetta così come siamo, non è nascosto da qualche parte, ma vuole essere qui tra noi, e se ci amiamo nel suo nome, egli si fa presente . E questo può avvenire non soltanto in chiesa, ma ovunque, anche in famiglia.
Domenica dopo domenica, queste parole ci sono sembrate più vere, perché vedevamo che la gente si voleva bene ed era contenta. Stavamo scoprendo un volto nuovo della Chiesa, e così siamo entrati a far parte del "gruppo della Parola da vivere".

Marco

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3a domenica del Tempo ordinario (C) (24 gennaio 2016)
Lo Spirito del Signore è sopra di me (Lc 4,18)

Oggi il vangelo ci porta nella sinagoga di Nazaret dove si svolgeva il normale servizio liturgico del sabato. C'è il riferimento allo Spirito da cui Gesù si fa guidare. Egli è stato consacrato nel battesimo ed è perciò l'inviato divino per eccellenza. Ora egli, nella potenza dello Spirito Santo, trasmette un annuncio che è "lieto messaggio". In definitiva ci viene annunciato in Gesù un tempo di grazia, una presenza particolare che crea comunione, consola, salva ma anche interroga e provoca.
Anche noi vogliamo essere discepoli di Cristo; sappiamo che già a partire dal nostro battesimo siamo abitati dallo Spirito Santo. Egli fa sentire in infiniti modi i suoi suggerimenti. Siamo cristiani nella misura in cui la nostra vita è guidata dallo Spirito Santo. Alleniamoci ad ascoltare la sua voce; seguiamo la sua luce.
A catechismo abbiamo imparato i suoi sette santi doni. Sono i modi in cui lo Spirito si fa presente nel nostro agire. San Paolo alle comunità cristiane della Galazia ricordava anche i frutti della presenza dello Spirito: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza e dominio di sé; se sono presenti questi frutti nelle nostre azioni è perché ci lasciamo guidare dallo Spirito Santo.

Testimonianza di Parola vissuta

DIO SEGUE OGNI NOSTRO PASSO

Ricordo quando la mamma ci ha chiamati attorno a lei, comunicandoci che aveva una malattia seria: il cancro. Sembrava che tutto attorno a noi si fosse fermato. Ho avuto una grande paura, perché non sapevo cosa fare.
Mi sono ricordata di Lui, di Gesù crocifisso e abbandonato ed ho capito che dovevo essere forte, per la mamma.
Quella sera nel letto ho pensato tanto ed ho parlato con Gesù. Gli ho chiesto di aiutare la mamma e tutta la famiglia. Poi gli ho detto: "Gesù, tu hai tanto sofferto per noi e questo è solo una piccola parte di quel dolore: la voglio donare a te".
Durante le sue cure, più volte mi sono ricordata di Gesù sulla croce, anche Lui aveva sofferto, era «il senza forze», «il debole».
La mamma ora sta meglio. Guardando indietro, non è stato tutto semplice, ma sono sicura che Dio seguiva e segue ogni nostro passo, la nostra vita.

Jelena, Croazia

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4a domenica del Tempo ordinario (C) (31 gennaio 2016)
Oggi si è compiuta questa scrittura (Lc 4,21)

Troviamo ancora Gesù nella sinagoga di Nazaret. Egli ha appena letto la pagina di Isaia che interpretava la sua vita come un'opera di liberazione del mondo. E Gesù conclude il suo commento a questa pagina con le parole che indicano l'attualità della sua missione: Oggi si è compiuta questa scrittura che avete ascoltato. Questa espressione si concentra sul compimento che avviene oggi. Ma quello che si realizza è la Parola.
Luca ci dice che l'oggi del compimento è l'oggi in cui la Parola risuona alle orecchie di chi l'accoglie. Gli ascoltatori di Gesù e noi lettori del vangelo siamo invitati a custodire questa parola che è Gesù, perché in essa ci è offerta la salvezza.
È bello pensare che se noi accogliamo la Parola che il Signore ci rivolge, se la custodiamo nel cuore e se la mettiamo in pratica, sperimentiamo la salvezza portata da Lui. E anche per noi diventa vera l'espressione: Oggi si è compiuta questa Scrittura. È questo che ci permette di costruire la casa della nostra vita sulla roccia della Parola. Se guardiamo ai Santi, noi possiamo cogliere come il segreto della loro vita è stato quello di ascoltare e mettere in pratica la parola di Dio. Cerchiamo in questa settimana di essere buoni ascoltatori della Parola che il Signore ci rivolge. Mettere tutto il nostro impegno fino a poter dire: "Oggi si è compiuta in me questa Parola".

Testimonianza di Parola vissuta

BARRIERE CADUTE

Da quando mia cugina è rimasta orfana è sempre stata considerata come una sorella in più. Col passare del tempo, però, ha incominciato ad allontanarsi da noi fino al punto di non salutarci quando ci incontrava per strada. Pochi giorni fa è morto mio padre e il marito di mia cugina è venuto a farci le condoglianze. Dopo aver saputo che sua moglie era molto malata e debilitata, ho dimenticato gli antichi rancori e sono andato a trovarla ("Ero ammalato e siete venuti a visitarmi" ha detto Gesù). Le ho mostrato le foto dei miei figli che lei non conosceva, le ho dato notizie su tutta la famiglia e siamo state a parlare un interno pomeriggio. Tutte le barriere di questi anni sono cadute.

N.S., Spagna

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5a domenica del Tempo ordinario (C) (7 febbraio 2016)
Lasciarono tutto e lo seguirono (Lc 5,11)

Il primo episodio che oggi Luca ci racconta è la pesca miracolosa cui segue la chiamata dei primi discepoli durante il loro lavoro di pescatori. Quasi a dirci che per incontrare Dio non occorre "uscire" dalla vita quotidiana con le sue occupazioni. Dio si può incontrare dappertutto: importante è avere un cuore attento.
Il discepolo di Gesù, inoltre, è colui che diffonde dappertutto la Parola, che ha effetti straordinari: il frutto abbondante della pesca aiuta Simone e i suoi amici a trasferire la propria attività professionale sul piano del servizio e dà loro la prontezza di una decisione coraggiosa, che li mette da vicino al seguito di Gesù. Da quel momento la loro vita ha un nuovo inizio e un respiro nuovo.
Questa Parola, che oggi noi ascoltiamo, contiene per ciascuno un invito a lasciare e a seguire, come per i primi discepoli. Nelle nostre giornate facciamo tante azioni: facciamole a partire dal nostro amore a Dio e per la sua gloria. Siano azioni "intere", fatte sempre con maggiore perfezione.

Testimonianza di Parola vissuta

AMARE È… VINCERE LA STANCHEZZA

Una sera ero stato invitato ad una cena con tutti i volontari di una associazione che cura persone con handicap molto gravi, soprattutto a livello psichico. È stato davvero commovente conoscere così tante persone (oltre duecento) che si prodigano per assistere una decina di ospiti di questa comunità. Durante la serata ho conosciuto tante persone, alcune anche che non frequentano la chiesa. Specie con loro ho cercato di amare e ascoltare. È stato bello il dialogo con una signora che si definiva "allergica ai preti". Io ho cercato solo di amarla e ascoltarla, vincendo la mia stanchezza. Qualche giorno dopo l'ho incontrata in un'altra occasione e mi ha detto: "Don Stefano, mi sa proprio che devo accettare il tuo invito a venire a bere un caffè in canonica. Ho proprio voglia di una bella chiacchierata come l'altra sera".
Terminata la cena poi ero veramente stanco: non vedevo l'ora di poter andare a riposare. Ma ecco che nel tornare passo davanti al Circolo NOI della parrocchia. Decido di entrare e salutare le signore della tombola. Loro in realtà stanno andando via ma una di loro, piuttosto anziana e malandata, con una battuta mi sorprende: "Don Stefano, vero che lei mi accompagna a casa questa sera? Non ho nessuno e da sola ho paura a tornare perché è una strada buia". Non ci penso neanche due volte e subito gli rispondo di sì. Così vinco la mia stanchezza, la prendo per braccetto e insieme faccio il tratto di strada che arriva a casa sua. Effettivamente non abitava proprio vicino e la strada era proprio brutta.
Torno in parrocchia, ma ecco che la corale giovanile, che si era ritrovata per le prove, sta uscendo dalla sala. Il maestro mi ferma per un saluto. Era tutto contento per il fatto che li avevo salutati cordialmente la domenica precedente. Finalmente arrivo in canonica e vado a letto. Non arrivo neanche a finire di dire un'Ave Maria che già mi addormento. Il giorno successivo mi sveglio contento come una Pasqua. Sì, amare senza stancarsi, ne è valsa la pena!

d. Stefano M., Italia



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